Marzi punta il dito contro Manfrin: «Cerca solo visibilità politica»
Lo ha detto l'assessore regionale alla Sanità e politiche sociali, Carlo Marzi, rispondendo in aula ad un'interrogazione a risposta immediata di Andrea Manfrin (Lega Vda) che chiedeva conto della rasatura a zero subita da un anziano ospitato nella Rsa di Variney senza informarne i parenti
Marzi punta il dito contro Manfrin: «Cerca solo visibilità politica». Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità e politiche sociali, Carlo Marzi, rispondendo in aula ad un’interrogazione a risposta immediata di Andrea Manfrin (Lega Vda) che chiedeva conto della rasatura a zero subita da un anziano ospitato nella Rsa di Variney senza informarne i parenti.
L’assessore
«Troviamo inusuale l’utilizzo degli strumenti consiliari per arrivare a un simile dettaglio ispettivo. Perché questo livello ispettivo potrebbe quasi far pensare che spetti al Consigliere questo livello gestionale. Ma siccome non è così, forse, la sola motivazione che resterebbe è quella di crearsi momenti di visibilità politica. Esistono, infatti, strumenti e possibilità dirette di contatto con le strutture per i cittadini più adeguate ed efficaci alle loro esigenze di questa Aula».
La denuncia
«Un utente è stato rasato a zero – ha detto Manfrin in Consiglio Valle – senza alcuna motivazione apparente se non per un atto di goliardia motivato dalla volontà di preparare questa persona a un ipotetico matrimonio con un’altra utente della struttura. Ricordiamo che il taglio di capelli forzato rientra nella fattispecie del reato di violenza privata».
La spiegazione
La replica dell’assessore: «L’evento si riferisce alle azioni messe in campo dal personale di struttura a seguito della necessità emersa di procedere a una specifica esigenza di cura di un ospite: dopo il lavaggio del capo risultavano infatti presenti squame e crosticine che impedivano l’applicazione efficace dell’olio idratante. Un infermiere riteneva quindi di procedere al taglio dei capelli per favorire l’applicazione dell’olio idratante sulla cute. Il giorno successivo alla richiesta di chiarimenti da parte dei famigliari venivano fornite le spiegazioni del caso: la famiglia ha dichiarato di avere compreso e accettato i chiarimenti».
La replica
«Non ci risulta – ha ribattuto Manfrin – che la famiglia abbia accettato la spiegazione ricevuta. Gli autori dell’azione hanno telefonato ai familiari dell’utente per scusarsi e successivamente si sono tenuti vari incontri per chiarire l’accaduto che non hanno spiegato alcunché né placato le contestazioni. Siamo di fronte a un fatto di estrema gravità».
(re.aostanews.it)