Firmato il Manifesto di Courmayeur per l’adattamento al cambiamento climatico delle comunità montane
La firma ieri a SkyWay Monte Bianco nell'ambito del convegno Comunicare il cambiamento climatico di Fondazione Montagna Sicura e Fondazione Courmayeur Mont Blanc
La Regione autonoma Valle d’Aosta, il Celva, Fondazione Courmayeur Mont Blanc, Fondazione Montagna Sicura e La Stampa sono i promotori e primi firmatari del Manifesto di Courmayeur: i principi guida per promuovere lo sviluppo sostenibile e l’adattamento al cambiamento climatico delle Comunità montane.
Nel pomeriggio di ieri, lunedì 3 giugno, nella Sala La Verticale al Pavillon di Skyway Monte Bianco, si è tenuto il secondo incontro, dopo quello del 18 settembre 2023, in cui si sono riuniti rappresentanti regionali, sindaci, giornalisti, operatori del settore ed esperti di comunicazione tradizionale e digitale, per sviluppare un dialogo dal titolo Comunicare il cambiamento climatico. Storie ed Esperienze tra media tradizionali e digitali.
Comunicare il cambiamento climatico
Avviato da Fondazione Montagna sicura e la Fondazione Courmayeur Mont Blanc il progetto pluriennale Comunicare il cambiamento climatico vuole avvicinare gli esperti e gli enti locali ai rappresentanti del mondo della comunicazione perché diventino un partner verso un percorso di verità e diffusione di informazione attraverso chiavi di lettura positive e costruttive.
Il convegno, condotto da Nicolas Lozito, giornalista di La Stampa, si è aperto con i saluti istituzionali di Roberto Rota, sindaco di Courmayeur, Lodovico Passerin D’Entrèves, presidente del comitato scientifico della Fondazione Courmayeur Mont-Blanc, Andrea Cargnino, presidente di Fondazione Montagna Sicura, e Renzo Testolin, presidente della Regione.
Hanno dunque preso la parola i relatori che, partendo dalle proprie esperienze, hanno sottolineato la necessità di trovare metodi alternativi di comunicazione che creino una contaminazione positiva, al fine di mitigare la crisi climatica globale e sviluppare un’opportunità di crescita per le regioni montane.
Il Manifesto di Courmayeur
Al termine della discussione, conclusasi con l’intervento dell’Assessore alle Opere pubbliche, Territorio e Ambiente, Davide Sapinet, e dell’Assessore Affari europei, Innovazione, Pnrr e Politiche nazionali per la montagna, Luciano Caveri, è stato siglato il Manifesto di Courmayeur contenente 7 principi:
- 1. La montagna non è solo un paesaggio, è un ecosistema.
Dà vita a risorse, piante, animali. Ci ospita e conserva le tradizioni delle nostre comunità. La montagna ci protegge e noi dobbiamo proteggerla;
- 2. Il cambiamento climatico va affrontato subito e insieme.
Il surriscaldamento globale colpisce in maniera sproporzionata le montagne. Presenta minacce, sfide e opportunità. Le soluzioni individuali non sono sufficienti, è necessaria un’azione collettiva verso l’adattamento per mantenere una montagna viva ed abitata che possa garantire futuro e prospettive alle nuove generazioni;
- 3. La scienza è una preziosa alleata per superare dubbi e negazionismi.
Gli studi degli ultimi decenni sono inequivocabili e sempre più precisi: non possiamo più permetterci di diffondere scetticismo e fake news;
- 4. L’informazione ha il ruolo di guida: mostra i pericoli, racconta le soluzioni e dà voce alle opportunità.
L’informazione – istituzionale, politica, giornalistica – ha una responsabilità enorme. Con trasparenza e onestà deve saper comunicare, educare, anche attraverso la scuola, e coinvolgere le comunità;
- 5. Le comunità alpine devono continuare a prosperare grazie all’adattamento.
L’economia della montagna sta mutando velocemente. Integrando la cultura della neve e dello sci, la montagna offre un ventaglio di nuove opportunità di sviluppo per i suoi abitanti, per chi decide di trasferirsi in questi territori e per chi arriva da lontano;
- 6. La sostenibilità è futuro, il futuro è sostenibile.
Al centro della trasformazione dobbiamo porre modelli di sviluppo sostenibili ed equilibrati, nel rispetto dei luoghi, sapendo far convivere la natura e le sue bellezze con i rischi naturali collegati, ma anche nel rispetto dei bisogni e dei diritti di ciascuno, in particolar modo di chi abita la montagna e vi lavora, delle opportunità e necessità di sviluppo, anche economico, delle comunità che la abitano;
- 7. La speranza è come una sorgente, va trovata e protetta.
Alimentiamo la fiducia. Custodiamo l’ostinato ottimismo di chi sa che il nostro ruolo più importante è essere buoni antenati per chi verrà.
Un impegno a conciliare scienza e ricerca per informare la cittadinanza e i decisori politici degli impatti dei cambiamenti climatici, e le possibili soluzioni nel medio e lungo termine.
(marlène jorrioz)