Nicolas Betemps, 19 anni e il sogno dell’alta sartoria
Il giovane di Aosta inizierà a frequentare il corso di laurea in Fashion Design all'Istituto Secoli di Milano nel mese di ottobre
Nicolas Betemps, 19 anni e il sogno dell’alta sartoria.
Nicolas Betemps, diciannovenne originario di Aosta, si è diplomato a luglio di quest’anno al Liceo Artistico di Aosta.
Parallelamente agli studi, ha coltivato la sua passione per la sartoria e nel mese di ottobre inizierà a frequentare il corso di laurea in Fashion design all’Istituto Secoli di Milano.
Quando è nata la passione per il cucito?
«Nel 2020, durante la didattica a distanza, ci era stato chiesto di creare il bozzetto di un progetto a scelta per poi realizzarlo.
Ho scelto di proporre un vestito del Settecento e da quel momento ho iniziato a realizzare altri vestiti: prima vittoriani, poi in stile anni ’20.
Nel 2021 sono andato da un’amica di famiglia per imparare le basi e per affinare la tecnica: rifiniture, orli, … faccio quasi tutto a mano.
Adesso ho iniziato a creare abiti più moderni partendo dalle mie idee: abiti da sera, tailleur, … principalmente si tratta di abiti femminili, ad eccezione di qualche abito maschile che ho realizzato per me.
Riviste di moda e sfilate dei big
Per ispirarmi sfoglio riviste di moda e guardo le sfilate di marche importanti e di nicchia.
Per realizzare i miei lavori, però, solitamente non faccio bozzetti: ho l’idea definita in testa quindi mi lancio subito nella realizzazione.
Dovendo conciliare la mia passione con la scuola, solitamente lavoro la sera dopo aver concluso le lezioni e lo studio.
Una volta imbastito il lavoro faccio le prove su mia mamma o su alcune mie amiche e poi inizio a cucire fino alla realizzazione finale».
Quando lavori, quale sfida sei chiamato a superare?
«Nella lavorazione degli abiti le sfide maggiori sono il taglio e la realizzazione del modello.
In quanto autodidatta non ho ancora tutte le basi necessarie per lavorare e scelgo sempre di realizzare abiti che non sono semplici.
Ho ancora molto da imparare, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione dei bozzetti con il modello di carta: è la parte più complessa, il resto viene da sé».
Il tailleur per la mamma
Qual è l’abito che hai realizzato e a cui tieni maggiormente?
«Ne ho due. Il primo è un cappotto in cashmere color petrolio che ho cucito per i 50 anni di mia mamma. L’ho realizzato insieme all’amica di famiglia che mi ha spiegato le basi del cucito.
Il secondo è un tailleur in tweed che ho confezionato interamente da solo. Una volta concluso ero entusiasta perché non è un tessuto facile da trattare ed essendo autodidatta è stata una grande soddisfazione».
E il ricordo più bello legato al cucito?
«Il primo abito che ho realizzato: un vestito che mia mamma ha indossato per la prima crociera che abbiamo fatto in famiglia.
Sapevo solamente tenere in mano ago e filo, mi mancavano tutte le basi, tanto che una mia prozia di Courmayeur mi ha aiutato a realizzarlo.
Abbiamo un bel rapporto ed essendo parenti la consideravo una tradizione di famiglia. Una volta finito ho deciso di approfondire e ho iniziato a sperimentare perché volevo essere in grado di realizzare da solo le mie idee».
I costumi tradizionali valdostani
Ti stai specializzando anche in costumi tradizionali valdostani?
«Sì, sono sempre stato affascinato dalla cultura valdostana e dai suoi abiti.
I costumi walser, in particolare, mi piacciono molto perché hanno una linea semplice, femminile ed elegante.
Ho parlato con alcuni amici di Gressoney e mi hanno informato che c’è una sarta che li realizza.
Un lavoro meticoloso
Ho provato a contattarla dicendole che mi sarebbe piaciuto imparare la tecnica necessaria per realizzare questi costumi e ora stiamo lavorando: quando ci siamo visti mi ha spiegato come realizzarli e una volta tornato a casa mi sono messo all’opera.
Il lavoro è molto meticoloso: le cuciture sono specifiche e devono essere uguali a quelle dei vecchi costumi. Rimaniamo in contatto per eventuali necessità e in questi mesi di lavoro è nato un bel costume per bambina».
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
«Per prima cosa vorrei specializzarmi in alta sartoria.
Per il futuro non ho ancora le idee chiare: vorrei diventare un sarto per una Maison di alta moda ma non escludo di approfondire la lavorazione dei costumi walser per portare avanti la tradizione, specializzarmi in ricamo per esempio o aprire un atelier personale.
Adesso mi concentrerò sugli studi e poi capirò se rientrare ad Aosta o se proseguire la mia formazione fuori Valle».
Che consigli daresti a chi vuole intraprendere un percorso simile al tuo?
«Lanciarsi come ho fatto io e chiedere.
Quando si ricevono dei no non bisogna farsi scoraggiare, non è tutto dovuto e non sempre le persone sono disposte ad aiutarti.
Io sono stato molto fortunato perché ho trovato delle persone disponibili che mi hanno dedicato del tempo per permettermi di approfondire la mia passione
. Infine, non bisogna accontentarsi mai: se non si riesce a ottenere subito quello che si vuole bisogna sempre provarci, la determinazione è un ingrediente importante per raggiungere i propri obiettivi».
(giulia calisti)