Capodanno anticipato allo Splendor con l’anteprima di “Conciati per le feste” di Capossela
Teatro Splendor incontenibile, sabato sera, per la presentazione del nuovo album Sciusten Fest n.1965 e la prima tappa del tour europeo di Vinicio Capossela
Lucine colorate, candele, alberi di Natale, coriandoli e trenino danzereccio, ad Aosta Vinicio Capossela inscena un Capodanno fuori dal tempo per la presentazione del suo nuovo album Sciusten Feste n.1965 e inaugurare il tour europeo Conciati per le feste.
Teatro Splendor incontenibile sabato sera, «in una notte che non esiste, perché dove va a finire quell’ora che tolgono?» nel concerto «pensato per persone in piedi… balleremo noi» si rassegna il cantautore quando, all’inizio dello spettacolo, nessuno risponde all’invito di alzarsi in piedi.
Ma proprio nella notte che non esiste, la notte in cui si entra nella stagione buia, Vinicio, spiritello delle feste, strega il pubblico aostano scuotendolo dalle poltrone e trascinandolo nelle danze.
Halloween, Giorno del Ringraziamento, Natale, Capodanno, ma anche circo, luna park, Carnevale… lo spettacolo che Capossela porta sul palco è un’overdose di feste con i brani della tradizione nella sua personale reinterpretazione e tre inediti, (il primo singolo estratto Voodoo Mambo, Sciusten feste n.1965 e Il guastafeste)
Sciusten Feste n.1965
«Sopportiamo insieme e dopo che ci hanno conciati per le feste, acconciamoci noi per la festa!» introduce il mastro cerimoniere Vinicio Capossela il primo brano dell’album, pubblicato appena il giorno precedente, venerdì 25 ottobre.
Ma sono brani che il pubblico che lo segue da oltre trent’anni conosce, proposti negli speciali concerti delle feste, mai registrati prima.
Si comincia con Sopporta con me (Abide with me) per proseguire con una nevicata di coriandoli per il Bianco Natale (White Christmas) che diventa una ballata rock, poi l’inedita Voodoo Mambo che omaggia l’imminente Halloween.
Non solo Dickens, anche un po’ di Disney con I wanna be like you dal Libro della Giungla che si trasforma in Voglio essere come te e Come e più di te!
Non manca Jingle Bells (Campanelle), la Danza della Fata Confetto e l’omaggio a un monumento della canzone, uno di quelli che «non sono loro la colonna sonora della nostra vita, ma siamo noi la colonna umana delle sue canzoni», Tom Waits con Christmas card from a hooker in Minneapolis che diventa Charlie.
In Santa Claus is coming to town (Santa Claus è arrivato in città) il povero Babbo Natale è spinto sull’orlo del suicidio perché, nell’era del prime degli acquisti online, non riesce a consegnare in tempo i regali.
Tra i personaggi che costellano le feste di Capossela l’originario Babbo Natale, prima dell’avvento della Coca Cola, una versione barese di San Nicola «certo non importante come il vostro Sant’Orso», accompagnato dal Crampus lucano, un mostro nato per educare i bambini allo spavento.
È il momento di Sciusten Feste n.1965, il pezzo più autobiografico, per la prima volta suonato davanti a un pubblico, che racconta dei primi sei mesi di vita in terra germanica del cantautore, nato ad Hannover, nelle feste di paese dove si sparava al bersaglio.
«È divertente che facciamo la prima di Sciusten Feste n.1965 in una Saison culturelle che ha un bersaglio in copertina, in una via che si chiama Festaz, dopo aver passato tre giorni allo Splendor ed esserci ristorati nell’ottimo Les Gourmet, che consiglio, sulla cui porta di uscita c’è una targa incisa nel legno dove è scritto 1965, non potevo crederci!»
Prima dell’uscita di scena per i bis c’è tempo per un salto nel passato con Marajà, tutti in piedi poi su Il friscaletto (Eh Cumpari) con cui il mastro cerimoniere presenta la coloratissima banda che lo accompagna, Alessandro ‘Asso’ Stefana, Sophia Tomelleri, Piero Perelli, Irene Sciacovelli, Nadia Addis, Andrea Lamacchia e Michele Vignali.
Non poteva mancare tra la bolgia delle feste un altro protagonista, Il guastafeste, prima di chiudere con Dankeschoen (Grazieschoen) e Il Tempo dei regali perché «Tutto ha una fine, solo il wurstel ne ha due».
(erika david)