Rally: le emozioni di Darwin Salvoldi e Marika Tripepi alla vigilia del Rally della Lanterna
I due giovani valdostani saranno al via, assieme ad altri 13 rossoneri, della finale della Coppa Rally di Zona in programma fino a domenica sulle strade genovesi
Darwin Salvoldi e Marika Tripepi pronti per il Rally della Lanterna.
I due giovani valdostani si sono qualificati per la finale della Coppa Rally di Zona.
L’equipaggio rossonero ha prevalso in classe K10 nella Zona 2.
Alla gara genovese sara al via anche Elwis Chentre, vincitore sia nella Zona 1 che nella Zona 2.
Il Rally della Lanterna assegna la Coppa di Zona
Cala nel fine settimana il sipario sulla Coppa Rally di Zona.
Il circuito nazionale si concluderà sabato e domenica con il Rally della Lanterna.
La gara si aprirà ufficialmente domani mattina con lo shakedown in programma dalle 8 alle 14.
Alle 15.30 la prima vettura scatterà da piazza della Vittoria.
Sabato sono in programma due prove speciali: la Sant’Eusebio (16.05) e la Laccio (17.05).
Domenica la gara entrerà nel vivo con due passaggi sulle altre tre prove speciali: Portello (9.10 e 14.15), Bruneto (9.55 e 15) e Massimo Canevari (10.25 e 15.30).
Il vincitore arriverà sulle pedana di piazza della Vittoria alle 17.
Tanti valdostani al via del Rally della Lanterna
Elwis Chentre, navigato da Max Bay, guida una folta pattuglia rossonera.
Al via ci sanno anche Fulvio Calvetti-Giulia Conti; Fabrizio Lovati-Vincenzo Della Fazia; Patrich Chironi-Yannick Joly; Patrick Durand-Pietro Catroppa; Didier Nex-Barbara Favre; Denis Letey-Annalisa Vercella; Darwin Salvoldi-Marika Tripepi.
Darwin Salvoldi: «Accedere alla finale è una soddisfazione forte»
Darwin, la finale è un traguardo o un punto di partenza?
«L’accesso alla finale è stata una soddisfazione forte, tanto più perché inaspettata. Era il primo anno, per noi, in un intero campionato dopo alcune gare in Zona 1 lo scorso anno. Abbiamo iniziato cercando di non correre troppi rischi. Poi, ci siamo accorti che gli avversari erano alla nostra portata e abbiamo acquisito consapevolezza. Ora, vorremmo quel “passino” in più al “Lanterna”, per progredire ancora nel nostro percorso di crescita».
Tra le gare di quest’anno, quale le è parsa più congeniale al suo stile di guida?
«Direi il Rally Il Grappolo. Al Rally delle Palme abbiamo un po’ remato, perché non conoscevamo le strade, per il resto direi comunque bene.
Darwin Salvoldi: «Una R5 è un obiettivo da raggiungere»
Lei corre con una Citroën C2: una R5 resta un sogno?
La C2 mi piace perché è facile e divertente, tra l’altro è di proprietà, l’ho acquistata qualche tempo addietro. Per una R5 sinceramente al momento mi manca ancora un po’ di esperienza, magari tra qualche anno. Certo, è un sogno, ma preferirei definirlo un obiettivo, budget permettendo ovviamente. Con lo stesso investimento potrei correre una gara con una R5, ma un’intera annata con una K10 e, in questo caso, opterei per la seconda soluzione.
Darwin Salvoldi: «Che emozione correre il Valle d’Aosta»
Al “Valle” si provano sensazioni uniche, per un enfant du pays.
«Andavo già da bambino sulle speciali. Poi, nel 2019, ho iniziato a correrlo e l’emozione, lo confermo, è particolare, già dalla partenza all’Arco d’Augusto. Confesso che mi perdevo nel guardare sui muretti se c’era qualcuno che conoscevo e che tifava per me. Indescrivibile».
I rally sono gare parecchio dispendiose che richiedono sforzi notevoli dal punto di vista finanziario.
«È così. Infatti ci tengo a ringraziare gli sponsor e tutti coloro che hanno creduto e credono in noi, permettendoci di partecipare al campionato. Un ringraziamento speciale va ai nostri genitori, i nostri primi tifosi, che tanto ci supportano e al Team B&B di Osvaldo Biglia».
Darwin Salvoldi: «La passione ti porta a fare i salti mortali»
Dal punto di vista sportivo, lei denota una certa poliedricità, a partire dai “carretti”.
«Le corse con i carretti rappresentano una sorta di rally in miniatura, gli elementi sono comuni: velocità, cronometro, strada e adrenalina assicurata. Poi, calcio e rebatta, quest’ultima disciplina ho dovuto lasciarla per gli impegni concomitanti con il calcio. È la passione a far sì che interessi di diversa natura si incastrino con il lavoro, anche se a prezzo di salti mortali».
Marika Tripepi: «Lacrime di gioia alla notizie della qualificazione»
Marika, cosa significa anche lei al “Lanterna”, al fianco di Darwin.
«Non ce l’aspettavamo ed è stato bellissimo. Rispetto all’anno scorso abbiamo cambiato Zona e ci siamo detti “vedi che ce la facciamo”, ma senza illuderci troppo, perché la disillusione è un sentimento bruciante. Poi sono arrivati i risultati. Prima del verdetto ufficiale, mi sentivo che era andata. Sono scese le lacrime di gioia, in quel momento si scioglieva la tensione ma, soprattutto, nel cuore si sublimavano i sacrifici, molti, per essere al via nelle gare della Coppa».
Marika Tripepi: «Andiamo avanti con i piedi ben piantati per terra»
Quasi sono stati i fattori per centrare un traguardo così prestigioso come la finale di Coppa di Zona?
«Tanto, tanto impegno per migliorare costantemente. È un percorso di crescita, sia professionale che personale. E piedi di piombo, vivere la realtà».
All’interno della coppia in abitacolo, lei presenta doti manageriali e gestionali.
«L’ho appena detto: piedi bene piantati a terra. E parlo della ricerca degli sponsor, in primo luogo, ricerca che occupa tutta la stagione (non basta ciò che si ricava all’inizio) e che non è facile, dato il momento economico poco favorevole. Occorre redigere un programma, che ovviamente va adattato alle circostanze che possono cambiare, agli imprevisti, a una rottura, a un incidente, per fare solo due esempi. Quindi, avere in mente anche un piano B. In effetti, mi riconoscono altresì doti di mediazione, con il Team, i meccanici, lo smussare gli angoli è importante.
Anche per lei il ruolo della famiglia riveste un ruolo significativo?
«Assolutamente sì. La famiglia costituisce un tassello decisivo, il supporto che assicura non è in alcun modo quantificabile».
Marika Tripepi: «Grazie a Darwin ho coltivano una passione che avevo fin da piccola»
Come ha incontrato i rally?
«È un qualcosa che devo a Darwin. La passione esisteva già da piccola ma è grazie a lui se sono entrata in quel mondo e se mi sono iscritta al corso per navigatori. Tra noi c’è sempre la ricerca di una sintonia».
I vantaggi e gli svantaggi di correre con il partner nella vita?
«I vantaggi stanno nella sintonia, come accennavo, nel conoscerci molto bene, nel sapere fin dove puoi spingerti, fino a quale limite. Gli svantaggi consistono nella maggiore libertà che senti nel rispondere a tono, come non faresti con altri e come non dovresti, nel portare i problemi a casa. Ma i vantaggi prevalgono: nulla è paragonabile alla condivisione nella vittoria e anche nella sconfitta, che è occasione di crescita.
(enrico formento dojot)