Monte Bianco, alpinisti sfiorati da un’enorme frana al couloir du Goûter
Nel video, girato da Pietro Comiso il 31 luglio intorno alle 10, la forte scarica di pietre e neve che ha interessato il "canale della morte" sul Monte Bianco, pochi secondi dopo il loro passaggio
Nella mattinata di ieri 31 luglio, intorno alle 10, una forte scarica di pietre e neve ha interessato il couloir du Goûter, sulla via normale francese per il Monte Bianco. L’evento si è verificato pochi minuti dopo il passaggio di alcuni alpinisti, indenni, che sono riusciti a documentare tutto.
«Avevamo appena attraversato il “canale della morte”, tornavamo dal Monte Bianco per la via normale francese insieme ad altri alpinisti, e un minuto e mezzo dopo si è scatenato questo inferno». A raccontare la sua esperienza è Pietro Comiso, alpinista residente ai piedi del Monte Bianco, commentando il video che ha postato ieri sul gruppo pubblico Facebook Alpinisme Massif du Mont Blanc.
Il video, girato alle 10.15, cattura il momento in cui una massiccia frana si è abbattuta sul couloir du Goûter , la sezione della via normale Francese nota per la frequenza di scariche di pietre.
Comiso ha descritto la scena come una delle più intense mai viste. «Non è la prima volta che attraverso il canale – ha spiegato -. Ho scalato il Monte Bianco almeno 13 volte, di cui 5 per la via normale italiana. Ma questa scarica è stata davvero fuori dal comune».
Scioglimento del permafrost, frane e cambiamento climatico
L’evento, come spiega Comiso, è stato provocato dallo scioglimento della neve, che ha contribuito al crollo di rocce e neve lungo il pendio.
L’innalzamento delle temperatura intacca il permafrost, uno strato di terreno perennemente ghiacciato che stabilizza i massi in cima alla montagna. «Il permafrost funge da collante per le rocce – ha evidenziato Comiso -. Quando si indebolisce a causa del riscaldamento climatico, le rocce perdono stabilità e possono verificarsi frane impressionanti».
Nel video il momento esatto il cui la scarica di pietre si abbatte sul corridoio, proprio una manciata di secondi dopo che gli alpinisti lo hanno attraversato.
(ar.pa)