La Thuile, parla il proprietario di una delle villette da abbattere: «la vista di alcuni turisti vale più di una prima casa»
In una seduta a porte chiuse il Consiglio comunale ha approvato l'accordo transattivo raggiunto con le parti che prevede una demolizione totale e una parziale delle villette del Thovex a La Thuile
Dopo l’approvazione da parte del Consiglio comunale dell’accordo transattivo tra le parti, l’amaro sfogo di uno dei proprietari delle villette di La Thuile che dovranno essere demolite.
«Trovo incredibile che la vista sulle montagne di alcuni turisti abbia più valore del diritto di tre famiglie di abitare le loro case».
Carlo Ceffa commenta così l’accordo transattivo firmato insieme agli altri proprietari delle tre villette al Thovex (quattro proprietari per un totale di 13 persone residenti tutto l’anno) al centro di un contenzioso che dura da 15 anni per alcuni vizi formali della concessione edilizia, rilasciata dall’allora sindaco Carlo Orlandi, su parere legale, senza che i terreni avessero un accesso viario diretto.
La vicenda
L’opposizione del condominio Hermite che si affaccia su quei terreni, in ogni caso edificabili, iniziò fin da subito. I condomini lamentavano la perdita della visuale e il deprezzamento delle proprietà.
Da quel momento, condominio, da una parte, e villette, dall’altra, hanno proseguito le proprie battaglie senza cercare una mediazione che è arrivata, dopo ormai 15 anni, condotta dal sindaco.
L’accordo è coperto da un patto di riservatezza, ma comprende in parte quanto già approvato dal Consiglio comunale nell’aprile 2022.
Per la demolizione totale di una villetta, verrà ceduta una porzione di terreno edificabile al Villaret «che consenta la realizzazione di una unità immobiliare di volumetria pari alla struttura che verrà demolita» esonerando il proprietario dal pagamento delle opere di urbanizzazione per l’eventuale costruzione del nuovo fabbricato.
Il condominio Hermite non ha poi approvato la proposta del Comune di acquisire la parte interrata del fabbricato sottostante alle tre villette da adibire a magazzino comunale.
«Sto per pagare un prezzo altissimo»
«Quattordici anni fa ho realizzato il mio sogno e quello della mia famiglia, di costruire una casa nel paese dove 25 anni fa ho deciso di vivere. A breve la mia casa verrà abbattuta e cancellata – dice Ceffa -. Io non ho commesso abusi, non ho violato vincoli, ho seguito tutte le regole per costruire correttamente la mia casa, eppure sto per pagare un prezzo altissimo per semplici vizi nella concessione edilizia non dipendenti da me, che con un po’ di volontà e umanità probabilmente avrebbero potuto essere regolarmente sanati».
«L’angoscia, la tristezza e soprattutto il senso di ingiustizia che stiamo provando sono davvero difficili da affrontare e da accettare» dice il proprietario della casa da abbattere.
L’accordo stabilisce inoltre che una seconda villetta dovrà essere demolita parzialmente, la terza non sarà toccata.
L’intesa è stata raggiunta, come spiegava a Gazzetta Matin due anni fa il sindaco Mathieu Ferraris «per cercare di minimizzare l’esposizione dell’ente» dopo il contenzioso sollevato dai tre proprietari delle villette al Tribunale civile di Aosta, che ammonterebbe a circa 7 milioni 54 mila 849 euro.
«Senza questo accordo si rischiava fortemente che tutte e tre le abitazioni andassero giù, con un danno sociale per le famiglie e ambientale per tutto il materiale che dev’essere smaltito» diceva allora Ferraris.
L’accordo è passato a maggioranza nel Consiglio comunale a porte chiuse del 1° luglio. Astenuto il consigliere di minoranza Christian Manfredi: «se giuridicamente è corretto, umanamente non posso accettarlo».
All’accordo tra le parti sarà data esecuzione nei vari aspetti nel corso dei prossimi mesi.
«Più che una trattativa, una pistola alla tempia» dicono i proprietari che lamentano di non sapere nemmeno quando le ruspe arriveranno ad abbattere la casa costruita con i risparmi di una vita.
(erika david)