Elezioni comunali: il Ministero apre allo slittamento nella primavera 2026
La circolare del ministero dell'Interno di ieri pone rimedio all'anomalia, a livello nazionale, delle elezioni comunali in autunno del 2020 e 2021 a causa del Covid, ma la legge regionale già prevede due turni elettorali in autunno e primavera: il dibattito resta aperto
La fine mandato per gli attuali sindaci della stragrande maggioranza dei Comuni valdostani potrebbe slittare alla primavera 2026.
Lo dice una circolare del ministero dell’Interno di ieri, venerdì 6 dicembre, in risposta a «diversi quesiti sulla data del rinnovo elettivo delle amministrazioni comunali che, in conseguenza della crisi pandemica da Covid-19 e per effetto di specifiche normative d’urgenza, hanno votato nel 2020 e nel 2021, oltre la finestra temporale 15 aprile-15 giugno, e che vedranno cadere il termine della consiliatura nel secondo semestre del quinto anno del mandato».
L’intervento del Ministero si rende necessario per sanare l’anomalia venutasi a creare con la pandemia, derogando all’articolo 1 della Legge dello Stato 7 giugno 1991 che prevede «Le elezioni dei consigli comunali si svolgono in un turno annuale ordinario da tenersi in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno se il mandato scade nel primo semestre dell’anno ovvero nello stesso periodo dell’anno successivo se il mandato scade nel secondo semestre».
Deroga che però non diceva nulla sul rinnovo elettorale «degli enti interessati al differimento del voto», per questo, secondo il parere dell’Avvocatura generale dello Stato, «si ritiene torni ad applicarsi la disciplina ordinaria (…) qualora il mandato quinquennale scada nel secondo semestre: e cioè la proroga del mandato fino alla primavera dell’anno successivo».
«In conclusione – si legge nella circolare -, considerato che il mandato quinquennale dei Comuni in questione si esaurisce nel secondo semestre del 2025, nel caso delle elezioni tenutesi nel 2020, e nel secondo semestre del 2026, per le elezioni tenutesi nel 2021, il rinnovo elettivo di quegli enti dovrà rispettivamente svolgersi nella finestra temporale ordinaria del 15 aprile – 15 giugno dell’anno successivo al compimento del quinquennio e quindi:
-nella primavera del 2026, per i Comuni che hanno votato nel secondo semestre del 2020
-nella primavera del 2027, per i Comuni che hanno votato nel secondo semestre del 2021».
La situazione in Valle d’Aosta
La circolare ministeriale usa il termine “dovrà”, ma a differenza della normativa nazionale, la legge elettorale della Valle d’Aosta ha sempre previsto due possibili turni elettorali, in autunno e primavera, Courmayeur per esempio, negli ultimi anni è sempre andato al voto nella finestra autunnale, quindi si apre semplicemente una possibilità in più per i comuni valdostani.
«A livello amministrativo la possibilità di andare a elezioni nella primavera 2026 sarebbe sicuramente meglio perché in autunno gli enti e gli uffici sono impegnati nella predisposizione dei bilancio» osserva il presidente del Celva e sindaco di Hône, Alex Micheletto.
D’altro canto però, per quei sindaci che hanno intenzione di candidarsi per le elezioni regionali sorgerebbe un ostacolo e dovrebbero scegliere la via delle dimissioni anticipate.
«Non c’è ancora nulla di certo, dipende cosa vorrà fare la Regione a livello politico» aggiunge Micheletto.
Il dibattito dunque, rimane aperto.
(erika david)