Al Pronto Soccorso, un pasto ‘secco’ per i pazienti che aspettano accertamenti
Grazie alla Fondazione Haberling, sono disponibili delle scatole con generi alimentari a lunga scadenza per chi ha concluso l'iter diagnostico ma deve aspettare
Al Pronto Soccorso, un pasto ‘secco’ per i pazienti che aspettano accertamenti.
Una scatola in cartoncino marrone con una bottiglietta d’acqua, tonno, cracker, composta di mele, succo di frutta, crostatina alla marmellata, piattino e posate compostabili.
Ecco la box che sarà disponibile al Pronto Soccorso, destinata ai pazienti che hanno concluso l’iter diagnostico terapeutico, ma che devono ancora concludere gli accertamenti, in attesa di rivalutazione e di consulenza medica.
Utile nei periodi di pressione al Pronto Soccorso
«Si tratta di una risposta concreta e umanizzata alle esigenza di una sanità che, sopratutto nei periodi di picco turistico e di maggiore pressione sul Pronto Soccorso punta a mantenere elevati gli standard di assistenza, assicurando che i bisogni primari dei pazienti non vengano trascurati» scrive l’azienda Usl in una nota.
500 box grazie alla FondazoneHaberling
Si tratta di un servizio sperimentale, possibile grazie ai fondi resi disponibili dalla Fondazione Haberling e che sarà lanciato proprio in vista della stagione turistica invernale, periodo di iper afflusso al Pronto Soccorso.
I pasti secchi – 500 unità – vengono distribuite dal personale sanitario che ne registrerà l’impiego.
«Obiettivo primo, il benessere dei pazienti»
«La decisione di attivare questo servizio nasce dall’impegno dell’azienda Usl nel migliorare costantemente il benessere dei pazienti, anche in condizioni di emergenza – spiega il dottor Stefano Podio, direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza e direttore facente funzione del Dipartimento Emergenza e Accettazione -.
Grazie al contributo della Fondazione Haberling, possiamo offrire un supporto concreto e mirato a chi si trova ad affrontare un’attesa necessaria in un momento delicato del proprio percorso di cura».
«Naturalmente – prosegue il dottor Podio – è importante ricordare che la somministrazione di un pasto è una decisione che spetta esclusivamente allo specialista.
In molti casi, per esami o accertamenti in corso, è necessario mantenere il digiuno, evitando sia cibi che liquidi.
Questo aspetto, sebbene fondamentale dal punto di vista clinico, non sempre è pienamente compreso o accettato dai pazienti e dalle loro famiglie».
Il servizio è destinato ai pazienti ancora in corso di accertamenti e non riguarda i casi di boarding, per i quali continuano a essere previsti pasti normali o urgenti.
Nella foto in alto, al centro, la dottoressa Francesca Naldi, coordinatrice infermieristica del Pronto Soccorso e il dottor Stefano Podio, direttore del Pronto Soccorso.
(re.aostanews.it)