Sciopero generale, Cgil e Uil VdA: «Diamo voce agli invisibili»
La mobilitazione contro la Manovra del Governo Meloni sta avendo buona adesione anche nella nostra Regione: «Per 7 anni avremo 13 miliardi di tagli agli investimenti»
Uno sciopero generale contro la Manovra nel suo complesso, ma soprattutto per «dare voce agli invisibili, lavoratori e pensionati».
Queste le principali motivazioni che hanno spinto a scendere in Place des Franchises, ad Aosta, un centinaio di lavoratori per aderire alla mobilitazione nazionale, indetta da Cgil e Uil per la giornata di venerdì 29 novembre.
Gaillard: «13 miliardi di tagli agli investimenti»
Scende nei dettagli della mobilitazione la segretaria generale della Cgil Valle d’Aosta, Vilma Gaillard, che parla di una protesta contro «la Manovra nel suo complesso, che comporta, per 7 anni, tagli per oltre 13 miliardi negli investimenti, soprattutto per il settore pubblico» attacca Gaillard, che poi prosegue.
«Protestiamo contro un periodo di ulteriore austerità – puntualizza Gaillard -. L’abbiamo già testata e sappiamo che non comporta crescita economica e sociale. Le misure prese ricadono pesantemente su sanità, istruzione, trasporti, non consentono il recupero dell’inflazione e, anzi, peggiorano la situazione».
La segretaria della Cgil Valle d’Aosta specifica un aspetto.
«Non siamo scesi in piazza solo contro questo Governo e questa manovra, l’abbiamo fatto per tutte le leggi di bilancio che non hanno rispecchiato gli interessi della popolazione – rintuzza -. Abbiamo un ruolo, che non è solo quello di scioperare in fabbrica o nel territorio, ma di portare in superficie i problemi di tutta la collettività».
Bizzotto: «Così non si tolgono le disuguaglianze»
Analizza ulteriori aspetti dello sciopero la segretaria generale della Uil Valle d’Aosta, Ramira Bizzotto, che parla di una «buona adesione», ancora difficile da quantificare «perché l’importante rinnovo del contratto del comparto unico fa sentire sicuramente meno la spinta a protestare» ipotizza Bizzotto, per poi specificare diversi punti.
«Siamo un territorio molto legato alla stagionalità, con tante forme di contratto precarie che non aiutano a scioperare – evidenzia Bizzotto -. Ci sono tante imprese a carattere familiare poco interessate e poi c’è da considerare il fatto che coloro che evadono le tasse sono favoriti da questo Governo e da questa manovra».
A pagare sono «sempre lavoratori e pensionati – continua la segretaria della Uil VdA -, che non si vedono garantire, in livello proporzionale, pensioni e diritto alla salute. Aumentare le pensioni di 3 euro è una presa in giro, è meno di un’elemosina in chiesa».
Bizotto punta il dito «sulla mancanza di volontà di cancellare le disuguaglianze – attacca ancora -. Non c’è un progetto serio per i giovani, per tenere in Italia quelli istruiti e formati, che scappano all’estero».
Ricordato come sia ora di «dire basta ai condoni», Bizzotto chiede anche «un progetto sulle malattie e gli infortuni su lavoro – sottolinea -. Ci sono tanti casi, anche con invalidità, che ricadono come costi sociali su tutti noi».
Un ultimo appunto è sul Dl sicurezza e sull’Autonomia differenziata.
«Il Dl sicurezza blocca il diritto di manifestare ed esprimere la propria opinione, non possiamo accettare una cosa simile – conclude -. La Legge di Bilancio, poi, travalica la Costituzione, che considera il territorio nella sua universalità: così si creano spaccature e gabbie salariali tra le diverse regioni. E il mancato controllo dei finanziamenti ai privati, che fanno concorrenza al pubblico, non fa che aggravare la situazione».
Uno dei cartelli esposti in Place des Franchises
Sciopero: frattura tra i sindacati
Lo sciopero generale, anche in Valle d’Aosta, ha messo ancora una volta in luce una spaccatura tra i sindacati, vista l’assenza di Cisl e Savt.
«Altre sigle credono che, tenendo aperto il dialogo, si portino a casa più cose – analizza Ramira Bizzotto -. Sono visioni e sensibilità diverse, che non condividiamo. I miei “maestri” mi hanno insegnato a fare le cose, che possono riuscire o meno, e noi dobbiamo dare voce agli invisibili, lavoratori e pensionati».
Rincara la dose Vilma Gaillard.
«Troppi scioperi? – si chiede -. Forse bisogna domandarsi il perché. Sono numerosi, trasversali, partecipati ed esprimono un disagio e una mancata presa di coscienza delle necessità a livello di Welfare e non solo».
Rintuzza Bizzotto.
«I nostri scioperi sono inferiori rispetto a quelli dei sindacati autonomi, che pure li fanno senza controlli – punge la segretaria della Uil -. Noi siamo gli unici a essere precettati, evidentemente perché abbiamo peso politico. Ricordo, però, che lo sciopero è un diritto dei lavoratori, ma anche un disagio».
Le varie sigle
Tanti gli interventi che si sono susseguiti in Place des Franchises.
Cristina Marchiaro, segretaria della Filt Cgil VdA, attacca ad alzo zero, parlando di un settore precettato dal Ministro Matteo Salvini.
«Noi non siamo lavoratori di serie B – esclama, ricordando le varie aggressioni e le vicissitudini sempre più in aumento -. Vogliamo rivendicare i nostri diritti a lavorare in maniera serena, sicura e ben retribuita. Non scioperiamo contro gli utenti, ma per garantire anche le loro esigenze e il loro servizio».
Silvia Gradi, Fp Cgil, ha ricordato le posizioni della sanità.
«Tanti operatori sanitari hanno aderito, ma devono comunque lavorare, perché siamo servizi essenziali, anche se si ricordano di noi solo in queste occasioni – esclama, evidenziando la buona adesione, ad esempio con 7 operatori su 9 al Cea di Hône -. Chiediamo sicurezza, perché le condizioni di lavoro sono molto difficili».
La stoccata arriva sui salari.
«Gli ultra 65enni sono in aumento e c’è bisogno di noi – analizza -. Ma se mi dai un aumento del 5,78% a fronte di un’inflazione al 17% non ha senso; chiediamoci poi perché la fuga in Svizzera è un’emergenza reale».
E annuncia, nel frattempo, lo sciopero del 12 dicembre al Jb Festaz, perché «non abbiamo ottenuto nulla di quanto più volte chiesto».
Raffaele Statti, segretario UILTuCS VdA, rappresenta una «categoria particolare, frastagliata, ma che ha bisogno di tantissime risposte – illustra -. Sono soddisfatto della partecipazione, dovuta anche alle tante assemblee fatte sui luoghi di lavori, peccato non ci sia stato concesso di farle dappertutto».
(alessandro bianchet)