Allarme ghiacciai: la Mer de Glace ha perso 300 metri di spessore
Dal 1850 ad oggi il ghiacciaio del Monte Bianco ha perso 300 metri di spessore all’altezza della stazione Montenvers (Chamonix). Una perdita che ha registrato un’accelerazione dagli anni ‘90 con una riduzione di 190 metri. E se si guarda solo agli ultimi due anni – 2022 – 2023 – il ghiacciaio ha perso ben e 30 metri di spessore.
Sono questi in primi dati che la campagna di Carovana dei ghiacciai 2024 di Legambiente, in collaborazione con CIPRA Italia e la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano, diffonde oggi, 19 agosto, in occasione della prima tappa in Francia, sul Monte Bianco il tetto d’Europa e il Re delle Alpi.
Obiettivo della campagna – giunta alla quinta edizione e con partner sostenitori FRoSTA, Sammontana, FPZ, partner tecnico Ephoto, media partner La Nuova Ecologia e L’Altra Montagna – è il monitoraggio dello stato di salute dei ghiacciai alpini, in Italia e anche oltre confine, partendo proprio dal ghiacciaio per eccellenza, la Mer De Glace, la cui fronte ha registrato un ritiro di oltre 2,7 km dalla fine della Piccola Età Glaciale (PEG, anno 1850).
E’ allarme
Oggi la superficie occupata dal ghiacciaio Mer De Glace è scesa sotto i 30 km2, un’area che rappresenta comunque il doppio della superficie del ghiacciaio dell’Adamello, il più grande in Italia. Sul ghiacciaio francese, da decenni si registra anche un progressivo aumento della copertura detritica, ossia di frammenti rocciosi che affiorano o si accumulano sulla superficie del ghiacciaio per effetto della sua contrazione e per l’aumento dei crolli di roccia dalle pareti circostanti. Nel contempo, si registra una instabilità delle morene e delle pareti rocciose della valle, con ripetuti crolli.
Secondo gli studi di Deline e Ravanel dal 1930 ad oggi a fronte di un aumento di 1,7°C di temperatura c’è stato un recente aumento di crolli di pareti rocciose nel settore del Monte Bianco: ben 12 crolli in media all’anno nell’intervallo nel 2000 –2010 mentre nell’intervallo 1940-1950 i crolli in media erano solo cinque all’anno. In particolare, nella zona del Drus e delle Aiguilles de Chamonix , sul totale dei crolli avvenuti dalla fine della PEG (anno 1850) più di 85% sono stati registrati dagli anni 1990 fino ad oggi, in appena 3 decenni.
“La tappa della Carovana alla Mer de Glace ha permesso di constatare il valore di questo ghiacciaio dal punto di vista storico, scientifico, estetico e culturale – dichiara Marco Giardino, vice presidente del Comitato Glaciologico Italiano -. Un patrimonio materiale e immateriale che i glaciologi francesi incontrati nella tappa hanno dimostrato di saper difendere e valorizzare, per impedire che le rapidissime trasformazioni imposte dal riscaldamento climatico facciano perdere la memoria scientifica e geomorfologica sugli ambienti d’alta quota del Monte Bianco”.
Petizione di Legambiente
Con Carovana dei ghiacciai 2024 Legambiente invita tutti a firmare la petizione on line “Una firma per i ghiacciai” per chiedere al Governo azioni concrete partendo dall’attuazione di 7 interventi indicati nel Manifesto per una governance dei Ghiacciai e salvare il nostro ecosistema. Una petizione che l’associazione ambientalista ha lanciato a settembre. Per firmare basta andare sulla landing page https://attivati.legambiente.it/firmaperighiacciai – attiva sul sito di Legambiente.
(re.aostanews.it)