Salute: utilizziamo (troppo e male) gli antibiotici: «entro il 2025, necessario ridurli del 10%»
La Valle d'Aosta ha adottato un Piano per il contrasto del'antimicrobico-residenza studiato da un'apposita governance, nel più ampio concetto di One Health, mettendo in relazione ambiente, clima e salute
Salute: utilizziamo (troppo e male) gli antibiotici: «entro il 2025, necessario ridurli del 10%»
Usare gli antibiotici con responsabilità fermo restando che meno è meglio.
Piano per il contrasto dell’antimicrobico-resistenza
In estrema sintesi, è il messaggio che l’azienda Usl lancia in occasione della Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici che si celebra lunedì 18 novembre.
La nostra regione ha adottato un Piano per il contrasto dell’antimicrobico-resistenza che entro il 2025 vuole arrivare a una riduzione del 10%.
Consumo ospedaliero di antibiotici è solo del 13%
In Valle d’Aosta, come ha spiegato il responsabile della Farmacia territoriale dell’azienda Usl Valle d’Aosta Jacopo Luboz, il consumo ospedaliero è solo del 13% mentre il restante 87% arriva dal territorio.
«I dati sono del 2022 e fotografano il 13% di antibiotici somministrati in ospedale; di quel’87%, il 30% arriva da prescrizioni dopo cure odontoiatriche o specialistiche mentre il 57% arriva dal territorio attraverso il Sistema Sanitario nazionale.
Usiamo troppi antibiotici
Nel confronto con il bel Paese, la Valle d’Aosta ha un consumo più basso di antibiotici, ma il confronto con l’Europa non ci premia.
La Valle d’Aosta fa registrare il 16,7% di dosi quotidiane in più rispetto alla media europea.
«Il consumo va combattuto dove non necessario – ha spiegato il dottor Luboz, specialmente nel contesto delle infezioni respiratorie alte.
Gli antibiotici non sono efficaci contro le infezioni virali come influenza e raffreddore.
Medici di medicina generale e prescrizioni non necessarie
«Su 100 pazienti con raffreddore o influenza che entrano in un ambulatorio di un medico di medicina generale, 15/20 escono con la prescrizione di un antibiotico non necessario» ha precisato il responsabile della Farmacia territoriale.
Usare l’antibiotico con responsabilità significa non utilizzarli contro le malattie virali poiché è inutile e si contribuisce alla resistenza antibiotica.
Allo stesso modo, è bene concludere l’iter ciclo prescritto, fondamentale per evitare recidive.
La corretta conservazione degli antibiotici è fondamentale per mantenerne l’efficacia e lo stesso principio ‘meno è meglio’ si deve applicare agli animali da compagnia, attenendosi alle indicazioni del veterinario.
Una governance regionale
La questione del contrasto all’antimicrobico-resistenza è una questione complessa che impegna una governance regionale appositamente costituita.
Lo ha spiegato l’assessore alla Sanità Carlo Marzi.
«Gli antibiotici sono uno strumento essenziale per contrastare diversi tipi di infezione ma è necessario contrastarne un utilizzo eccessivo e inappropriato, che facilitando lo sviluppo di batteri “resistenti” ne limita l’efficacia, dando vita a problemi di salute pubblica a livello mondiale che le istituzioni devono fronteggiare attraverso azioni di prevenzione, sorveglianza e monitoraggio, nonché di formazione, informazione e ricerca» commenta l’assessore Carlo Marzi.
«Con il Piano regionale di contrasto all’antimicrobico resistenza, frutto della stretta collaborazione tra i Dipartimenti regionali sanità e salute e Ambiente con l’azienda Usl, l’Arpa e la sezione regionale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale – aggiunge l’assessore Marzi – abbiamo costituito una apposita governance regionale che impegna trasversalmente tutti gli ambiti e i soggetti coinvolti nella programmazione di azioni di informazione e formazione, nell’ambito di una strategia comune multidisciplinare che vede la sanità umana integrarsi con gli aspetti legati all’ambiente e alla sanità animale».
Le infezioni ospedaliere
La dirigente biologa dell’azienda Usl Elisa Perri ha parlato delle infezioni ospedaliere evidenziando come, «nonostante la Valle d’Aosta abbia un valore più basso della media nazionale, 4%, il rischio non è mai completamente eliminabile, anche perchè influenzato da numerose variabili.
Dall’entrata in vigore del Piano per il contrasto dell’Antimicrobico-resistenza sono state potenziate le attività di prevenzione rafforzando il concetto One Health.
Arpa: ambiente, salute e clima
Dell’approccio One Health, e del legame imprescindibile tra ambiente, salute e clima ha parlato il direttore generale dell’Arpa Valle d’Aosta Igor Rubbo che ha indicato la resistenza antimicrobica come «una delle principali problematiche e di salute pubblica, se non la principale, tra quelle emergenti».
Il dottor Rubbo ha fatto riferimento alle morti correlate al cambiamento climatico, «per esempio stress da caldo o altre patologie scatenate dal caldo». Milioni di persone nel mondo si ammalano a causa del cibo e il primo vettore di malattia o contagio è l’acqua, «ma le evidenze scientifiche individuano anche la matrice suolo e la matrice aria, dove si annidano microbi e batteri che resistono agli antibiotici.
Arpa fa la sua parte dal punto di vista ambientale attraverso la ricerca e la prevenzione, per esempio attraverso il campionamento delle acque superficiali, nei torrenti e negli acquedotti, nei depuratori, in entrate e uscita».
Anche la dottoressa Sandra Ganio, direttrice della Struttura Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’azienda Usl ha ribadito l’importanza del Piano per il contrasto dell’Antimicrobico-resistenza nell’ottica one health, includendo ambiente e medicina veterinaria.
«Non abbiamo, in Valle, allevamenti intensivi dove si utilizzano mangimi medicati, cioè con antibiotici – ha detto la dottoressa Ganio -.
Gli antibiotici non arrivano nel piatto; c’è un tempo di sospensione tra la somministrazione degli antibiotici e il consumo delle derrate alimentari quali carni, uova e altri alimenti che mette al riparo i consumatori.
«C’è anche un sistema di tracciabilità del farmaco veterinario e altri correttivi che hanno permesso, negli ultimi 10 anni, di ridurre del 57% l’utilizzo dei farmaci sugli animali» ha detto la direttrice dell’Igiene degli allevamenti e produzioni zootecniche.
La dottoressa Ganio ha anche fatto riferimento agli animali da compagnia: «anch’essi sono soggetti a malattie batteriche e come per gli umani, l’antibiotico deve essere usato solo se prescritto dal medico veterinario, attenendosi con scrupolo alla posologia e durata del trattamento».
Nella foto in alto, Sandra Ganio, Igor Rubbo, Carlo Marzi, Jacopo Luboz e Elisa Perri.
(cinzia timpano)