Tor des Géants, Andrea Macchi regala all’Italia la quarta posizione: «Gara sofferta»
L’atleta di Varese, alla settima partecipazione, ha conquistato la leadership nazionale nonostante i problemi a una gamba Andrea Macchi regala all’Italia la quarta posizione al Tor des Géants
Andrea Macchi regala all’Italia la quarta posizione al Tor des Géants.
L’atleta di Varese, alla settima partecipazione, ha conquistato la leadership nazionale nonostante i problemi a una gamba.
Andrea Macchi regala all’Italia la quarta posizione
Ai piedi del podio tutto francese del Tor des Géants 2024, ci sarà un atleta italiano.
Andrea Macchi ha chiuso una gara che lui stesso ha definito sofferta in quarta posizione.
Il classe 1986 di Varese, terzo nel 2017 e nel 2022, ha bruciato in volata l’inglese Damian Hall.
I due sono stati insieme dalla notte fino al Bertone, dove l’azzurro ha preso il largo.
Macchi ha completato la sua prova in 76h43’09”.
Andrea Macchi: «Gara sofferta, ho avuto problemi a una gamba»
«Ogni Tor ha la sua caratteristica, questo è stato sofferto – ha detto a Gazzetta Matin -Aosta TV -. Il primo giorno, non so come, ho preso un colpo alla gamba sinistra che si è subito gonfiata. Ho convissuto con il dolore fino alla fine».
Andrea Macchi: «La bellezza della Valle d’Aosta è il valore aggiunto del Tor»
«Ormai sono trascorsi 10 anni dalla mia prima partecipazione e non riesco a stancarmi di questa gara – ha ammesso Macchi -. Il valore aggiunto del Tor è la bellezza della Valle d’Aosta. Potessi, vivrei qui, anche se, da padre di tre figli, mi piacerebbe che migliorassero i servizi per i bambini».
Andrea Macchi: «Potessi, toglierei dal tracciato la lunga discesa dal col Vessonaz»
Macchi conosce benissimo il tracciato e può pronunciarsi a pieno titolo sui tratti che preferisci e su quelli che invece detesta.
«Potessi, toglierei la lunghissima discesa dal col Vessonaz verso Oyace – ha detto rispondendo a una domanda di Davide Pellegrino e Arianna Papalia -. Tratti belli ce ne sono tantissimi, se devo sceglierne uno, dico quello che sale alla Fenêtre de Tsan, dove c’è un lago di un azzurro incredibile».
(d.p.)