Arnad: Gerardo, il panettiere ballerino che aiuta l’Istituto di Candiolo
Il panettiere di Arnad non chiede alcun compenso per le sue lezioni di ballo; le offerte che riceve vengono integralmente devolute in beneficenza, in memoria di un amico scomparso per un tumore
Arnad: Gerardo, il panettiere ballerino che aiuta l’Istituto di Candiolo.
Un quintale di pane al giorno e mille ballerini
Un quintale di pane al giorno e mille persone che hanno imparato a ballare grazie a lui.
Una professione e una passione per Gerardo Blasotta, originario di Montalto Dora, panettiere da 53 anni di cui oltre 40 passati ad Arnad.
Incontriamo Gerardo e la moglie Laura nel laboratorio adiacente alla panetteria, all’inizio di Arnad in direzione Torino sulla strada statale.
Laura è indaffarata nel negozio e Gerardo nel suo laboratorio mentre mostra foto e oggetti che l’hanno accompagnato in tutta la sua attività da panettiere.
Sulla parete del negozio in alto c’è la vecchia bicicletta con cui inizialmente faceva le consegne.
Quella di Arnad è la sua prima panetteria.
La storia di Gerardo che di giorno fa il panettiere e la sera l’istruttore di balli da sala inizia nel 1973.
«Avevo 13 anni, prima facevo solo le consegne e poi sono diventato apprendista panettiere.
All’inizio consegnavo il pane munito di bici, poi con l’Ape».
Poco dopo incontra Laura, sua moglie, una vera “organizer” per la vita di Gerardo, amante della tecnologia e dello sport, all’opposto del marito.
Una passione nata trent’anni fa
Nel ’95 nasce la passione per il ballo «tramite un amico abbiamo iniziato a frequentare un corso di ballo a Torino» .
Lezione dopo lezione, Gerardo ottiene la certificazione di istruttore di ballo da sala.
Corsi in tutta la Valle e nel Canavese
«Ho iniziato a girare in molti paesi per i corsi: da Champorcher a Hône, Pont-Saint-Martin, Châtillon, Saint-Vincent, Brusson, Verrès, Arnad, ma anche nel vicino Canavese».
A quante persone ha insegnato a ballare?
Risponde sorridendo: «Più di mille!
Da ottobre a maggio ho tenuto un corso al centro anziani Maison Roux Peaquin a Verrès, l’allieva che si è contraddistinta maggiormente per costanza ha 83 anni».
Una passione totalizzante
Una passione totale quella del ballo «pensi – racconta la moglie Laura – ritornava dalle lezioni a volte anche a mezzanotte e all’1 era già a fare il pane per la mattina seguente».
Gerardo replica «Dormire è una perdita di tempo per me, bastano 3/4 ore di sonno, mi alzo vengo in negozio, poi insieme a Laura partiamo in camper o in Vespa e partecipiamo ai raduni».
L’unica passione che non condividono moglie e marito è proprio il ballo.
«No è negata» dice lui e lei «me la cavo ma non mi piace, preferisco gli sport, al massimo lo aiuto nell’organizzazione e nella promozione dei corsi».
L’impegno nel ricordo di un amico che non c’è più
A distinguere il panettiere ballerino è la solidarietà: «Ho perso un caro amico a causa di un tumore.
Da quando lui non c’è più, devolvo le offerte che ricevo dalle lezioni di ballo all’Istituto di Candiolo».
Un maestro di ballo che non si fa pagare
Già perché Gerardo che ha insegnato a ballare a più di mille canavesani e valdostani non si fa pagare.
«I partecipanti lasciano delle offerte e io li devolvo».
Walzer, lento e foxtrot
Il ballo preferito e più facile da insegnare? «Walzer lento e foxtrot».
Ma con Laura mai un ballo? «Una polka perché è un ballo più movimentato».
La sera Gerardo toglie la divisa da panificatore e mette vestito e scarpe da ballo.
«Insegno non per gareggiare, ma perché le persone si divertano».
Il periodo della pandemia con le restrizioni e la cessazione di tutte le attività sono state una sofferenza per il ballerino, «ma ho continuato a coltivare la mia passione guardando videocassette dove si ballava».
Dei programmi televisivi come Ballando con le stelle, Gerardo non ha una grande opinione, «servono solo a fare spettacolo, non insegnano».
Balli all’aperto per non perdersi di vista
Progetti futuri?
«Ora i corsi sono finiti, ma ho in programma con “i miei allievi” nel periodo estivo di andare a ballare all’aperto così non ci perdiamo di vista per poi ricominciare con i corsi in autunno.
(sonia marchese)