Riconoscimento Stato di Palestina: la maggioranza si divide, no di Uv e Pla e sì di Fp-Pd
I rappresentanti del centrosinistra votano la mozione di Pcp, bocciata, e gli autonomisti la risoluzione di RV, approvata
Riconoscimento Stato di Palestina: la maggioranza si divide, no di Uv e Pla e sì di Fp-Pd.
I rappresentanti del centrosinistra votano la mozione di Pcp, bocciata, e Uv e Pla la risoluzione di RV, approvata.
In Consiglio Valle sono favorevoli alla risoluzione di Aggravi che è «per una vera conferenza di pace e per l’estromissione di Hamas da qualsiasi tavolo» 32 consiglieri , astenuti Andrea Padovani, Chiara Minelli e Erika Guichardaz. La mozione per l’immediato riconoscimento dello Stato palestinese incassa 28 astensioni e 7 voti a favore (Pcp e Fp-Pd) e non passa.
2 stati, 2 popoli
«Due popoli, due stati». Ricorda l’auspicio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella la capogruppo di Progetto civico progressista Erika Guichardaz, illustrando in Consiglio Valle la mozione sul riconoscimento a tutti gli effetti dello Stato palestinese da parte del Governo nazionale.
«L’Italia non può continuare a tirarsi indietro – ha detto -. È il momento di compiere un passo concreto perché il riconoscimento del popolo della Paletsina può influire sulle trattative per una pace duratura».
La mozione respinta
La mozione impegna il «Governo regionale ad attivarsi, anche attraverso i Parlamentari valdostani, per chiedere al Governo nazionale; di riconoscere a tutti gli effetti lo Stato di Palestina; di agire in sede Onu per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere alla Palestina e a Israele di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità; di impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di Diritto Internazionale per cercare di fermare il conflitto».
La risoluzione
Ad presentarla e a illustrarla in aula Stefano Aggravi (RV): «nella vostra mozione mancano i fatti del 7 ottobre e di quanto è successo dopo ovvero il perdurare degli attacchi israeliani. La nostra risoluzione prende in considerazioni entrambi gli aspetti. Oggi lo Stato di Palestina non ha di fatto un’autorità che lo guidi in maniera univoca. A Gaza comanda Hamas. Ed è un problema per la creazione di uno Stato Altro grosso problema è sui confini del territorio. Non posso votare una mozione su una realtà che non è».
I contenuti della risoluzione
La risoluzione impegna a «incoraggiare e sostenere ogni azione utile a garantire l cessate il fuoco; a promuovere un’azione ampia, condivisa e coordinata a livello internazionale con il coinvolgimento della Ue e dell’Onu, per l’organizzazione di una vera conferenza di pace; a favorire lo sviluppo di un’Autorità nazionale palestinese moderata affinché possa poter esercitare sovranità sul proprio territorio emancipandosi da ogni influenza e dal ricatto di organizzazioni terroristiche come Hamas».
Gli interventi
Mauro Baccega (FI) ha puntualizzato: «Destra e sinistra devono fare un passo indietro e deve prevalere il buon senso. Siamo d’accordo che vanno riconosciute le aspirazioni delle popolazioni che vogliono uno Stato. Lo ha detto anche il ministro degli esteri Antonio Tajani. Questo conflitto ha infuocato il Medio Oriente che ora sta guardando a un cessate il fuoco. Due popoli, due Stati e due territori vanno bene.
Aldo Di Marco (Pla): «I problemi territoriali di Israele hanno avuto inizio fin dagli anni ’50. Avrebbero dovuti esserci due stati e due popoli con confini ben definiti. Ma non è andata così. Non possiamo che condannare i gravissimi fatti di Hamas il 7 ottobre 2023 ma guardiamo con orrore anche al perdurare degli attacchi israeliani con ingenti vittime tra i civili in massima parte donne, bambini e anziani. È ben difficile trovare soluzioni condivise. Credo sia essenziale giungano dall’Occidente posizioni atte a conciliare le opinioni distanti e inconciliabili di Israele e Palestina».
Paolo Sammaritani (Lega): «Condividiamo il bisogno di coesistenza di due stati per porre fine al conflitto israelo-palestinese. A Gaza è Hamas che guida le danze non certo l’autorità palestinese. Il tema immediato è quello di sradicare Hamas da quei territori. Riconoscendo lo Stato di Palestina aiuteremmo un gruppo di terroristi a instaurare una tecrazia sostenuta da Teheran che non ci vede favorevoli. L’impegno è continuare a promuovere una de-escalation».
Nel suo intervento l’assessore al Turismo Giulio Grojacques (UV) nella sua riflessione ha detto: «Seguo questo tema da tempo. Tutto ciò che gira intorno alla religione islamica mi inquieta. Credo però sia bene analizzare la situazione dal punto di vita dei due popoli. L’atto terroristico da condannare di Hamas, che opprime la popolazione di Gaza, ha focalizzato la nostra attenzione sulla questione palestinese. L’occupazione della Cisgiordania da parte israeliana ha radici lontane. Personalmente credo che sia in atto un genocidio, la rappresaglia di Israele è stata sropositata. Intavolare una trattativa di pace è ciò che fatto ora come è citato nella risoluzione».
(danila chenal)