Alpinista caduto in un crepaccio sul Castore, salvo
L'uomo caduto nel crepaccio, un italiano, procedeva in solitaria e fuori traccia a circa 4000 metri di quota, il Soccorso alpino valdostano: «condotta imprudente»
Procedeva da solo e fuori traccia quando è caduto in un crepaccio alla base del Castore.
Un alpinista italiano è stato tratto in salvo questa mattina, alle prime luci dell’alba, dal Soccorso alpino valdostano.
L’incidente
L’incidente è avvenuto a circa 4.000 metri di quota.
L’alpinista procedeva in solitaria, quindi non legato in cordata, fuori dalla evidente traccia che porta alla cima del Castore, 4.228 metri.
Era partito nella notte dal Rifugio Quintino Sella al Felik, 3.585 metri, illuminando il cammino con la pila frontale.
A circa 4.000 metri di quota è caduto in scivolato in un crepaccio arrestando, fortunatamente, la sua caduta in una strettoia della voragine.
Rimasto cosciente è riuscito a chiamare i soccorsi.
Comportamento imprudente
Alle prime luci dell’alba il Soccorso alpino valdostano ha recuperato l’alpinista.
Difficile l’individuazione dell’uomo, gli uomini del soccorso alpino lo hanno cercato in vari crepacci della zona e lo hanno poi localizzato sulla base dell’intensità dei rumori dell’elicottero che l’uomo diceva di sentire e, aiutati dalla luce della sua frontale, lo hanno individuato.
Recuperato con l’argano, l’alpinista è stato portato in Pronto soccorso per gli accertamenti diagnostici e le cure necessarie.
Le sue condizioni non sembrano gravi.
Il Soccorso alpino valdostano evidenzia il comportamento molto imprudente dell’alpinista che procedeva, come detto, in solitaria, senza essere assicurato a un compagno, e per di più fuori dalla traccia battuta dalle numerose cordate che salgono verso il Castore.
Il Sav torna a sollecitare la massima prudenza in montagna, su ghiacciaio (slegati o in solitaria) e in quota.
(e.d.)