Sciopero generale, la Cisl non ci sarà: «Per la manovra accolte alcune richieste»
Il sindacato, anche in Valle d'Aosta, sceglie la via del dialogo, pur evidenziando delle ombre, e diserta lo sciopero proclamato da Cgil e Uil per il 29 novembre
L’accoglimento di alcune richieste e la volontà di portare avanti il dialogo. C’è questo dietro alla mancata adesione della Cisl, anche in Valle d’Aosta, allo sciopero generale di venerdì 29 novembre.
Cisl VdA non aderisce allo sciopero
A tal proposito, il consiglio generale della Cisl Valle d’Aosta, allargato ai Direttivi di categoria, RSU, RSA, RLS, si è riunito per esaminare le principali tematiche della nuova manovra finanziaria nazionale.
E dall’analisi, alla vigilia dello sciopero di venerdì 29 novembre, il sindacato ha deciso di sottolineare «necessità di maggiore unità e corresponsabilità», decidendo quindi di «non aderire allo sciopero seguendo, invece, la linea del dialogo» che, secondo la Cisl, «ha consentito di raggiungere alcuni risultati, anche se permangono elementi da correggere».
Cisl VdA: «non è la manovra voluta, ma…»
Il sindacato guidato da Jean Dondeynaz sottolinea come la manovra economica del Governo nazionale non sia quella che la Cisl avrebbe voluto, ma è importante anche «dare valore agli obiettivi raggiunti».
La sigla evidenzia che «l’85% dei 24 miliardi individuati vertono su misure di coesione sociale, incentivi e sostegni fiscali al lavoro, alle pensioni e alle famiglie medie e popolari».
Tutti provvedimenti «voluti dal sindacato e conquistati con i negoziati di questi mesi con Palazzo Chigi e con i ministri del Governo».
La Cisl ricorda poi il «taglio strutturale del cuneo e l’accorpamento delle aliquote per i primi scaglioni Irpef, il ripristino della piena indicizzazione delle pensioni, il sostegno alla famiglia ed alla natalità, l’aumento delle risorse sulla sanità, che pure vanno ulteriormente incrementate».
Il sindacato sottolinea anche la detassazione sui premi risultato, le nuove risorse per rinnovare i contratti pubblici, i finanziamenti per la Zes unica al Sud.
«Permangono delle ombre»
Tutto ciò non significa «che non vi siano ombre nella manovra, soprattutto nella parte relativa alle pensioni – spiega ancora nel comunicato la Cisl -. Consideriamo sbagliata e irricevibile l’operazione di stringere le maglie alle quote 103, così come ridurre aliquote e rendimenti per i lavoratori pubblici della sanità, degli enti locali, del comparto insegnanti».
E ancora non piacciono l’incremento dell’importo minimo per l’anticipo della pensione contributiva da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale e le restrizioni di accesso ad Ape Sociale e Opzione Donna.
Mentre sul piano fiscale la Cisl rivendica «la detassazione delle tredicesime per lavoratori e pensionati», arriva la richiesta di «rafforzare ulteriormente le dotazioni economiche per pubblico impiego e sanità», arrivando alla retromarcia sulla riduzione degli organici scolastici, sul blocco del turnover nella PA e sulla necessità di sostenere la legge sulla non autosufficienza.
Il sindacato, inoltre, chiede anche «la riduzione delle tasse al ceto medio, attraverso al taglio dell’aliquota Irpef dal 35 al 33%».
«Sciopero strumento nobile, ma radicale»
Per tutti questi motivi, la Cisl Vda riconosce che lo sciopero «è lo strumento più nobile» per portare avanti «le rivendicazioni, ma è anche il più radicale», tanto che «utilizzarlo in modo automatico e ideologico porti a un suo indebolimento».
Per questo la Cisl opta per uno sciopero «selettivo» (vedi metalmeccanici, trasporto locale e sanità privata).
«Per arrivare a traguardi concreti e duraturi non serve incendiare lo scontro in modo generalizzato ed evidenziamo che la0 manovra presenta alcune migliorie rispetto a quella di un mese fa: merito del confronto responsabile e costruttivo avviato con la controparte – conclude la Cisl -. Il livello di attenzione rimane comunque alto e per questo la Cisl continuerà a esercitare pressione sul Parlamento per migliorare ulteriormente la Manovra e le politiche di sviluppo».
(al.bi.)