Rifiuti sempre più cari: +20,3% la Tari della Valle d’Aosta
Il valore medio della Tari in Valle d'Aosta è di 356 euro, il 20,3% in più rispetto ai 303 euro dello scorso anno; cresce anche la raccolta differenziata che ha superato il 65%
La spesa media dei cittadini valdostani per la Tari, la tassa sui rifiuti, è di 356 euro, il 20,3% in più rispetto ai 303 euro dello scorso anno.
Cresce anche la raccolta differenziata che supera il 65% con una percentuale del 66,1%.
È quanto emerge dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva.
L’indagine ha interessato le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024, e ha preso come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone e una casa di proprietà di 100 metri quadri. I costi rilevati sono comprensivi di Iva (ove applicata) e di addizionali provinciali.
Per quanto riguarda la produzione di rifiuti urbani, ad Aosta è di 491,5 kg pro capite con una percentuale di differenziata pari al 69,2%.
A livello regionale i cittadini valdostani conferiscono 616,1 kg di rifiuti all’anno a testa con una percentuale di differenziata del 66,1%.
Il quadro nazionale
A livello nazionale nel 2024 la spesa media annuale per la famiglia tipo individuata è di 329 euro con un aumento del 2,6% circa rispetto all’anno precedente.
Il Trentino Alto Adige è la regione più economica (203 euro), mentre la Puglia è la più costosa (426,50 euro con un aumento di oltre il 4% rispetto all’anno precedente) Catania è il capoluogo di provincia in cui, come lo scorso anno, si paga di più: 594 euro annui, senza variazioni sul 2023; Trento invece è quello in cui si paga meno: 183 euro, di poco inferiore rispetto al 2023.
Dalla top ten dei capoluoghi più costosi escono Benevento, Latina, Messina e Salerno; entrano invece Andria, Cagliari, Pistoia e Trapani.
Dalla top ten dei meno cari, esce Bolzano ed entra Siena.
Sono state riscontrate variazioni in aumento in 84 capoluoghi sui 110 esaminati; variazioni in diminuzione in 20 capoluoghi e situazioni sostanzialmente invariate nei casi restanti.
La differenziata
Secondo i dati raccolti dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) in Italia nel 2022 sono state prodotte circa 29,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (-1,8% rispetto al 2021).
La produzione pro capite è di circa 494 chilogrammi per abitante (-1,6% rispetto al 2021), con valori più elevati al Centro (532 Kg/ab.) seguito dal Nord (506 kg/ab.) e dal Sud (454 Kg/ab.).
La media nazionale di raccolta differenziata ha raggiunto il 65,2% (+ 1,2% rispetto al 2021) mentre il 18% dei rifiuti urbani prodotti finisce in discarica. A livello di aree geografiche il Nord si posiziona al primo posto (71,8%) seguito da Centro (61,5%) e Sud (57,5%).
A livello di capoluoghi di provincia, la percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65% è stata raggiunta da poco più della metà di essi (57%).
In 20 capoluoghi di provincia siamo ancora al di sotto dell’obiettivo del 50%, il cui raggiungimento era previsto nel 2009. Tra questi spiccano Palermo, con percentuale di raccolta differenziata al 15,6%, Crotone al 21,4%, Catania al 22% e Foggia al 26%.
Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti differenziati nel 2022 la percentuale più elevata è relativa alla frazione organica (38,3%), seguita da carta (19,3%) e vetro (12,3%) e plastica (9%). Le percentuali più basse riguardano i Raee(1,4%) e i rifiuti tessili (0,8%).
Qui il report completo sul Dossier-Rifiuti-2024.
(re.aostanews.it)