Aosta, banda negata per l’arrivo di Emanuele Filiberto di Savoia: è polemica Girardini-Tedesco
La Giunta comunale non ha concesso all'associazione bandistica di presenziare in veste ufficiale, ma tanti suoi componenti ci saranno comunque: esplode la polemica sui social
La mancata presenza della Banda di Aosta in veste ufficiale, ma con i suoi componenti comunque partecipanti in maniera volontaria per l’arrivo di Emanuele Filiberto di Savoia in città.
È la polemica social di giornata, scaturita sui profili del capogruppo di Renaissance, Giovanni Girardini, e dell’assessore Samuele Tedesco.
Oggetto del contendere, come detto, il diniego, da parte della Giunta di Aosta del permesso alla banda municipale di partecipare in maniera ufficiale alla consegna, da parte della Delegazione degli Ordini Dinastici di Casa Savoia della Valle d’Aosta, delle stele mauriziane restaurate all’ingresso dell’Ospedale Parini.
Niente banda, l’attacco
Ad accendere la miccia Giovanni Girardini, che ha ricordato come oltre alla consegna delle stele, gli Ordini Dinastici quest’anno «hanno anche offerto 49.000 euro di aiuti solo ad Aosta» e lavoreranno «per raccogliere fondi perché la scuola musicale dell’Associazione Bandistica di Aosta possa continuare a esistere e ad essere aperta a tutti».
La presenza della banda, dopo richiesta da parte dello stesso Girardini, è stata negata.
«A qualcuno tutto questo non va bene e cerca di “boicottare” l’ iniziativa, questa come altre – ha continuato Girardini -. Beh, quel qualcuno non mi conosce e forse non sa che prima che io desista insieme alle mie consorelle e ai miei confratelli passerà molta acqua sotto i ponti. Capisco gli scontri in politica, i confronti anche animati, ma la carità e la solidarietà non hanno bandiere bianche, rosse o azzurre».
Savoia, ribatte l’assessore
Il riferimento alla questione-banda è tutt’altro che casuale e a breve giro di posta è arrivata la replica dell’assessore, con fresca delega alla banda musicale, Samuele Tedesco.
«Leggo che Girardini solleva una questione politica relativa (pare, edit) al diniego di utilizzo della Banda musicale municipale della Città di Aosta per accogliere, e cito testualmente, opportunamente tra virgolette, ‘S.A.R. Il Principe Emanuele Filiberto’ – si legge sui social dell’assessore -. Avendo ribadito la totale libertà dell’Associazione bandistica Città di Aosta di partecipare all’evento, ringraziando ulteriormente per le donazioni per alimentare le attività della Scuola civica di Musica ‘Renato Arnod’, ho ritenuto non opportuna, insieme ai colleghi e alle colleghe della Giunta, la partecipazione della Banda musicale, con lo stemma araldico della Città».
E questo perché la banda «nelle sue uscite» rappresenta «a tutti gli effetti l’amministrazione comunale – ha concluso -. La presenza della banda musicale municipale, così posta, in un evento che richiama titoli monarchici, non rispecchia i valori repubblicani della nostra comunità. Per me, dunque, nessuna discussione politica. La discussione è finita nel 1946».
La controreplica di Girardini
Poi, la controreplica di Girardini e il caso-Savoia sostanzialmente chiuso.
«L’assessore si sente preso in causa, ma non è così – ha concluso -. Forse è tirato da qualcuno per la giacchetta. Mi dispiace che lui si senta vittima di tutto ciò che accade e che scrivo. Quale motivo avrei di avercela con lui se la quasi totalità dell’Associazione Bandistica suonerà liberamente e per scelta in occasione del pranzo finalizzato a raccogliere fondi per la sua scuola e per di più il sindaco, capo della sua Giunta, accoglie il Principe al salone ducale? Forse Tedesco doveva dire qualcosa perché chi si dà da fare spesso dà fastidio e io forse sono una spina nel fianco di chi vuole vedermi come tale».
Ecco quindi l’ulteriore ringraziamento «al sindaco, che dimostra di aver capito il vero e solo scopo della visita, ma anche l’assessore perché anche lui non ha impedito nulla per la buona riuscita degli eventi organizzati».
(al.bi.)