Giulia Gennari, palleggiatrice della Savino Del Bene Scandicci: «Il quadrangolare un bel test per capire il livello»
Le sensazioni della 28enne romana alla vigilia del torneo di Courmayeur
Giulia Gennari, romana, è la nuova palleggiatrice della Savino Del Bene Scandicci. La sua carriera parla per lei. Classe 1996, a quindici anni è a Ostia, in serie B2. Il talento la porta nel giro della Nazionale, prima Under 18 poi Under 19. Club Italia, Marsala e l’approdo in A2 a Pesaro fanno da prodromo all’esperienza di Conegliano in A1, dove in tre anni vince tre Supercoppe italiane, un Mondiale per club, tre Coppe Italia, due scudetti e una Champions League. Ancora un biennio a Bergamo, con chiamata in Nazionale, e oggi il trasferimento a Scandicci. Una sfida di altissimo livello attende Giulia, che affronta ora il quadrangolare a Courmayeur.
Le impressioni di Giulia Gennari
La palleggiatrice della Savino del Bene Scandicci ha parlato a Gazzetta Matin.
Giulia, un finale di preparazione in Valle d’Aosta. Quali sensazioni?
«Per me è una novità. E ho trovato un ambiente stimolante, dove si lavora bene, dove ci si può esprimere al cento per cento. Al di là del volley, ho ancora tanti posti da vedere ma la prima impressione è molto buona. Il quadrangolare rappresenta un bel test per comprendere a quale livello di allenamento e di gioco siamo. Sono quattro squadre top e ritengo opportuno scontrarsi subito.
Conegliano e Bergamo sono state per lei tappe molto formative e ricche di soddisfazioni.
«Sicuramente. Ottimo il triennio a Conegliano, ma anche la mia permanenza a Bergamo è stata molto positiva. Il primo anno siamo andate oltre le aspettative, abbiamo superato gli obbiettivi iniziali. Il secondo anno è stato più sofferto, ma comunque ci siamo salvate al fotofinish».
Giulia Gennari: «Ho sentito che era il momento di alzare l’asticella»
Perché Scandicci, a questo punto della sua strada?
«Ho sentito che era arrivato il momento di alzare l’asticella, di mettermi in gioco in una realtà più competitiva. Parliamo di un’ottima società, molto ambiziosa, reduce dalla finale scudetto dell’anno scorso, proprio contro Conegliano».
Come ogni gioco di squadra, il volley richiede, al di là del talento individuale, la creazione di un’alchimia, di una chimica di gruppo.
«Assolutamente. Sei campioni sul parquet non garantiscono il risultato, se non si ragiona come team, se prevale il singolo rispetto all’insieme. Credo che chi si avvicina agli sport di squadra abbia già una sua personale inclinazione al concetto di gruppo. Anzi, dirò di più. Per me la squadra non è composta solo dalle atlete, ma dallo staff, dalle segreterie e non certo da ultimo dai tifosi. Il loro supporto è fondamentale e spero che vengano in tanti quest’anno a sostenerci, come un settimo effettivo in campo. Tutti insieme facciamo parte e siamo protagonisti della magia che si produce al palazzetto.
Giulia Gennari: «Indossare la maglia azzurra è sempre un’emozione»
Infine, un pensiero alla Nazionale.
«Indossare la maglia azzurra è sempre un’emozione e quindi è chiaro che ci penso. Ma preferisco concentrarmi sul lavoro quotidiano: se faccio bene, sarà una conseguenza».
(Enrico Formento Dojot)