Fascisti di m… andatevene! E in Cittadella scoppia la rissa
Esponenti politici aggrediti verbalmente e con qualche spinta, parole grosse («fascisti di m…a, qui non siete i benvenuti, andatevene»), un clima di tensione e anche un giornalista portato via e identificato in Questura in quella che doveva essere la festa di chiusura di FrontDoc nei locali di Plus Aosta (l’ex Cittadella dei Giovani in via Garibaldi, a due passi dall’Arco d’Augusto).
Da programma, doveva esserci Calici&Schermi, la speciale premiazione del concorso che abbina vini ai film vincitori. Poi, il concerto dei Meganoidi e il dj set. Questo, il contesto. A un certo punto, all’evento arrivano due noti esponenti di Fratelli d’Italia, Lorenzo Aiello, responsabile cittadino e Armando Mascaro, consigliere comunale di minoranza a Saint-Pierre e candidato sindaco nel 2022.
Il racconto
«Siamo arrivati lì con Aiello dopo una cena – racconta Armando Mascaro -. Saremo rimasti una mezz’oretta e abbiamo parlato anche con Philippe Milleret (esponente di Pays d’Aoste Souverain, ndr). Una ragazza ha detto a me e Aiello che non eravamo graditi, che i fascisti lì non erano i benvenuti e che era una serata antifascista. Ci siamo ritrovati accerchiati e qualche spintone c’è stato. Mi dispiace che nessuno del bar sia intervenuto per evitare che l’episodio accadesse o degenerasse, al contrario, gli unici a fare qualcosa sono stati gli organizzatori di FrontDoc».
L’episodio è avvenuto tra il bar e la piazzetta dell’ex Cittadella, poco dopo l’una di notte tra sabato e domenica.
«FrontDoc è rammaricato per l’accaduto e per il fatto che una festa all’insegna del cinema e dello stare insieme diventi un’occasione di tensioni, in disaccordo con lo spirito inclusivo, partecipativo e democratico che caratterizza la nostra manifestazione», fanno sapere dall’organizzazione. Contattati, i due direttori artistici Nora Demarchi e Gian Luca Rossi hanno escluso che tra i responsabili dell’accaduto ci fossero addetti ai lavori riconducibili all’organizzazione di FrontDoc. «Si trattava di alcuni partecipanti alla serata – dice Rossi -. In tutto sarà stata coinvolta una decina di persone».
Demarchi aggiunge: «Per noi chiunque è il benvenuto e non facciamo discriminazioni politiche. Così come non è nello spirito del posto fare discriminazioni».
Intervento delle forze dell’ordine
Fatto sta che gli animi si scaldano e vengono allertate le forze dell’ordine. In via Garibaldi arrivano polizia e carabinieri. Vengono identificate alcune persone e intanto la festa finisce. Qui, però, va in scena l’ultimo atto del «fuori programma» di una serata che doveva essere di festa e che invece è risultata piuttosto movimentata. I poliziotti, infatti, portano in Questura un giornalista valdostano (del tutto estraneo ai fatti per i quali le forze dell’ordine sono intervenute), collaboratore di una nota cooperativa giornalistica, per identificarlo. Il motivo? Un presunto rifiuto a fornire le generalità e qualche parola di troppo che sarebbe stata rivolta agli agenti. I fatti sono in via di accertamento. A suo carico, in ogni caso, non risultano allo stato attuale denunce e dopo le operazioni di identificazione ha potuto tornare a casa.
(t. p.)