Aosta, madre sottrae figlio e fa perdere le proprie tracce: scattano le ricerche
La donna non ha riportato il piccolo agli zii dopo un incontro disposto dal Tribunale dei Minori
Una madre di origini gambiane ha sottratto il figlio di cinque anni – collocato dagli zii – che aveva potuto vedere nell’ambito di un incontro previsto dal Tribunale dei Minori. La donna, secondo le prime informazioni, non avrebbe riportato il piccolo nel primo pomeriggio di ieri, giovedì 6 giugno, facendo perdere le sue tracce.
Madre sottrae figlio e fa perdere le sue tracce
Le ricerche sono affidate alla polizia. Non si esclude che possa essersi già allontanata dalla Valle d’Aosta per andare all’estero.
Il bimbo era stato collocato oltre un anno fa dagli zii materni dopo essere stato allontanato dalla madre e affidato al servizio sociale.
«Ieri era stata organizzata una visita protetta con la madre e l’accompagnamento di un educatore. Siamo andati all’appuntamento alle 11.30 di mattina, nel centro di Aosta, dove lei vive, e lo abbiamo portato – racconta la zia all’Ansa -. Siamo tornati sul posto alle 14.30, ma la madre non è mai arrivata. Durante l’incontro l’educatore è andato via, è tornato al termine ma loro ormai non c’erano più».
La nota dell’assessorato
In serata, è arrivata anche una precisazione dell’assessorato alla Sanità e politiche sociali. «A partire da fine marzo 2023, la situazione è seguita da un’équipe multidisciplinare (educatore, assistente sociale, psicologo e mediatore interculturale) su mandato del tribunale per i Minorenni – si legge in una nota -. Nel mese di aprile 2023 il Tribunale ha disposto la collocazione del bambino presso gli zii materni e l’attivazione di visite protette e non ha previsto la sospensione dalla responsabilità genitoriale in capo alla madre».
E ancora. «A partire dal mese di marzo 2024, il Tribunale per i Minorenni, ha disposto una graduale liberalizzazione degli incontri tra il minore e la madre. Nell’ambito di quest’ultima disposizione del Tribunale per i minorenni, gli incontri erano attualmente accompagnati da un educatore sia all’inizio che al termine degli stessi».
Secondo quanto precisato dall’assessorato, «la sottrazione del minore non è avvenuta nel corso di un incontro protetto, ma di un incontro libero tra madre e figlio, in ossequio a quanto stabilito dal Tribunale. L’Assessorato auspica un rapido ritrovamento del bambino, nel superiore interesse rispetto al benessere e alla serenità del piccolo».
Il comunicato della legale della madre
Sull’accaduto, l’avvocato Carola Marzi che assiste la madre del bambino ha preso posizione con un comunicato stampa.
«La vicenda è nata a seguito della segnalazione, da parte degli zii, di presunti maltrattamenti da parte della madre ai danni del figlio minore – si legge in una nota -. Tali presunti maltrattamenti non venivano tuttavia riscontrati nel corso della visita in Ospedale, alla quale i medesimi zii conducevano il bambino. Come di prassi in questi casi, tuttavia, in via preventiva ed a tutela assoluta del minore, il Tribunale per i Minorenni disponeva l’allontanamento del bambino dalla madre e il suo collocamento temporaneo presso l’abitazione degli zii. La madre, dunque, non è mai stata dichiarata decaduta dalla responsabilità genitoriale, né il bimbo è mai stato affidato agli zii, che hanno rivestito il ruolo di semplici collocatari».
Di più. «Il Tribunale per i Minorenni ordinava quindi che venisse effettuata una valutazione della capacità genitoriale della mamma e che venissero attivate modalità di incontro protette madre-figlio.Veniva all’uopo nominata una équipe multidisciplinare, composta da un’assistente sociale, una psicologa ed un educatore, oltre che un mediatore interculturale, al fine di facilitare gli scambi di informazioni».
«Madre idonea al ruolo»
La legale aostana aggiunge poi altri dettagli. «Al termine del periodo di valutazione, la madre risultava idonea al proprio ruolo genitoriale e il Tribunale per i Minorenni quindi autorizzava i Servizi Sociali a prevedere un graduale ampliamento e la liberalizzazione delle visite madre-figlio. Le visite, dunque, al momento dei fatti narrati, non erano più protette, ma libere, con previsione della presenza dell’educatore solo ed esclusivamente nel momento del passaggio del bimbo dagli zii alla madre e viceversa, momento delicato, che ancora presentava delle criticità».
«Non si intende discutere con gli Organi di stampa delle motivazioni ditali difficoltà – conclude l’avvocato Marzi -, né dell’allontanamento effettuato ieri dalla madre: vi è un Tribunale che è a conoscenza dei fatti, a cui competerà di valutare quanto avvenuto negli ultimi mesi (e non un singolo comportamento,peraltro del tutto avulso dal contesto) e assumere decisioni».