Cva: «2023 anno storico, siamo azienda più performante del settore»
Presentati alla stampa i dati del rendiconto 2023; Cantamessa: «Competenze, capacità ed esposizione debitoria per sfruttare la transizione energetica»
La società più performante del settore energetico e un 2023 considerato storico, nonostante un utile netto e un Ebitda quasi epocali, risultati poi inferiori al 2022 a causa del prelievo fiscale eccezionale. Non usa mezzi termini il cda di Cva, parlando del rendiconto 2023 della Compagnia valdostana delle acque, i cui dati erano già stati resi noti, ma senza il “peso” ritenuto necessario.
Cva: colto opportunità nella tempesta
L’occasione è stata la conferenza stampa a margine dell’assemblea dei soci di giovedì 10 luglio, che ha dato l’ok a un documento che presenta ricavi consolidati per 1.657,9 milioni di euro.
«Abbiamo dimostrato la capacità di crescere – esordisce il presidente di Cva, Marco Cantamessa -. Nel 2022, anno della tempesta sui mercati energetici, abbiamo navigato cogliendo le opportunità e nel 2023 abbiamo beneficiato del fatto di aver preso l’onda».
E questo, unito ai risultati «del piano strategico», fatti di crescita interna ed esterna (per acquisizioni), ha fatto la differenza.
«Dal 2022, dopo aver tolto i vincoli della Legge Madia, avevamo l’obiettivo di raddoppiare nel giro di qualche anno – ha concluso Cantamessa -. A livello industriale ci stiamo arrivando, ma a livello economico ci siamo già».
Il rendiconto 2023
A snocciolare i numeri del rendiconto 2023, l’amministratore delegato di Cva, Giuseppe Argirò, che ha parlato di un «risultato storico, mai raggiunto prima».
E questi dati, già esplicitati, parlano di ricavi consolidati per 1.658 milioni di euro (-4% rispetto ai 1.728 milioni di euro del 2022), con un margine operativo lordo di 289 milioni (-2% rispetto ai 295 milioni di euro del 2022) e un utile netto di 159,7 milioni (-2,9% rispetto ai 164 milioni di euro del 2022).
Il patrimonio netto è passato dagli 879 milioni di euro del 2022 ai 1.147 milioni di euro del 2023 (1.116 milioni, al lordo delle riserve di cash flow hedge).
I dati “adjusted”, al netto dei prelievi fiscali straordinari introdotti per contrastare il caro energia, danno la misura effettiva della parola «storico», con un margine operativo di 325 milioni di euro (+9,8% rispetto ai 296 milioni di euro del 2022) e un risultato operativo di 245 milioni di euro (+2% rispetto ai 240 milioni di euro del 2022).
E tutto questo, nonostante uno scenario dei prezzi che ha visto il PUN base load (prezzo unico nazionale calcolato sulla media giornaliera ndr.) crollare del 58%, passando dai 303,1 euro/MWh del 2022 a 127,4 euro/MWh del 2023, ma anche a un calo sull’anno precedente, del 6% della produzione idroelettrica.
«Azienda più performante del settore»
Tutto questo, porta a un risultato.
«Sulla base della comparazione con le prime 7 aziende del sttore, rimaniamo, per il terzo anno di fila, la più performante – analizza Argirò -. Nel 2022, la volatilità del settore è stata uno tsunami, che ha messo il 25% delle aziende fuori dal mercato; noi abbiamo retto, interpretando i trend e leggendo i mercati».
A conferma del fatto che l’onda lunga potrebbe durare «almeno altri due o tre anni», Argirò cita le comparazioni dei dati del 2023 con la media degli anni tra il 2016 e il 2022.
Tutti in crescita, con un +78,4% per i ricavi, 74,1% per l’Ebitda, +95,5% per l’Ebitda adjusted, +94,2% per il risultato ante imposte e +96,5% per quello adjusted, +89,2% per l’utile netto consolidato, +37,9% per il patrimonio netto contabile e +29,2% per quello adjusted.
«Tutto questo conferma l’eccezionalità del 2023 – spiega ancora Argirò -, che ha portato anche una crescita del dividendo distribuito», decollato del +88% sulla media degli anni precedenti (75 milioni nel 2023).
Come in crescita sono anche le altre ricadute sul contesto valdostano: imposte versate (+77,2%, pari a 236,5 milioni), imposte direttamente alla Regione (+304,6%, pari a 106 milioni) e canoni di derivazione (+29,4%, pari a 44,9 milioni, di cui 42,4 milioni solo in Valle).
Il totale delle imposte, infine, ammonta a 359,6 milioni di euro.
Cresce la produzione da fonti alternative
Altro aspetto evidenziato da Giuseppe Argirò riguarda la parte industriale, tradotta in potenza installata e produzione, per le quali la diversificazione appare davvero in rampa di lancio.
«Il cambiamento climatico sta impattando, come abbiamo visto nell’ultimo biennio – ha continuato l’ad -. Siamo passati dalla crisi idrica ad abbondanza di neve e piogge. Dobbiamo compensare il rischio di impatto sulla risorsa idrica, per questo integriamo con eolico e fotovoltaico», per farsi trovare anche pronti in vista dello spauracchio legato alla scadenza (a meno di cambiamenti) delle concessioni idroelettriche in Valle.
La potenza installata parla quindi di 936 MW da idroelettrico (32 centrali e 6 dighe in Valle) 214 da altre fonti (170 nel 2022; totale di 1.150, +3,9%), pronti a diventare 1.045 entro il 2028.
La produzione è stata di di 3.004 Gwh (2.371 nel 2022), di cui 377 da fonti alternative e 2.627 Gwh da idroelettrico. La crescita, al 2028, è stimata, rispettivamente, in 1.903 e 2.689.
«Ringraziamo il socio (la Regione ndr.) per la possibilità di lavorare in autonomia – ha concluso Argirò -. Senza questa si creano meccanismi distorsivi, che non garantirebbero nel momento dell’eventuale riassegnazione delle concessioni».
Bilancio di sostenibilità
Il direttore generale, Enrico De Girolamo, si è invece concentrato sul 6° bilancio di sostenibilità, «in quanto siamo una community company e vogliamo rendere conto delle ricadute».
Tra tutto spiccano il 1.388.912 tonnellate di Co2 evitate, la volontà di evitarne oltre 2 milioni entro il 2030 e la volontà di «azzerare per quella data le emissioni dirette» ha spiegato De Girolamo.
Altri dati riguardano la crescita del personale (681 dipendenti), con il 100% a tempo indeterminato, un solo infortunio su 1.088.564 ore lavorate, le oltre 9.000 ore di formazione, i 700 mila euro di sponsorizzazioni per associazioni sportive e culturali e le varie collaborazioni, tra cui quella con guide alpine e maestri di sci per lo sport inclusivo e i Cva Christmas Cookies con Il cielo in una pentola.
Le ricadute sulla Valle
A parlare di ricadute sulla Valle d’Aosta è stato il ceo di Althesys, Alessandro Marangoni, che ha sottolineato come CVA, nel 2023, abbia creato un valore condiviso di 530,9 milioni di euro nella nostra regione, con 342,7 milioni di ricadute dirette, 9,3 di indirette e 178,9 milioni di ricadute indotte.
Questo rappresenta il 9,3% del Pil valdostano, il 59,3% del valore aggiunto portato dall’industria rossonera e consente di creare un valore condiviso a cittadino di 4.316 euro.
La contribuzione fiscale in Valle è stata di 140 milioni di euro (11% delle entrate fiscali regionali), i salari lordi sono stati di 55 milioni (3% dei redditi da lavoro dipendente in Valle) e gli occupati, compreso l’indotto, sono stati 1.582, con la particolarità che per ogni 6 dipendenti di Cva lavorano altri 7 dipendenti in Valle.
Transizione ecologica
Un ultimo excursus, su specifica domanda, è stato fatto sulla transizione ecologica e su cosa ci sia ancora da fare per la Compagnia Valdostana delle Acque.
«Dobbiamo cogliere l’opportunità di entrare nella costruzione di quel 40% di infrastrutture rinnovabili che servono – ha detto Giuseppe Argirò -. La diversificazione, per noi, si sta rivelando un vantaggio. L’alluvione del 29 giugno, infatti, ha impattato anche sui nostri impianti e avrebbe potuto essere un grande problema. Abbiamo capacità economiche e industriali per sfruttare queste chance».
Mentre De Girolamo ha sottolineato come «Cva è sostenibile da sempre, ma deve contribuire a ottenere gli obiettivi a livello nazionale», Cantamessa ha concluso: «Tutti vogliono la transizione energetica, ma quando si deve attuare iniziano i distinguo. Ora tanti attori finanziari e competitor si tirano indietro; noi abbiamo competenze, capacità di accumulo ed esposizione debitoria bassa».
(al.bi.)