Carovana dei ghiacciai 2024: i ghiacciai della Valpelline arretrati di 7 km
Le ultime piogge intese hanno portato a valle i detriti della morena e altro materiale lungo la valle, in quantità pari al volume trasportabile da circa 300 mila camion movimento terra
Carovana dei ghiacciai 2024: i ghiacciai della Valpelline arretrano di 7 km. È quanto reso noto nella conferenza stampa sullo stato di salute dei ghiacciai della Valpelline.
Dal 1850 la fronte dell’antico ghiacciaio della Valpelline che comprendeva gli attuali ghiacciai minori è arretrata di ben 7 km rispetto alle attuali fronti delle masse glaciali in cui il grande ghiacciaio sì e separato nel 1959. Da allora, il ritiro delle fronti glaciali è accelerato, sia in senso planimetrico che altimetrico, soprattutto dagli anni 2000.
I numeri
In particolare, preoccupa l’accelerazione che si è registrata dagli anni 2000, con il ghiacciaio delle Grand Murrailes che ha perso 1,3 km di lunghezza dal 2005 e la sua fronte oggi si trova a circa 2900 metri, ben 500 metri più in alto. Analogamente, il ghiacciaio di Tza de Tzan ha perso 1,2 km di lunghezza dal 2002 e la sua fronte è “risalita” di ben 400 metri, attestandosi alla stessa quota del ghiacciaio delle Grand Murrailes.
A pesare sulla salute dei ghiacciai della Valpelline, oltre all’aumento delle temperature, sono anche gli impatti degli eventi meteorologici estremi. L’ultima ferita su questi ghiacciai della Valle d’Aosta è quella di fine giugno, con le piogge intense che in quota hanno favorito il collasso della morena laterale del ghiacciaio Tza de Tzan, vicina al rifugio Aosta, con effetti sulla piana proglaciale e su tutta l’Alta Valpelline.
Fra gli studi in corso, quelli della ricercatrice Marta Chiarle del Cnr Irpi, svolti attraverso analisi di immagini satellitari e riprese fotografiche da terra, che hanno consentito di stimare le dimensioni areali della nicchia di distacco della morena: lunghezza di 440 m, larghezza massima di circa 200 m, superficie complessiva pari a circa 70.000 m2.
In alta quota la ferita delle ultime piogge intese che hanno spaccato in due il sentiero, alterato la morfologia di questa zona portando a valle i detriti della morena e altro materiale lungo la valle, in quantità pari al volume trasportabile da circa 300 mila camion movimento terra.
«In questa seconda tappa – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia – abbiamo rincorso passo dopo passo i ghiacciai della Valpelline che si ritraggono sempre di più diventando piccoli e fragili. Abbiamo ripercorso quel fondovalle dove oggi, al posto del ghiaccio, ci sono prato e rocce, ma anche i segni degli eventi meteo estremi in aumento in Italia e nelle regioni dell’arco alpini. Segni e ferite che non possono passare inosservati e che ci ricordano l’urgenza di mettere in campo politiche e interventi di mitigazione e adattamento, ma anche campagne di sensibilizzazione e di convivenza con il rischio».