Sicurezza, il sindaco di Aosta: «Nessuna emergenza criminalità»; in arrivo più controlli a piedi
Lungo dibattito sulla sicurezza in città a seguito delle iniziative di Lega e Forza Italia; il primo cittadino annuncia un provvedimento che potrebbe essere preso in accordo con i Carabinieri
«Il percepito, se alimentato, può diventare un mostro, ma con i fatti reali si vede che un’emergenza criminalità, ad Aosta, non c’è». Questo quanto dichiarato dal sindaco Gianni Nuti, nell’ambito della discussione, in consiglio comunale, di due mozioni di Forza Italia e Lega, che chiedevano maggiori interventi alla luce di un presunto problema sicurezza nel capoluogo.
Un confronto forse più ideologico che altro, ma che alla fine ha portato comunque il primo cittadino a dichiarare un possibile accordo con i Carabinieri per «concordare presenze a piedi più intensive e distribuite nel territorio».
Sicurezza: le iniziative
A provare ad accendere la miccia, la mozione di Forza Italia, illustrata dal consigliere Renato Favre, che ha parlato di «dati raggelanti per sicurezza, prostituzione e pornografia minorile», facendo riferimento all’indice della criminalità pubblicato a settembre 2024 da Il Sole 24Ore.
Qui, in particolare, si fa riferimento al 67° posto della città, prima però per sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, ma anche di una situazione «in peggioramento rispetto al passato per tentati omicidi, omicidi colposi, percosse, danneggiamenti e reati relativi agli stupefacenti».
In particolare, le denunce per furto sono 897, quelle per violenza sessuale 15, quelle per danneggiamenti 487, quelle per truffe e frodi informatiche 658 e quelle per estorsioni 31.
Evidenziati poi tre episodi di aggressioni a donne tra parco Lussu, via Sant’Anselmo e via Frutaz, Favre ha chiesto «provvedimenti – ha concluso -. Plaudiamo agli investimenti per implementare i sistemi di videosorveglianza e l’illuminazione pubblica, ma chiediamo alla Giunta di potenziare la presenza sul territorio cittadino, anche nelle ore notturne, delle Forze dell’ordine».
Anche perché «se tutto fosse ingiustificato, questore e forze dell’ordine non avrebbero chiesto di tenere alta l’attenzione».
«Spaccio al Quartiere Cogne»
La consigliera del Carroccio, Sylvie Spirli, ha ricordato, tra le altre cose, «l’aumento dello spaccio» al Quartiere Cogne evidenziato anche dai giornali, «con Arer che avrebbe richiesto direttamente un aumento dei controlli – ha spiegato -. Noi chiediamo allo stesso tempo un aumento della videosorveglianza e di valutare l’istituzione di ronde di sicurezza».
Gianni Nuti: «Nessua emergenza criminalità»
Ha rispedito al mittente le insinuazioni il sindaco di Aosta Gianni Nuti, che ha ricordato come le statistiche riguardino tutta la Valle e, in qualche modo, mistifichino la realtà.
«Se vogliamo rispondere ai bisogni reali, non badiamo alle cose immaginarie – ha esclamato Nuti -. Purtroppo, quando si sbagliano le premesse, anche i numeri sbagliano».
E il sindaco ha riportato i dati forniti dal questore Gianmaria Sertorio, relativi al periodo aprile 2023 – marzo 2024.
«I reati sono stati in flessione, 3.833, del 13,46%, così le violenze sessuali, scese da 16 a 12» ha illustrato Nuti, posando l’attenzione anche su arresti per stupefacenti (da 40 a 31), calo dei reati informatici, leggero incremento dei furti (da 843 a 882) e crollo degli arresti (da 104 a 87), così come delle denunce.
«Ora ditemi dov’è l’emergenza criminalità – ha aggiunto Nuti -. La cosa è stata anche confermata dal Presidente Testolin. Inoltre, abbiamo appena implementato la videosorveglianza: il percepito, se alimentato, diventa un mostro e con i fatti reali questa emergenza non c’è».
Più carabinieri a piedi
Il primo cittadino ha poi sottolineato come, anche alla luce dei cambi al vertice dei Carabinieri, ci sia in animo di «concordare presenze a piedi più intensive e distribuite nel territorio – ha concluso -. La realtà, comunque, non è così allarmante e far diventare dei segnali come un inizio di degrado non fa bene ai cittadini».
Il dibattito
Accorato il dibattito, aperto da Cristina Dattola di Renaissance, che ha sottolineato come le donne sono «più propense a sentirsi insicure quando escono da sole la sera», ricordando come la «città è piccola e facilmente controllabile – ha detto -. I luoghi a rischio si conoscono e le persone devono sentirsi serene e non a disagio».
Sergio Togni (Lega) ha chiesto di «lavorare di più sul percepito, con più luce, pattuglie e meno bivaccamenti; il dato statistico conforta, ma non basta».
Paolo Laurencet (Forza Italia) ha specificato che «la percezione, da qualche parte, nasce. O gli aostani si sono svegliati più paurosi, o ci sono situazioni su cui ragionare – ha aggiunto -. Il parking Carrel, con l’illuminazione dei giardini Lussu, appare ora più tranquillo: non è normale non fare una cosa perché non ci si sente sicuri».
Giovanni Girardini (Renaissance) ha sottolineato come l’intenzione non sia quella di «gridare al Far West o cavalcare il concetto di insicurezza per quattro voti in più – ha detto -. Il cambiamento è palese: non ho mai visto così tante pattuglie in giro, ma è evidente che ci sono punti oggettivamente fragili, statistiche o non statistiche».
Bruno Giordano (Lega e Autonomia & Libertà) non ha sottoscritto la mozione del Carroccio e ha anche ironizzato, chiedendo la «cittadinanza onoraria» per il mendicante presente sempre all’angolo del Bar Villettaz «da oltre 18 anni».
«Pur avendo fatto il comandante di ronde per 25 anni, sono contrario, avrei preferito la richiesta di maggiori controlli – ha spiegato -. Questa è una questione politica, e bisogna capire se vogliamo mandare messaggi di speranza o di paura. Non che il problema non ci sia, ma se lasciamo qualche anfratto non sorvegliato, magari facciamo la felicità di qualche giovane (ironizza ndr.): chi percepisce la Valle come regno dell’insicurezza dovrebbe dotarsi di passaporto e guardia del corpo quando va fuori».
Clotilde Forcellati, assessora alle Politiche sociali, si è detta che enfatizzare o minimizzare, alla fine, «non giova a nessuno, non facciamo il bene – ha argomentato -. Dobbiamo mettere insieme i numeri e la percezione personale, facendocene carico in maniera di non danneggiare la gente: io giro per le strade tranquilla, vorrei che tutti si sentissero così».
A chiudere, Roberta Carla Balbis (Renaissance).
«Non vorrei ronde, ipercontrollo ed eccessi di protezione, ma in certe zone della città si vive meno la sensazione di essere liberi – ha rimarcato -. Serve un ragionamento sullo stato di quei luoghi che, essendo più abbandonati, favoriscono certe percezioni».
(al.bi.)