Aspiranti guide morte sotto la valanga: conclusa l’indagine, contestato l’omicidio colposo plurimo all’istruttore
Nell'incidente avvenuto il 13 aprile 2023 persero la vita Lorenzo Holzknecht, Elia Meta e Sandro Dublanc
La procura di Aosta ha concluso l’indagine sulla morte di tre aspiranti guide alpine nella zona della Tsanteleina, al confine tra Italia e Francia. L’unico indagato è l’istruttore Matteo Giglio, che è l’unico sopravvissuto alla tragedia, a cui viene contestato l’omicidio colposo plurimo.
Chiusa l’indagine sulla morte delle aspiranti guide morte
L’avviso di conclusione indagini è stato notificato nelle scorse settimane. La difesa di Giglio ha ora la possibilità di produrre documentazione o chiedere l’interrogatorio. Dopo, il pm si determinerà in merito all’eventuale richiesta di processo.
Il 13 aprile 2023 persero la vita il campione di scialpinismo Lorenzo Holzknecht (38 anni), il finanziere Elia Meta (37) e il maestro di sci Sandro Dublanc (44).
In un primo momento, il pm Giovanni Roteglia aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo. Dopo una memoria presentata dall’avvocato dei familiari di Holzknecht, però, era arrivata la revoca della richiesta di archiviazione da parte dello stesso sostituto procuratore. Le difese delle famiglie delle vittime hanno lavorato congiuntamente.
La svolta dai dati contenuti in un cloud
La prima consulenza della procura di Aosta sui dispositivi elettronici (cellulari e smartwatch) non aveva consentito di estrarre i dati relativi ai tracciati seguiti dalle vittime.
La procura, sulla base del racconto, ritenuto credibile, di Giglio, aveva quindi chiesto l’archiviazione. Secondo Giglio, la valanga si era staccata al passaggio di Dublanc. I corpi erano stati individuati e recuperati, in territorio francese, solo nella mattinata di venerdì 14 aprile.
Dopo il dissequestro, i dispositivi elettronici sono stati riaccesi e sono stati sincronizzati i dati. In particolare, quelli trasmessi dagli smartwatch e che non erano contenuti nel dispositivo. Da lì, una nuova consulenza che ha consentito di estrarre i tracciati precisi.
La perizia ha consentito di ricostruire con esattezza il percorso e le posizioni delle vittime, comprese le pause.
La procura ha chiesto così l’incidente probatorio, per ottenere una perizia di uno scialpinista professionista per ricostruire il percorso e rilevare se da parte di Giglio fossero stati commessi errori.
Gli esiti della perizia
Secondo quanto depositato dal professionista, ci sarebbero stati due profili di colpa. Il primo riguarda il mancato utilizzo dell’air bag. Non esistono, tuttavia, norme che impongano l’utilizzo obbligatorio del dispositivo. Per il consulente, poi, il modo in cui è stata affrontata la discesa non sarebbe quello che corrisponde alla massima prudenza possibile, che avrebbe potuto almeno ridurre il numero di vittime.
Nella perizia, il professionista ha affermato che la discesa avrebbe dovuto essere affrontata uno alla volta e senza fermate intermedie. Questo, però, supponendo che il punto di arrivo fosse sicuro rispetto al rischio valanghe. Giglio, in sede di interrogatorio, aveva riferito agli inquirenti che durante la discesa, avvenuta in modo scaglionato, erano previste delle soste.
Da lì, la contestazione di omicidio colposo plurimo. La procura non procederà, invece, per il reato di valanga, non essendo emersi elementi che potessero far pensare a responsabilità in capo all’unico sopravvissuto.
(t.p.)