Beni culturali della Chiesa: approvati 5 progetti di restauro
Da Roisan a Saint-Rhémy-en-Bosses, da Verrayes a Courmayeur: sono 5 i progetti approvati di restauro di beni culturali di proprietà della Diocesi di Aosta. I progetti riceveranno un contributo dalla Regione in relazione alla legge regionale n. 27 del 10 maggio 1993 “Concessione di contributi per il restauro e conservazione del patrimonio edilizio artistico, storico e ambientale per il restauro degli edifici di culto della Regione autonoma Valle d’Aosta”, e in base al Protocollo di Intesa tra la Diocesi di Aosta e la Regione autonoma Valle d’Aosta, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1493 del 10 maggio 1999, per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali appartenenti ad enti e istituzioni ecclesiastiche.
I progetti sono stati approvati da una commissione che si è riunità il 22 novembre, alla presenza tra gli altri del vescovo Franco Lovignana e l’assessore regionale alla Cultura Jean-Pierer Guichardaz.
I progetti
La Commissione ha approvato i seguenti progetti per i quali è stata definita una proposta di contributo:
- Cappella di San Michele arcangelo di Rhins a Roisan: restauro e risanamento conservativo;
- Chiesa parrocchiale di San Remigio di Saint-Rhémy-en-Bosses: restauro della cappella asinistra del coro; restauro del crocifisso d’arco trionfale in legno policromo del XIV secolo e di due statue anch’esse lignee risalenti al XVIII secolo e raffiguranti i santi Remigio e Bernardo della en-Bosses;
- Cappella di San Germano di Grand Villa a Verrayes: restauro della facciata e del campanile;
- Cappella di Sant’Anna di La Saxe di Courmayeur: restauro della facciata;
- Cappella di San Germano di Grand Villa a Verrayes: restauro delle decorazioni pittoriche della facciata.
«La collaborazione tra Regione e Diocesi – precisa Mons. Franco Lovignana – vuole restituire alle comunità locali, anche quelle più piccole dei villaggi, edifici e opere d’arte nelle quali intere generazioni si sono identificate e si identificano dal punto di vista religioso e culturale. Si tratta di un’operazione che ha anche un valore pedagogico perché vuole restituire, con il bene, la consapevolezza che esso appartiene alla comunità e il necessario protagonismo della stessa nel custodire e nel valorizzare quanto ricevuto dai padri. Siamo grati a tutti coloro che operano, in Diocesie in Regione, in questo ambito delicato e importante.»
«I beni culturali di proprietà della Diocesi valdostana – afferma l’assessore Guichardaz – rivestono un ruolo fondamentale nel processo di sviluppo culturale e sociale della nostra regione, in quanto espressione di valori specifici della nostra stessa comunità oltre che tasselli imprescindibili per comprendere le origini della nostra storia. Tutelando e conservando i beni culturali di interesse religioso è quindi possibile attuare, seppure indirettamente, quella necessaria forma di tutela e conservazione della nostra identità territoriale.»
(re.aostanews.it)