Manovra di bilancio, i sindacati ad Aosta: «Basta pensionati bancomat del governo»
Presidio Spi Cgil davanti a Porta Praetoria ad Aosta per contestare il Ddl di bilancio 2025-2027 del governo Meloni
«I pensionati sono stanchi di fare il bancomat dei governi a favore degli evasori fiscali. Chiediamo un intervento fortissimo!».
A parlare al presidio Spi Cgil che questa mattina si è tenuto davanti a Porta Praetoria ad Aosta è Marco Di Luccio, dirigente nazionale di Spi Cgil. Arriva da Roma dove era in piazza già ieri.
«Questo di Aosta è una delle 21 manifestazioni, tra presidi e cortei, che faremo fino al 31 ottobre in tutta Italia. Cinque a fianco della Uil. Scendiamo in piazza per dire basta alle bugie del governo!».
I punti di contestazione della manovra di bilancio, che per il 2025 stanzia circa 30 miliardi di euro, sono molti.
La spesa del governo per il 2025 si concentrerà maggiormente su taglio del cuneo fiscale, sostegni alla natalità, riordino e taglio alle spese dei ministeri.
Ma al presidio i presenti evidenziano come a pagare le spese della manovra saranno ancora una volta i pensionati, e i più fragili.
Manovra di bilancio 2025: le pensioni minime aumentano, ma di soli 3 euro
«Il governo tenta di imbrogliarci – spiega Di Luccio in merito all’aumento previsto per il 2025 delle pensioni minime di soli 3 euro – Negli ultimi 10 anni sono stati sottratti ai pensionati dieci miliardi , tre nel 2023. Prendere i soldi da chi ha pagato i contributi una vita e darli agli evasori fiscali è inaccettabile!».
Sostegno ai pensionati è quello che invece si chiede da Aosta, una tassazione progressiva e non “piatta”, una rivalutazione adeguata delle pensioni erose dall’inflazione.
«La Valle d’Aosta – spiega Chiara Allera Longo, una lunga militanza nella Cgil – è la regione dove ci sono più pensionate donne che vivono da sole. Considerando la perdita di valore d’acquisto e che spesso le donne hanno fatto lavori part-time, la forbice tra loro pensionate povere e gli altri si allarga maggiormente».
Dal 2015, inoltre, evidenzia il segretario Spi Cgil Domenico Falcomatà è stata approvata una legge per il sostegno ai non autosufficienti, legge che non vede ancora alcun finanziamento.
«Le rette per la cura dei pensionati in strutture adeguate – sottolinea – variano dai 2mila ai 2.600 euro mensili. Costi che sono tutti a carico delle famiglie».
Manovra di bilancio: la sanità
La sanità poi è un altro tema che promette di agitare molto le piazze nelle prossime settimane, con i sindacati dei sanitari sul piede di guerra.
«Nella manovra si tolgono soldi alla sanità – evidenzia Di Luccio parlando degli 1,3 miliardi che il governo destina a questa voce di spesa.- La percentuale dell’investimento in sanità se calcolata sul Pil si riduce rispetto agli anni passati».
Da Aosta si chiede al governo un piano speciale di assunzioni e investimenti, che tenga conto della mancanza di personale nel settore.
Manovra di bilancio: il sostegno alla natalità
Secondo Claudio Idone, pensionato e membro dell’assemblea generale Spi e Cgil Vda «una finanziaria di questo genere è iniqua e non tiene conto del mondo in cui si vive. Gli aiuti per il sostegno alla natalità fino a 40mila euro di reddito sono sproporzionati».
E in più aggiunge: «Drenare risorse tagliando il benessere sociale e finanziare quantità ingenti di armi, in barba ai trattati internazionali, è assurdo!».
Manovra di bilancio: lavoro povero e precario
Infine, il lavoro. «In Valle d’Aosta – spiega Falcomatà- abbiamo la percentuale più alta di permanenza nella precarietà di tutto il Nord-Ovest. Rivendichiamo il diritto di occuparci dei lavoratori!».
«Dov’è questo aumento dell’occupazione? – sottolinea in coclusione Di Luccio – Si conteggiano tra i lavoratori anche i disoccupati. Il monte ore complessivo di lavoro è diminuito negli ultimi anni. In questo paese 5mila persone detengono il 50% della ricchezza».
(ar.pa)