Sciopero dei trasporti: anche gli Ncc valdostani sul piede di guerra; corteo il 12 dicembre
Gli aderenti a Sistema Trasporti Valle d'Aosta gireranno per le vie della città fino a Place Deffeyes, dove chiedono un incontro al Governo Regionale. Il dito è puntato sui Decreti Salvini «che uccidono il settore». Non aderirà alla manifestazione CNA Fita Valle d'Aosta
Mantenere le promesse di sostegno alle aziende. Questa la forte richiesta presentata dagli Ncc di Sistema trasporti Valle d’Aosta, che aderiscono allo sciopero dei trasporti indetto per le giornate del 12 e 13 dicembre in tutta Italia.
In particolare, gli aderenti al sindacato guidato dal presidente regionale Paolo Giannini, hanno organizzato, per giovedì 12 dicembre, un corteo per le strade di Aosta.
Sciopero trasporti la protesta degli Ncc
La protesta e lo sciopero degli Ncc (Noleggio con conducente) valdostani comincerà alle 8 dall’arena Croix Noire, con una trentina di mezzi che si ritroveranno per poi iniziare il proprio corteo in giro per la città.
«Con il nuovo decreto che uscirà a inizio anno, il cosiddetto “Decreto Salvini”, la nostra categoria sarà penalizzata – attacca il presidente Paolo Giannini -. Saranno a rischio migliaia di piccole imprese e posti di lavoro: si chiede l’aiuto di tutti per far sentire la nostra voce».
Ncc: lettera alla Regione
Per far sentire le proprie ragioni, gli Ncc di Sistema Trasporti Valle d’Aosta hanno indirizzato anche una lettera al presidente della Regione, Renzo Testolin, all’assessore al Turismo, Giulio Grosjacques, e all’assessore ai Trasporti, Luigi Bertschy.
«Con la presente, si informa che in data 12 dicembre 2024, gli autonoleggiatori NCC della Valle d’Aosta parteciperanno alla protesta nazionale sospendendo il servizio in segno di ferma opposizione ai cosiddetti Decreti Salvini – si legge nella lettera -. Questi provvedimenti, recentemente adottati, rappresentano un grave ostacolo normativo e burocratico che mette a rischio la possibilità di operare legalmente, generando insicurezza e precarietà per un’intera categoria professionale».
La missiva entra poi nei dettagli della protesta.
«Il settore NCC costituisce un elemento cruciale per il sistema dei trasporti regionali e un pilastro fondamentale per l’industria turistica della Valle d’Aosta, motore economico essenziale per il territorio – scrivono ancora gli aderenti -. L’impatto negativo dei Decreti Salvini non colpirà solo gli operatori del servizio, ma avrà conseguenze rilevanti anche per il comparto turistico e per le strutture ricettive, che dipendono da una rete di trasporti efficiente e affidabile».
Nella lettera, poi, si specificano le modalità dello sciopero, che dopo il ritrovo alla Croix Noire prevede una sfilata per le vie di Aosta, per giungere sotto Palazzo regionale, «dove intende esporre formalmente le proprie istanze e richiedere un confronto con le istituzioni regionali».
Al termine, gli autonoleggiatori si dirigeranno verso Torino, dove raggiungeranno gli altri colleghi del Piemonte «e continueranno la manifestazione rappresentando alle istituzioni locali le medesime problematiche».
La manifestazione andrà in scena da Milano, Firenze, Bologna, Roma, Napoli, Catanzaro, Palermo, Cagliari, fino ad arrivare ad altri importanti capoluoghi.
Le richieste alla Regione
La lettera, poi, presenta alcune domande a Palazzo regionale.
«Vogliamo sapere che misure si intendono adottare per: Tutelare gli operatori NCC della regione, permettendo loro di continuare a operare in maniera legale e sostenibile; garantire il mantenimento di un servizio essenziale per la mobilità e il turismo, che costituisce un asset strategico per l’economia valdostana».
Il presidente Paolo Giannini anticipa poi come la Regione Calabria abbia già avviato un’azione legale contro i Decreti Salvini.
«Ciò dimostra che è possibile opporsi a provvedimenti lesivi per gli interessi delle realtà territoriali – spiega ancora il presidente degli Ncc di Sistema Trasporti VdA -. Ci auguriamo che la Valle d’Aosta adotti un simile approccio, intraprendendo azioni concrete e tempestive per salvaguardare un settore cruciale per il tessuto economico e sociale della regione».
Ncc: le ragioni della manifestazione
Come sottolineato dal presidente Paolo Giannini, sono tante le motivazioni alla base della protesta, a cominciare dalla richiesta alla Presidente del consiglio, Giorgia Meloni, di mantenere le promesse di sostenere le aziende e non vessarle «con decreti ed editti».
In realtà, secondo gli aderenti, «i Decreti Salvini sembrano essere stati scritti con il solo scopo di annientare un’intera categoria» attaccano gli Ncc, che denunciano l’approvazione senza un «iter parlamentare trasparente», che intacca «i principi di un Paese democratico».
Secondo Sistema trasporti, le regole sono «lesive nei confronti degli NCC e favoriscono apertamente i taxi, generando discriminazioni inaccettabili – continua la lettera -. Nel 2020, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’obbligo di rientro in rimessa alla fine di ogni servizio, una norma che era chiaramente lesiva della nostra operatività e della libertà di iniziativa economica. Anche il Garante della Privacy ha evidenziato l’illegittimità del foglio di servizio elettronico».
Il nuovo quadro normativo, però, pare «aggirare le sentenze», privando gli Ncc della «flessibilità operativa che ci consente di soddisfare le esigenze dei nostri clienti, ma introducono rigidità che rischiano di renderci fuorilegge nel tentativo di impedirci di adattarci alle richieste della nostra clientela».
Contraddizioni e abusivismo
Il presidente Paolo Giannini sottolinea poi come la mancanza di taxi sia un problema noto nello Stivale.
«Perché allora non valorizzare gli NCC, colmando le carenze del sistema, invece di confinarci in rimesse e imporci regole vessatorie? – si legge ancora -. Le nostre circa 30.000 aziende potrebbero migliorare significativamente il sistema di mobilità del Paese. Invece, questi decreti ci vincolano sempre più, lasciando spazio ad operatori abusivi che agiscono senza regole né controlli».
Gli Ncc evidenziano come si sentano vittime dell’abusivismo da anni.
«In diversi periodi, il nostro territorio viene invaso da aziende straniere prive di qualsiasi titolo abilitativo, che operano liberamente e senza controllo – aggiungono -. Questi soggetti, agendo nell’illegalità, non solo minano la nostra categoria, ma compromettono anche la sicurezza dei clienti e l’integrità del mercato».
Ma per i promotori, invece di combattere queste forme di abusivismo, si arriva a «distruggere una categoria composta da professionisti italiani, che hanno tutte le carte in regola per esercitare la propria attività nel rispetto delle normative».
Decreti Salvini, modifiche inaccettabili
Sistema trasporti rincara ancora al dose, evidenziando gli aspetti dei Decreti Salvini più lesivi e «distruttivi».
Questi vanno dall’obbligo di rientro in rimessa, con sosta di 20 minuti tra i servizi, vietando la sosta su suolo pubblico, passando per il foglio di servizio elettronico, «che viola i principi di riservatezza e privacy».
A questi si aggiungono il divieto di intermediazione, «che colpisce duramente la rete di collaborazioni con i nostri partner e mina l’intero ecosistema del settore», portando così a non accettare «chiamate da hotel, agenzie di viaggio, tour operator e persino dai nostri colleghi».
E ancora il dito è puntato sulle limitazioni territoriali «che frammentano il mercato» e sull’ignorare «le specificità locali».
«Si tratta di norme assurde – attaccano ancora gli Ncc -. Contro la logica, il buonsenso e probabilmente anche contro la legge. Inoltre, limiteranno fortemente i flussi turistici, causando danni ingenti non solo alle nostre aziende, ma anche alle economie regionali e al sistema turistico nazionale. Queste norme non combattono l’abusivismo, ma rischiano di aumentarlo, lasciando senza tutele chi opera nel rispetto delle regole».
Infine, il sostegno al ricorso alla Corte Costituzionale da parte della Regione Calabria.
«La Regione Calabria ritiene che il decreto violi le prerogative regionali in materia di regolamentazione dei servizi di noleggio con conducente, essendo rimessa alla competenza ministeriale la sola disciplina delle specifiche tecniche».
E concludono.
«Il settore NCC non è solo un servizio di trasporto: è parte integrante del sistema economico e turistico italiano. Ogni giorno garantiamo mobilità a cittadini, turisti, imprese e istituzioni, contribuendo alla crescita del Paese. Non è troppo tardi per fermare questi decreti e dimostrare che le promesse fatte non sono solo slogan. Siamo pronti al dialogo, ma non accetteremo di essere cancellati».
NCC: Cna Fita non aderisce
Pur condividendo molte delle lamentele, Cna Fita non sarà in piazza giovedì 12 dicembre.
Cna Fita è contraria all’introduzione del foglio di servizio elettronico, perché secondo l’associazione «non risolve le problematiche, in particolare quelle legate all’abusivismo, per le quali era stato pensato».
Ncc: le criticità secondo Cna Fita
Per rafforzare le proprie ragioni, Cna Fita ha stilato una sorta di vademecum con tutte le richieste e le criticità emerse dai provvedimenti.
1. NO AL FOGLIO DI SERVIZIO ELETTRONICO
Il Decreto Interministeriale n. 226/2024 complica anziché semplificare.
• Incrementa inutilmente gli adempimenti burocratici
• Trasforma un servizio efficiente in uno strumento di controllo ossessivo
2. REVISIONE URGENTE DELL’ART. 25 DEL DDL CONCORRENZA
• Da oltre due anni CNA denuncia i ritardi nell’adeguamento dell’art. 85 del Codice della Strada
• Le nuove modifiche impongono sanzioni sproporzionate e penalizzano gli NCC
• Chiediamo che le sanzioni accessorie vengano applicate solo dalla terza infrazione
3. BASTA BUROCRAZIA E SANZIONI INSOSTENIBILI
• L’impatto combinato del foglio di servizio elettronico e delle nuove sanzioni rappresenta un carico insostenibile
• Queste misure minano la competitività delle imprese NCC e favoriscono l’abusivismo
4. RISCHI PER LE IMPRESE ARTIGIANE
• Le misure attuali non combattono l’abusivismo, ma rischiano di far chiudere centinaia di imprese artigiane
• Il settore NCC è a rischio collasso, con gravi ricadute economiche e sociali
5. DIFENDIAMO LA LIBERTÀ D’INIZIATIVA ECONOMICA
• Il sistema proposto dal Governo limita la libertà economica degli NCC
• Vogliamo un mercato libero, equo e competitivo!
Cna Fita in trattativa con il Governo
Alla luce di tutto questo, però, Cna Fita non aderirà alla protesta di piazza, in quanto sta portando avanti trattative con il Governo nazionale.
«Chiediamo alle istituzioni di fermare l’introduzione del foglio di servizio elettronico, di introdurre sanzioni giuste e proporzionate, di avviare tutele reali contro l’abusivismo e di intraprendere un dialogo con le rappresentanze per trovare soluzioni condivise – si legge ancora in un comunicato -. Se la sensibilizzazione non dovesse portare i risultati sperati, è nelle intenzioni di CNA Fita fare ricorso al TAR».
(al.bi.)