Ciclismo: domani a Palazzolo Milanese l’ultimo saluto a Vasco Sarto
Il penultimo patron del Giro della Valle d'Aosta è scomparso pochi giorni dopo il suo predecessore Giovanni Ramires
Domani alle 15 a Palazzolo Milanese ci sarà l’ultimo saluto a Vasco Sarto.
Il penultimo patron del Giro della Valle d’Aosta è scomparso pochi giorni dopo il suo predecessore Giovanni Ramires.
Domani a Palazzolo Milanese l’ultimo saluto a Vasco Sarto
Nuovo lutto nella famiglia del Giro della Valle d’Aosta.
Lunedì 17 giugno è scomparso all’età di 85 anni Vasco Sarto.
L’ex numero 1 del Giro della Valle d’Aosta era ricoverato alla Domus Pacis di Paderno Dugnano.
Una vita caratterizzata dalla passione per il ciclismo
Brianzolo doc, Vasco Sarto ha profondamente legato la sua vita al ciclismo.
Nella sua carriera è stato giudice di gara, designatore della categoria in Lombardia, ispettore antidoping e dirigente.
Prima di diventare presidente della Società Ciclistica Valdostano è stato tesserato per l’Aurora Desio.
Il suo legame con la Valle d’Aosta, nato grazie alla casa di villeggiatura di Perloz, si è rafforzato nel corso degli anni.
Nel 2006, dopo essersi avvicinato al Club Sportivo Lys, è arrivato il grande salto al timone del Petit Tour.
Sarto ha rilevato il timone da Giovanni Ramires, scomparso venerdì 14, e lo ha ceduto nel 2014 a Riccardo Moret.
I due grandi dirigenti sono stati ricordati lunedì nel corso della presentazione del 60° Giro della Valle d’Aosta.
Francesca Pellizzer: «Vasco Sarto ha portato una ventata di innovazione al Petit Tour»
«Vasco Sarto, nonostante l’approdo in età non più giovanissima alla testa del Petit Tour, ha portato un vento di innovazione che ha reso maggiormente conosciuto il Giro della Valle d’Aosta – ricorda la presidente del comitato valdostano della FCI, Francesca Pellizzer -. La sua gestione ha reso la corsa ancora più ambita, sempre più internazionale, allargando i confini e uscendo dalla partecipazione di squadre che, fino a quel momento, era prettamente europea. È doloroso che alla vigilia della sessantesima edizione, il mondo sportivo, non solo quello ciclistico, debba piangere due enormi figure dirigenziali, che hanno fatto grande la corsa valdostana, accompagnandola e facendola crescere per sedici prestigiosi anni».
(d.p.)