Una legge per sostenere i caregiver; negli ultimi 6 anni, richieste d’aiuto aumentate del 1900%
La proposta di legge è delle consigliere di PCP Erika Guichardaz e Chiara Minelli
In soli 6 anni, i caregiver che hanno richiesto un sostegno finanziario a nome dei propri assistiti sono passati da 3 (nel 2017) a 60 (nel 2023).
Come dire un incremento percentuale del 1900%.
I modelli statistici dicono che tra dieci anni circa potrebbero diventare 193 e sfiorare quota 300 nel 2040.
Nello stesso periodo, la popolazione anziana è cresciuta del 4,41% e il rapporto tra popolazione anziana e quella residente è aumentato al 7,59%.
60 richieste di aiuto nei primi sei mesi del 2024
Nei primi sei mesi del 2024, le richieste di sostegno finanziario erano già 60» ha precisato la consigliera di PCP Chiara Minelli, che ha snocciolato una serie di dati sulla composizione della popolazione valdostana.
La trasformazione demografica e il progressivo invecchiamento e nuovi bisogni della persona anziana mettono in primo piano la necessità di rafforzare le politiche sociali rivolte alla condizione di non autosufficienza delle persone.
Un disegno di legge per i caregiver
Non solo, gli anziani, ma è bene puntare l’attenzione sulle condizioni di vita di chi presta le proprie cure a congiunti o parenti non più in grado di badare a se stessi, per ragioni di età, di malattia o di disabilità.
Sono i prestatori di cura, i caregiver, per il cui riconoscimento, valorizzazione e sostegno, le consigliere di PCP Erika Guichardaz e Chiara Minelli hanno presentato una proposta di legge.
La proposta di legge è stata presentata oggi pomeriggio, alla presenza di Luigi Giunta, che fa parte del coordinamento di PCP e presidente della sezione regionale dell’Unione italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
«Una proposta di legge che parte dalla popolazione anziana ma che guarda alle persone con disabilità o malate anche under 65 – ha precisato Luigi Giunta -. L’obiettivo è rafforzare non solo le politiche sociali e gli strumenti per l’autosufficienza ma anche per garantire migliori condizioni di vita dei prestatori di cura».
Giunta ha evidenziato l’articolo 3 della Costituzione e ha citato la legge 33/2023 e i due decreti legislativi – 29 e 62 – che finalmente, soprattutto il 62, puntano l’attenzione sui caregiver.
«A livello regionale spero arriveremo a una norma che è un’ellissi – ha spiegato Giunta, ‘scomodando’ la geometria piana, dove i due fuochi sono la persona e il suo caregiver.
Perchè il disabile ha il diritto di decidere dove, come e con chi vivere, ma il prestatore di cura deve uscire dall’ombra. I
l suo è un ruolo centrale, non è un servo ma una persona che ha il diritto di fare il suo lavoro essendo formato, preparato, avendo diritto al sollievo e a un adeguato sostegno» ha concluso Giunta.
I dati sui caregiver
I dati nazionali elencati da Giunta parlano di 8 milioni di persone in Italia che sono prestatori di cura; sono il 7% della popolazione.
A questi, bisogna aggiungere un milione di badanti.
Di quegli 8 milioni di italiani, il 65% è donna e il 60% ha lasciato il proprio lavoro per diventare caregiver.
Una questione di genere che non può passare inosservata.
«Legge con molte voci e poche risorse»
La consigliera di PCP Erika Guichardaz ha ricordato che «il gruppo PCP votò contro la legge sul garante per la disabilità e votò contro anche la sua modifica poiché si faceva gran confusione tra il disabile e il ruolo del caregiver».
Di «legge con molte voci e poche risorse» ha parlato la consigliera Guichardaz che ha ricordato «che il nostro sistema sanitario prevede già una serie di interventi che stanno in mille rivoli, mentre la legge vuole valorizzare e sostenere i caregiver, siano essi familiari o persone esterne, dando la possibilità di mettere a frutto le competenze acquisite nel tempo dedicato alla cura, così come spiega l’articolo 5 del progetto di legge».
Guichardaz ha ringraziato il consigliere di Rassemblement Valdôtain Stefano Aggravi «che ci ha aiutate nella parte che riguarda le risorse finanziarie».
Al bando le norme tampone
«Il nostro obiettivo non è una norma tampone ma un autentico strumento per riconoscere i diritti di questa figura sempre più importante».
Cosa dice la proposta di legge
All’articolo 1 la legge riconosce il valore sociale ed economico dell’attività di assistenza e cura non professionale e non retribuita, prestata nel contesto familiare. Si riconosce l’attività del caregiver nella rete di assistenza alla persona, riconoscendolo come persona autonoma, titolare di diritti individuali propri, diversi dalla persona che necessita di cure.
Lo stato di caregiver può essere riconosciuto anche a coloro che, in mancanza di familiari da parte dell’assistito, convivono con la persona bisognosa di assistenza, garantendone la permanenza nel proprio ambiente familiare.
Il caregiver familiare può avvalersi dei servizi territoriali e del lavoro privato di cura.
L’articolo 4 della proposta di legge prevede attività formativa attraverso corsi gratuiti tenuti da persone in possesso di specifiche competenze in ambito sanitario, sociosanitario e socioassistenziale.
Sono previsti il supporto psicologico e interventi di sollievo mediante operatori professionali. Si parla anche di domiciliarizzazione delle visite specialistiche, in caso di difficoltà di spostamento della persona che necessita di cure e assistenza e di interventi per agevolare l’ingresso e la permanenza del caregiver nei reparti di pronto soccorso e degenza.
La legge parla anche di possibili polizze assicurative per il caregiver ma anche di accordi con associazioni sindacali e datoriali per incentivare lo smart working.
All’articolo 6, si parla di disposizioni finanziarie.
L’onere complessivo è di 460 mila euro per il triennio 2024/2026.
Nella foto in alto, da sinistra Luigi Giunta, Chiara Minelli ed Erika Guichardaz.
(cinzia timpano)