Resalp: lo screening del Cai sulla stabilità coinvolge 22 tra rifugi e bivacchi valdostani
Il Cai avvia una campagna per indagare la stabilità di bivacchi e rifugi italiani oltre i 2.800 metri di quota con il progetto Resalp; su 58 strutture in esame 22 sono in Valle d'Aosta
Si chiama Resalp, Resilienza strutture alpine, il nuovo progetto del Cai per sondare la stabilità di rifugi e bivacchi alpini alla luce dei cambiamenti climatici.
La ricognizione coinvolgerà 18 rifugi e 40 bivacchi di proprietà del Cai, Club alpino italiano, al di sopra del 2.800 metri di quota, 22 dei quali sono in Valle d’Aosta.
Resalp
Il progetto Resalp nasce dalla collaborazione tra l’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpi) e il Club Alpino Italiano – Struttura Operativa Rifugi e Opere Alpine (Cai).
Il progetto, finanziato dal Cai grazie a fondi messi a disposizione dal ministero del Turismo, prevede nell’arco dei prossimi due anni un’approfondita analisi di tutte le strutture di alta quota per identificare eventuali problemi di stabilità degli edifici o delle opere connesse, causati da fenomeni di instabilità di natura geo-idrologica.
A effettuare i rilievi un team di geologi e guide alpine che utilizzeranno un modello messo a punto dal Cnr-Irpi per l’esecuzione delle analisi e per ottenere una reportistica uniforme da parte dei vari operatori coinvolti.
In particolare gli esperti si concentreranno sui processi riconducibili agli effetti del cambiamento climatico sulla stabilità del permafrost: il progetto Resalp nasce, infatti, dalla volontà del Cai di mappare il territorio dove le strutture potrebbero essere a rischio per la riduzione del permafrost (il suolo perennemente ghiacciato) provocata dall’aumento delle temperature.
Lo screening del Cai permetterà inoltre la raccolta di dati mai acquisiti prima – fornendo così conoscenze utili alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico- e potrà essere utilizzato come modello di riferimento per attività analoghe in altri settori delle Alpi o in aree potenzialmente interessate da processi di degradazione del permafrost.
Rifugi e bivacchi valdostani coinvolti
Bivacchi
Tra i 40 bivacchi coinvolti nel progetto di ricerca del Cai figurano 13 strutture in territorio valdostano:
- Bivacco Giordano, Balmenhorn (4.167m) Gressoney-La-Trinité
- Bivacco Canzio, Col des Grandes Jorasses (3.818m), Courmayeur
- Bivacco Rossi e Volante alle Rocce Nere (3.750m) Ayas
- Bivacco Lampugnani-Grassi, Cresta SSO del Pic Eccles (3.582m), Courmayeur
- Bivacco Craveri, Brèche Nord des Dames Anglaises (3.490m), Courmayeur
- Bivacco Balzola, Colle delle Clochettes (3.477m), Cogne
- Capanna Sella, Rochers del Monte Bianco (3.363m), Courmayeur
- Bivacco Rossi, Colle del Breuil (3.340m), Valtournenche
- Bivacco Tête de Roeses, fianco OSO Tête de Roeses (3.216m), Bionaz
- Bivacco Balestrieri, Cresta dei Cors (3.142m), Valtournenche
- Bivacco Lateltin, Testa Grigia (3.120m), Gressoney-Saint-Jean
- Bivacco della Brenva, Ghiacciaio della Brenva (3.060m), Courmayeur
- Bivacco Hess, Col d’Estelette (2.958m), Courmayeur
Rifugi
La metà dei 18 rifugi oggetto di indagine, sono in territorio valdostano:
- Capanna Gnifetti, Ghiacciaio del Garstelet (3.647m), Gressoney-La-Trinité
- Rifugio Quintino Sella, Ghiacciaio del Felik (3.585m), Gressoney-La-Trinité
- Rifugio Torino, Colle del Gigante (3.375m), Courmayeur
- Rifugio Teodulo, Colle del Teodulo (3.317m), Valtournenche
- Rifugio Gonella, Ghiacciaio del Dôme (3.072m), Courmayeur
- Rifugio Mezzalama, Lambronecca (3.004m), Ayas
- Rifugio Chiarella, Conca di By (2.979m), Ollomont
- Rifugio Nacamuli, Comba d’Oren (2.818m), Bionaz
- Rifugio Boccalatte, Ghiacciaio delle Grandes Jorasses (2.803m), Courmayeur
(re.aostanews.it)