Giro Valle d’Aosta, Davide Cassani: «Chi vince o si fa notare qui ha un futuro sicuro»
L'intervento durante il convegno Lo Sport, fattore di promozione turistica territoriale, sviluppo sociale e stimolo generazionale alla pratica sportiva per il benessere fisico e salutare
«Chi vince o si fa notare al Giro della Valle d’Aosta ha un futuro sicuro, è una certezza». Così Davide Cassani, ex ciclista e commissario tecnico della nazionale e noto commentatore tv, a proposito del Giro della Valle d’Aosta, giunto alla 60ª edizione nel 2024. Il traguardo del Petit Tour è stato celebrato durante il convegno Lo Sport, fattore di promozione turistica territoriale, sviluppo sociale e stimolo generazionale alla pratica sportiva per il benessere fisico e salutare. L’evento è stato ospitato ieri, martedì, all’auditorium di Cva a Châtillon.
Le parole di Davide Cassani
«Il Giro della Valle è un riferimento, è una corsa complicata – prosegue Cassani -; lo conferma la serie impressionante di nomi che, dopo avervi ben figurato, sono diventati protagonisti del ciclismo mondiale. Accade anche in questo momento con Ludovico Crescioli che, salito sul podio finale a luglio, è diventato poi professionista».
Sorride il presidente della Società Ciclistica Valdostana Riccardo Moret. “Sentire grandi campioni di ogni epoca affermare con convinzione il valore del Giro e percepire la considerazione di questa manifestazione che si ha fuori dalla regione è uno stimolo per migliorare ulteriormente – esclama -. D’altronde 60 anni è una cifra significativa. Il Giro della Valle d’Aosta è la corsa ciclistica più longeva al mondo della categoria under 23».
Moret pone l’accento anche sugli altri temi della giornata. «Abbiamo voluto evidenziare come gli eventi possano diventare uno stimolo per le nuove generazioni a praticare sport, stare all’aria aperta – dice -. Inoltre ci si confronta sull’importanza dal punto di vista turistico e culturale di appuntamenti come il Giro che con la diretta streaming raggiunge decine di migliaia di visualizzazioni. È una bella vetrina per la regione».
Giulio Grosjacques: «Calendario fitto, la Valle d’Aosta investe sullo sport»
L’assessore regionale al Turismo, sport e commercio Giulio Grosjacques si sofferma sul calendario di eventi dei prossimi mesi. «Il Giro della Valle è un esempio di evento di cui si parla sui media nazionali e le cui ricadute positive giungono sul territorio. Il calendario di fine 2024 e di inizio 2025 è particolarmente fitto e di valore, a testimonianza di come la Valle d’Aosta investa fortemente sullo sport e lo sport punti sulla Valle d’Aosta».
Gli altri interventi
Numerosi ospiti hanno impreziosito l’incontro. «Io, al contrario di Chiappucci, ho vinto il giro della Valle – esclama divertito Wladimir Belli, protagonista del ciclismo anni 90, rivolgendosi allo stesso “Diablo” -. Ricordo la soddisfazione, oltre che la fatica. Quelli legati all’età giovanile divengono ricordi che, trascorso il tempo, sono forse ancora più emozionanti rispetto ad altri».
Claudio Chiappucci, più volte sul podio del Giro d’Italia e del Tour de France, aggiunge: “È strano scorrere le foto d’archivio. Sorprende la differenza nelle bici, è un mondo lontano rispetto a ora. Pensavamo di essere moderni tecnologicamente, ma da quel momento con le innovazioni si è volato. Sono anche cambiate le rivalità, da sempre il sale di questo sport. Noi ci incontravamo costantemente durante tutte le corse dell’anno e adesso non è così».
Davide Cassani: «In passato si andava avanti con ogni condizione»
Cassani rimarca: «Non mettiamo in dubbio le scelte che si effettuano ora come le corse stoppate durante le perturbazioni. Ma pensiamo che nel passato si andava avanti con pioggia, neve o ogni altra condizione. Ciò che non cambia è che, al netto di tutti i miglioramenti tecnici, oggi come in passato chi sale in bici va a mille. Ognuno cerca il proprio limite».
Le gesta eroiche che hanno costruito l’immaginario romantico ed epico del ciclismo rivivono ulteriormente nella narrazione di Franco Balmamion (vincitore del Giro d’Italia 1962 e 1963); Gianni Motta (vincitore del corsa rosa nel 1966) e Italo Zilioli (più volte sul podio del Giro d’Italia). I tre scherzosamente battibeccano a proposito di sfide personali e duelli con Gimondi e Merckx.
«Quando sento parlare di files inviati dopo gli allenamenti, diete e mental coach sorrido perché non esisteva lontanamente nulla di tutto ciò – commenta Balmamion -. Era un ciclismo in cui si faticava, ma c’era anche un lato umano che permetteva di divertirsi tra noi. Bisognerebbe recuperare un po’ da quel punto di vista, rispetto agli eccessi tecnologici ed economici».
Zilioli, vincitore della prima semitappa della storia del Giro della Valle e successivamente protagonista come direttore sportivo, conferma. «Manca il rapporto, manca il viversi anche dopo le tappe, confrontarsi umanamente», dice.
Motta però è convinto: «Pur con tutti i cambiamenti, il ciclismo è ancora molto bello. Chiaramente la nostra epoca è distante, quando vinsi il Giro della Valle nel 1963 mi iscrissi da solo, per ultimo e fui accompagnato da alcuni amici e mio fratello».
Gli altri protagonisti
Ricco il pomeriggio di Châtillon, con tanti interventi interessanti.
A completare il quadro ci hanno pensato la medaglia d’oro olimpica di fondo Marco Albarello; lo speaker del Giro d’Italia Paolo Mei; il giornalista sportivo Franco Bocca; Cesare Cossavella e Paolo Ghiggio (autori del libro “Giro della Valle d’Aosta storia di amicizia campioni montagne paesaggi e fatica”); la sovrintendente agli studi Marina Fey; il coordinatore di educazione motoria, fisica e sportiva Nunzio Totaro; il presidente della Fiab Aosta a Vélo Natale Dodaro e il presidente di Adava Luigi Fosson.
Nel corso del pomeriggio sono stati premiati per il loro lungo, costante e appassionato impegno nell’organizzazione del Giro della Valle d’Aosta Renzo Odisio e Luciano Viérin.
(Luca Mauro Melloni)