Il viaggio di Lorenzo, «io, la mia bici, 400 km e il diabete»
Da Aosta a Bologna in bicicletta per partecipare al 4º Forum delle Associazioni Giovani con Diabete
Il viaggio di Lorenzo, «io, la mia bici, 400 km e il diabete».
Si chiama Lorenzo Stevanoni, ha 23 anni, vive a Saint Vincent e da 13 anni soffre di diabete di tipo 1.
Nei giorni scorsi è partito da Aosta per affrontare un lungo viaggio in bici, con meta Bologna, per partecipare al 4º Forum delle Associazioni Giovani con Diabete, organizzato da Agd, Bologna. Associazione per l’aiuto dei Giovani Diabetici e per dire a tutti che il diabete non pone limiti a ciò che si decide di fare nella vita.
Un messaggio forte e importante rivolto a chi soffre di diabete, ma anche a chi non sa nemmeno che cosa sia.
Dopo 5 giorni di viaggio pedalando per 70 km al giorno, Lorenzo è arrivato a Bologna venerdì 20 settembre, giusto per la tregua che il maltempo ha concesso all’Emilia Romagna.
«Una piccola grande sfida nata tra me e me»
«L’idea di affrontare questo viaggio l’ho avuta tra me e me – racconta Lorenzo -.
È nata come una sfida.
Sono stato da solo, con la mia bicicletta pur sapendo che non ero davvero da solo, perché l’Associazione Valdostana Diabetici tipo 1 mi ha supportato e aiutato.
Sono arrivato a Bologna stanco, ma soddisfatto. Purtroppo la mia bicicletta è rotta, ma sono riuscito a portare a termine questo viaggio, che mi ha insegnato tanto, su di me e sul diabete».
La bicicletta rotta e un po’ di sconforto
C’è stato un momento in questi cinque giorni che ti ha fatto pensare di rinunciare?
«Non ero partito da molto. Ero arrivato vicino a Vercelli e la bicicletta si è rotta. inoltre non avevo controllato bene la glicemia. Ho avuto un momento di sconforto. Ho chiamato l’Associazione che mi ha spronato a non mollare e così ho fatto».
Domenica scorsa, Lorenzo è rientrato, in treno a Saint-Vincent.
«La malattia non è un limite, è una parte del percorso che rende unica la nostra strada» dice Lorenzo, che attraverso la sua piccola grande impresa, lo ha dimostrato.
Opportunità di crescita con il mio ‘compagno di viaggio’
«Ognuno affronta sfide diverse e queste ci offrono l’opportunità di crescere e di dimostrare chi siamo davvero.
Il diabete non fa eccezione; anziché vederlo come ostacolo, provo a considerarlo un compagno di viaggio che non mi impedisce di vivere appieno la mia vita.
Lo sport, il lavoro e gli hobby non devono essere limitati dal diabete; sono attività da integrare ogni giorno, una spinta a superare nuove sfide e scoprire il proprio potenziale.
Grazie a tutti quelli che mi hanno supportato, un grazie anche a quelli che non credevano in me.
Grazie a chi mi ha ospitato, un grazie non basta, ma per ora e quello che posso dire.
Strano, 400 km. Io, una bici e il diabete, alla prossima avventura» conclude il giovane.
(cinzia mauro)