Parco Puchoz, approvato il progetto di fattibilità tecnico-economica da 11,4 milioni di euro
Il consiglio comunale ha dato il via libera al documento che porterebbe e rivoluzionare la struttura; astenute Lega, Renaissance, e Sarah Burgay di Pcp. Contrari Forza Italia, Giovanni Girardini e Bruno Giordano, che annuncia un accordo (un cantiere per il futuro) proprio con il gruppo di Renaissance
Futuro del parco Puchoz, è arrivato il via libera del consiglio comunale di Aosta (con l’astensione di Lega, Renaissance e Sarah Burgay e il voto contrario di Forza Italia, Giovanni Girardini e Bruno Giordano) al progetto di fattibilità tecnico economica.
Ora si dovrà pensare a dove trovare gli 11,4 milioni di euro (circa 5,5 solo per il primo lotto) necessari per dare gambe a un progetto ambizioso, in alcuni tratti anche avveniristico.
Futuro del Parco Puchoz
Le linee guida del futuro Parco Puchoz erano state anticipate a luglio da Gazzetta Matin e oggi, mercoledì 23 ottobre, sono approdate in consiglio comunale per posare il primo mattoncino sul sogno di vedere finalmente concretizzarsi le idee sul polmone verde nel cuore della città.
Il piano totale parla di interventi per 11,4 milioni di euro, divisi in almeno due lotti, di cui sono state quantificate nel dettaglio le cifre solo per il primo.
Puchoz: il progetto di fattibilità tecnico-economica
«La prima è la parte più importante per il reperimento dei fondi – analizza l’assessore ai Lavori pubblici, Corrado Cometto -, anche perché l’iter è lungo. Una volta trovati i finanziamenti, infatti, bisognerà affidare l’incarico per la progettazione globale, per l’adegumento del PFTE al nuovo corso e bisognerà fare una gara della durata di minimo sei mesi, visti gli importi in ballo».
L’idea, comunque, è chiara.
«Abbiamo pensato a un progetto di prospettiva – rivela ancora Cometto -, che intanto ponga le basi per la realizzazione delle strutture fondamentali per la realizzazione del parco e che ci faccia capire cosa ci può stare all’interno, poi si penserà eventualmente all’implementazione o meno di tutti i vari aspetti. Sicuramente la parte delle tribune verrà affrontata in un secondo momento, anche perché probabilmente sarà l’aspetto più lungo e oneroso».
Insomma, l’importante è arrivare al parco, poi i contenuti si vedranno nel dettaglio.
«Abbiamo capito che è fondamentale investire in progetti da lasciare in eredità, perché poi magari il canale di finanziamento arriva quando meno te lo aspetti – illustra ancora Cometto -. Basta vedere quanto accaduto con il Quartiere Dora. Se non avessimo ereditato tutte quelle progettazioni, non saremmo mai potuti partire con il PINQuA».
La divisione in lotti
Come detto, il progetto di fattibilità tecnico economica è stato suddiviso in due lotti.
Nel primo, come già spiegato dall’assessore Cometto a Gazzetta Matin, troverà spazio «tutto ciò che farà divenire il Puchoz un parco a tutti gli effetti – illustra -. Per prima cosa riqualificheremo il tratto di via Garibaldi lambito dal parco, dove verrà demolita la casetta del custode per lasciare spazio a un marciapiede ciclopedonale. Inoltre, creeremo un ingresso su via Torino, con un accesso in leggera pendenza, e verrà aperta alla vista la parte ovest che dà su piazza Cavalieri di Vittorio Veneto. Qui verrà sicuramente compattata l’area sportiva e verranno abbattuti i due tendoni dei campi di tennis coperti, lasciando spazio a un ulteriore ingresso».
Questa operazione dipenderà dal futuro del Partenariato Pubblico privato proposto dal Tennis Club Courmayeur di Gianluca Battilani.
«Se questo progetto arrivasse prima, la zona sportiva verrebbe già rivoluzionata e noi dovremmo solamente sistemare le parti non più utilizzate – ricorda ancora Cometto -. Poi sistemeremo tutta l’area a verde, piazzeremo percorsi pedonali e sedute e manterremo la parte alberata già esistente».
Sul lato ovest sorgerà anche una piattaforma “multisport” con campetto da basket e strutture per l’attività fisica.
Poi, se si riuscirà, un bike park.
Puchoz: secondo lotto e tribune
«Nel secondo lotto, invece, sicuramente sistemeremo le tribune storiche del Puchoz – conclude Cometto -. Così, presumibilmente, avremo l’opportunità di ospitare eventi, concerti e cose simili, decidendo poi se posizionare il palco sul prato, sfruttando le tribune, o viceversa, in base alle diverse esigenze».
Per continuare sulla strada della visibilità del parco dall’esterno, poi, «le tribune verranno rese “permeabili” con alcuni fori – rivela l’assessore -. Questi consentiranno di vedere all’interno, ma avranno anche una funzione di consolidamento sismico».
Il dibattito in Consiglio comunale
Nella relazione, Pietro Varisella (Uv) ha parlato di «grande attenzione al verde e alle passeggiate», con fioriture, sempre verdi e «tecnologia green per risparmio delle risorse idriche, con possibile accumulo delle acque piovane, visto che attualmente c’è un pozzo in funzione, alimentato dal Mère des Rives».
Il parco sarà illuminato, avrà videosorveglianza e collegamento wi-fi, il costo dell’opera è 11,4 milioni di euro.
La minoranza
Roberta Carla Balbis di Renaissance ha presentato la relazione della minoranza.
«Finalmente l’abbattimento della recinzione potrebbe portare una percezione di spazialità diversa, restituendo questo spazio ai cittadini» spiega Balbis, che poi affila le armi.
«Parliamo di 12 milioni di euro malcontati, senza alcun tipo di indicazione su dove recuperarli – dice -. Il parco si inserisce in una più ampia trasformazione della città, ma non abbiamo avuto modo di vedere lo sviluppo armonico».
Roberta Carla Balbis evidenzia, «finalmente» la realizzazione del pozzo «a lento riempimento per irrigare il campo», ma anche il problema relativo al tennis.
«Potrebbe essere sviluppato da un partenariato pubblico-privato – continua -. Si dice che nei cassetti questo progetto (anticipato da Gazzetta Matin ndr) esiste e che se fosse integrabile con il parco si potrebbe eventualmente pagare la progettazione, in caso di mancata assegnazione al proponente».
Sulle tribune, Roberta Balbis evidenzia come siano divenute «beni culturali dal 3 ottobre e la delibera è del 4 di ottobre – punzecchia -. Il piano è un fatto positivo, ma forse avremmo voluto un progetto con uno slancio forse più generoso e coraggioso. Importante è il primo lotto per la realizzazione del parco, ma è già un bell’impegno da circa 5 milioni di euro».
Ricevute rassicurazioni sulla presenza di piantagioni «con scarse necessità manutentive, importante, visto che non abbiamo un pollice verde particolarmente riconosciuto», Balbis sottolinea un ultimo punto.
«Ci sono aspetti che riteniamo positivi, ma considerare progetti senza avere idea di dove reperire risorse, ci pare un modo giusto per discutere le cose da un lato, ma dall’altro, non condividendo mai i percorsi, ci lascia riflessioni che non soddisfano come consiglieri e cittadini» aggiunge Balbis.
E conclude.
«Male realizzare cose nel cassetto da dieci anni, perché in quel lasso di tempo la città cambia esigenza; sarebbe il caso di mettere il piede sull’acceleratore su ciò che è nel potere dell’amministrazione. Siamo sicuri? Io non ho questo approccio così bulimico» conclude la consigliera di Renaissance.
Lega
Sergio Togni, Lega, conferma l’astensione.
«Non è vero che se non progettiamo non sappiamo quanto costano le cose – ripercorre l’iter degli appalti Togni -. Nel libro dei sogni di questi progetti non potevamo prevedere un parcheggio interrato? C’è per le bici e invece niente. Almeno prevediamo di fare delle mascherature in via Torino, dando gambe a una filosogia che andrebbe mantenuta nei fatti. 11 milioni di progetto e non si pensa all’impatto delle auto su via Torino».
E sul bike park sotterraneo.
«Come tutte le cose sotterranee, sappiamo già il suo destino – conclude -. Un orinatoio e col pericolo che le bici vengano rubate».
Voti in difformità: astenuta Burgay
La sorpresa arriva da Sarah Burgay, consigliera di Pcp, che si astiene perché «non mi riconosco proprio in questo progetto e voto per coerenza personale».
Giovanni Girardini, Renaissance, vota contro.
«Abbiamo parlato di progetti di fattibilità per più di un bilancio della città – attacca -. Irrealizzabili a breve e media prospettiva: a fine consigliatura, questo fa sì che chi verrà dopo si troverà progetti da decine di migliaia di euro difficili da rivedere. Per non parlare delle decine di migliaia di euro spesi per i progetti: abbiamo tutti questi soldi da spendere? Secondo me no».
E conclude.
«Se il parco Puchoz deve diventare parco urbano, non si può chiudere quattro anni fa per non avere una soluzione neanche in vista – attacca -. Ora è deserto. Non si può togliere uno spazio ai giovani, che già sono in disagio».
Contrario Bruno Giordano, che annuncia accordo con Girardini
In difformità con la Lega anche Bruno Giordano.
«Mi riconosco con il consigliere Girardini, non solo perché abbiamo siglato un patto per il futuro (un cantiere, un tavolo di ragionamento e di lavoro ndr.) e che mi auguro possa essere positivo per la città – sottolinea Giordano -. Sono contrario perché perdiamo la centralità come consiglio comunale, che deve decidere quante risorse mettere a disposizione di qualsiasi cosa, non i progettisti. Non ho dubbi sulla bravura a intercettare i finanziamenti, ma sono cinque volte i fondi medi per investimenti in una consigliatura. Si può sostenere che questa non è propaganda? Occhio che è un attimo essere colpiti da fuoco amico».
Contrari anche Paolo Laurencet e Forza Italia.
«Dopo quattro anni il prato è rimasto lì, solo con alcune manifestazioni sporadiche – spiega il voto -. In attesa di questo progetto, che vedremo tra chissà quanti anni, si poteva tenere aperto l’impianto, bastava un intervento sulle tribune, comunque al centro del progetto. Abbiamo continuato a mantenere in buono stato bene pubblico poi sottoutilizzato».
L’assessore
«Non abbiamo specialisti in parchi, agronomi e strutturisti – ribatte l’assessore Corrado Cometto -. Come facciamo a valutare certi interventi? Che ne sappiamo? Impossibile valutare certi costi su base politica. Abbiamo agito in questa maniera come le amministrazioni precedenti, che hanno fatto progetti, ma senza avere soldi. Noi abbiamo trovato canali di finanziamento e queste sono tre opere prioritarie per il programma di governo».
Il sindaco
Il sindaco, Gianni Nuti, non si lascia scappare l’occasione.
«Abbiamo cercato di dare una visione della città col nostro programma di governo, abbiamo perseguito tutte le strade possibili per realizzarla e sul parco Puchoz abbiamo sempre detto le stesse cose – dice -. Il Parco è aperto, gestito da persone che portano avanti la Cittadella e un disegno coerente di questi spazi. E il futuro sarà esso stesso a livelli, partendo da un’area verde attrezzata. L’architettura complessiva ha una sua logica, che avrà quel profilo. Poi, la parte politica deciderà e chi verrà dopo di noi potrà adattarlo a esigenze differenti. Questo è avere visione della città, non propaganda elettorale».
(al.bi.)