«La discarica di Pompiod non deve essere riaperta» la richiesta di Legambiente e Valle Virtuosa
Le associazione, in seguito a anni di ricerche, chiedono la revoca di tutti gli atti amministrativi di concessione e rinnovo relativi alla discarica di Pompiod e la chiusura definitiva
La discarica di Pompiod, ad Aymavilles, deve chiudere definitivamente.
È la conclusione alla quale Legambiente Valle d’Aosta e Valle Virtuosa sono arrivate dopo anni di approfondimenti e verifiche sulla discarica di rifiuti speciali inerti di Pompiod.
Le associazioni chiedono «con fermezza» la revoca della concessione e del rinnovo della gestione della discarica, «nonché la sua bonifica e chiusura definitiva».
Secondo le associazioni sono numerose le criticità emerse in fase processuale (molte delle quali ad oggi irrisolte), dalle irregolarità amministrative a quelle gestionali, con potenziali «gravi danni per l’ambiente e la salute pubblica, e a nostro parere in contrasto con le normative nazionali ed europee violando i normali criteri di prudenza in materia».
I motivi di impedimento per la riapertura
Le associazioni elencano, in una nota, le principali ragioni che impedirebbero la riapertura della discarica.
Si va dal mancato aggiornamento della Valutazione di impatto ambientale, al mancato rispetto dei criteri di ammissibilità per rifiuti inerti.
Dal contrasto con il Piano Regionale di gestione dei rifiuti che prevede solo impianti per materiali inerti da demolizione e costruzione, escludendo rifiuti speciali, alla non conformità ai criteri costruttivi, alle distanze inadeguate dall’abitato, solo 70 metri, dall’area agricola e dai siti di interesse (Castello di Aymavilles, miniere di Pompiod siti Natura 2000 per i pipistrelli).
Anche la barriera di confinamento risulta insufficiente e non è stato presentato nessun calcolo per valutare la resistenza del telo in Pead, che non garantisce sufficiente durabilità e resistenza.
Le associazioni evidenziano la carenza di indagini geotecniche sui materiali sottostanti la discarica, l’elevato rischio di instabilità della massa dei rifiuti, un controllo insufficiente sui sistemi di contenimento e abbattimento delle polveri e un monitoraggio delle acque sotterranee inadeguato.
Legambiente VdA e Valle Virtuosa inoltre ricordano i conferimenti illegittimi accertati dalla Procura effettuati dal giugno 2018 (anno di riapertura della discarica) fino all’agosto 2019.
«La presenza della discarica provoca disagi continui alla popolazione locale, soprattutto in termini di traffico di mezzi pesanti e diffusione di polveri nell’atmosfera» aggiungono le associazioni evidenziando anche l’incompatibilità con gli obiettivi turistici della zona e con le nuove normative in materia di rifiuti inerti.
«Lo studio commissionato dalla Regione all’Arpa, che suggerisce la necessità di riaprire Pompiod, presenta diverse lacune» osservano le associazioni.
Si gonfia il fabbisogno di discariche
«Ad esempio, le stime sulla durata residua delle discariche non tengono conto del tasso di riciclo degli inerti, già al 74% in Valle d’Aosta. Ciò implica che solo il 26% dei rifiuti inerti dovrebbe effettivamente essere smaltito in discarica» con la durata residua della discarica che «risulterebbe circa quattro volte superiore rispetto a quanto stimato nello studio Arpa».
«Nonostante ciò, “per sicurezza,” nell’eventualità della realizzazione di grandi opere, Arpa ha ipotizzato anche un fabbisogno di smaltimento pari al doppio della quantità media di rifiuti prodotti tra il 2013 e il 2021».
«Si tratta di stime evidentemente poco attendibili, che gonfiano il fabbisogno di nuove discariche, giustificando in modo improprio la necessità di riaprire Pompiod».
In conclusione, Valle Virtuosa e Legambiente VdA «non escludono di adire alle vie legali per impedire la terza riapertura della discarica di Pompiod», inclusi ricorsi al Consiglio di Stato, «per garantire che il diritto alla salute pubblica e alla protezione ambientale vengano rispettati».
(e.d.)