Malattie epatiche: esami rapidi e non invasivi con gli ultrasuoni del Fibroscan
Lo strumento rileva la presenza di fibrosi e cirrosi
Malattie epatiche: esami rapidi e non invasivi con gli ultrasuoni del Fibroscan.
Un nuovo strumento per rilevare la presenza di fibrosi e cirrosi.
La Struttura Complessa di Gastroenterologia dell’ospedale Parini di Aosta ha a disposizione un nuovo strumento all’avanguardia per la diagnosi delle malattie epatiche: il fibroscan.
Attraverso un esame rapido, indolore e non invasivo, lo strumento consente di diagnosticare precocemente e con precisione malattie croniche del fegato, evitando l’uso della biopsia epatica e le complicanze ad essa associate, e di monitorarne l’evoluzione nel tempo, così come raccomandato dalle linee guida internazionali.
Le parole del direttore della Struttura di Gastroenterologia
Si tratta di una tecnologia che utilizza ultrasuoni per valutare l’elasticità del tessuto epatico e rilevare la presenza di fibrosi e cirrosi.
L’utilizzo degli ultrasuoni
«Sfruttando la velocità di propagazione degli ultrasuoni attraverso il fegato, questo dispositivo ci fornisce un valore numerico che quantifica la presenza di fibrosi e di steatosi (accumulo di grasso) nel fegato – spiega il dottor Stefano Okolicsanyi, responsabile della Struttura -.
Stop alle trasferte in Piemonte
Il modello appena acquisito e installato negli ambulatori della Gastroenterologia dell’ospedale Parini ci permette di venire incontro alle esigenze della popolazione valdostana che fino a ora doveva recarsi presso le strutture piemontesi per eseguire l’esame diagnostico con questa nuova tecnologia».
In particolare, il Fibroscan permette di quantificare sia la “consistenza” del fegato in termini di fibrosi o cirrosi, sia la steatosi, aiutando a distinguere tra steatosi e la sua forma evolutiva, la steatoepatite, che si prevede diventerà entro pochi anni la principale causa di trapianto di fegato.
Attualmente – spiega il dottor Okolicsanyi – circa il 20% della popolazione affetta da cirrosi in Valle d’Aosta presenta una steatoepatite, un dato che purtroppo è in costante crescita negli ultimi anni.
Grazie a questo nuovo approccio diagnostico saremo in grado di offrire ai pazienti un strumento non invasivo per monitorare l’efficacia dei trattamenti sia dietetici sia farmacologici».
L’elasticità della milza
Un ulteriore vantaggio offerto dall’ultimo modello di Fibroscan recentemente acquistato è la possibilità di misurare anche l’elasticità della milza, che insieme alla valutazione del fegato permette di diagnosticare e monitorare condizioni cliniche complesse come l’ipertensione portale, una grave complicanza della cirrosi epatica ma che può, in casi particolari, essere presente anche in alcune malattie ematologiche, cardiache, infettive o ereditarie, ampliando così l’utilizzo di questo strumento non solo all’ambito del fegato, ma in generale all’ambito internistico.
Nella foto in alto, una parte dell’équipe della Struttura di Gastroenterologia e Endoscopia digestiva guidata dal dottor Stefano Okolicsanyi (primo a destra).
(re.aostanews.it)