Consiglio regionale «non è una dépendance»: minoranze attaccano Caveri e lasciano l’aula
Il capogruppo della Lega, Andrea Manfrin, ha motivato la volontà di non votare il disegno di legge in materia di gestione delle radiotelecomunicazioni
Prima il messaggio su X ad annunciare l’arrivo del presidente Mattarella in Valle d’Aosta, poi l’approvazione di un disegno di legge in materia di stazioni radioelettriche e postazioni di radiotelecomunicazioni, che non avrebbe seguito l’iter previsto. Il tutto, riconducibile all’assessore all’Innovazione, Luciano Caveri. C’è tutto questo alla base dell’abbandono dell’aula da parte delle minoranze all’alba del quinto punto all’ordine del giorno del Consiglio regionale.
La minoranza abbandona il Consigli regionale
Ad alzare il tiro, con una mozione d’ordine, il capogruppo della Lega, Andrea Manfrin, che ha puntato il dito sull’iter seguito dal Disegno di legge (relatore Corrado Jordan), «che apporta modifiche alla legge regionale 4 novembre 2005, n. 25 (Disciplina per l’installazione, la localizzazione e l’esercizio di stazioni radioelettriche e di strutture di radiotelecomunicazioni) e alla legge regionale 6 aprile 1998, n. 11 (Normativa urbanistica e di pianificazione territoriale della Valle d’Aosta)» con tanto di abrograzione della legge regionale 21 agosto 2000 n.31, puntando a portare a una razionalizzazione e ottimizzazione nelle opere di panificazione della di siti attrezzati per radiotelecomunicazioni e delle postazioni di proprietà pubblica, promuovendone l’unitarietà della gestione».
«Evidenziamo il percorso curioso di questo disegno di legge, che ha preso le vie preferenziali», non essendo stato analizzato «dalle commissioni», senza «il dovuto confronto» e persino senza il via libera «se non la presa visione», da parte degli organi deputati «tra cui il Corecom».
Per Andrea Manfrin, una «gestione curiosa e bizzarra, che non deve capitare mai più» ha continuato il capogruppo del Carroccio.
«Solo questa volta non faremo azioni che potrebbero tenerci qui in consiglio per giorni» ha spiegato ancora Manfrin, partendo poi all’attacco di Caveri, reo di «non onorarci della sua presenza», ma con la tendenza a «sbeffeggiarci con un tweet», passando anche davanti al presidente della Regione, nell’annuncio dell’arrivo di Mattarella.
«Non sapevo che fosse passato al cerimoniale» ha ironizzato Manfrin, che all’offerta di ricevere, sempre da parte dell’assessore, un regolamento del Parlamento, ha “gentilmente” declinato: «Noi gli regaleremo quello del Consiglio, di modo che riesca a capire le sue funzioni».
La minoranza abbandona l’aula
Da tutto questo, la scelta di abbandonare l’aula.
«Non deve mai più succedere che un assessore tratti il Consiglio come una dépendance – ha concluso -, facendo sistemare le proposte di legge come meglio crede. L’opposizione non parteciperà né alla discussione, né all’approvazione della legge».
Legge sulle radiotelecomunicazioni
Come detto, il disegno di legge è stato poi presentato in aula da Corrado Jordan (UV).
«Da diversi anni l’amministrazione regionale garantisce le attività di adeguamento, gestione e manutenzione delle postazioni di radio telecomunicazioni presenti sul territorio regionale, anche quelle di proprietà degli enti locali valdostani – ha spiegato Jordan -. Il passaggio di proprietà all’amministrazione regionale rappresenta pertanto elemento significativo di un’azione che non poteva più essere gestita settorialmente e senza coordinamento territoriale complessivo».
In una materia oggetto negli ultimi anni di svariate modifiche normative, pensate per semplificare l’iter di costruzione delle infrastrutture, il disegno di legge punta, secondo Corrado Jordan a «risolvere alcune criticità legate alla realizzazione delle reti di comunicazioni in fibra ottica relativamente agli aspetti sanzionatori, che pur essendo confermati nel loro complesso, necessitano di alcuni aggiustamenti riferendosi ai contenziosi per l’esecuzione dei lavori, che in talune occasioni risultano sproporzionati e penalizzanti per il sistema degli enti locali».
(al.bi.)