Bandiera Nera di Legambiente alla Cervino Spa per «la ferita al ghiacciaio Teodulo»; 4 le Bandiere Verdi
Bene Courmayeur, Champdepraz, Donnas e Gressoney; bocciati Brusson, Gressoney-Saint-Jean e la Regione per la poderale al Col Ranzola e la Cervino Spa per la Coppa del Mondo di sci sul ghiacciaio
Sono 4 le Bandiere Verdi che Legambiente assegna quest’anno alla Valle d’Aosta al summit nazionale, 2 le Bandiere Nere.
La Valle d’Aosta conferma il trend nazionale con la crescita dei vessilli verdi, che rappresentano il coraggio della sostenibilità delle avanguardie ostinate, +15,7% rispetto allo scorso anno con 23 Bandiere Verdi totali, ma porta con sé anche quella che l’associazione nazionale del cigno verde ricorda come «la ferita al ghiacciaio Teodulo».
Tra le 10 Bandiere Nere d’Italia, pesa particolarmente quella alla Valle d’Aosta, sottolinea Legambiente, «dove fra Zermatt e Cervinia le ruspe al lavoro hanno inferto pesanti ferite al ghiacciaio Teodulo per ampliare i domaines skiable ai fini di competizione agonistiche».
Il Piemonte, si conferma per il sesto anno consecutivo, re indiscusso di buone pratiche con 5 bandiere green, seguito da Valle D’Aosta, Lombardia, Veneto, con rispettivamente 4 bandiere, da Veneto e Friuli Venezia Giulia, con 3 bandiere a testa, e poi da Trentino, Alto Adige, e Liguria, tutti con una bandiera.
«Ancora una volta – commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – le aree montane dimostrano di anticipare i tempi del cambiamento più che altrove, mettendo in campo anche azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. L’aver censito ben 23 bandiere verdi, per altro in crescita, ne è una prova. Le storie raccontate, per loro natura, vanno a definire una terza via, oltre le due opposte derive che confinano la montagna tra la museificazione e quella più aggressiva dell’industria del turismo. La nostra montagna non è il luogo dell’incontaminato, ma nemmeno il posto da stravolgere pur di gareggiare a tutti i costi com’è successo per il ghiacciaio del Teodulo in Valle d’Aosta».
Le Bandiere Verdi in Valle d’Aosta
Promossi Courmayeur, Champdepraz, Donnas e Gressoney.
Dopo aver ricevuto la Bandiera Nera nel 2012, per i ritardi dell’adeguamento del Piano regolatore e il tentativo, con «procedura anomala», di estendere le zone golfistiche mettendo a repentaglio la biodiversità delle aree Natura 2000, Courmayeur guadagna adesso la Bandiera Verde per l’istituzione di un servizio navette di collegamento con la Val Ferret e la Val Vény e la riduzione dell’accesso ai mezzi privati nelle valli.
«Va sottolineato che tanto il servizio di navetta quanto l’accesso limitato alle valli Ferret e Veny non rappresentano in sé esperienze innovative. La vera svolta sta nella gratuità del mezzo pubblico, a fronte delle forti limitazioni poste all’accesso con mezzi privati. In una montagna dove ancora troppo spesso i comuni preferiscono non vedere gli scempi provocati da un uso selvaggio da parte dei mezzi motorizzati delle strade o addirittura dei sentieri in quota, esso rappresenta un buon esempio da imitare per altri comuni italiani» sottolinea l’associazione.
Champdepraz, toccata dalla Bandiera Nera, assegnata alla Regione, nel 2020 per l’intenzione di realizzare una discarica di rifiuti inerti a Chalamy, è adesso premiata «er aver intrapreso a partire dal giugno 2023 come primo Comune in Valle d’Aosta il percorso per il raggiungimento, entro il 2027, dell’obiettivo “Rifiuti zero”, già avviato in altri 335 comuni italiani, con l’adozione di numerose iniziative virtuose».
Bandiera Verde alla Cooperativa sociale ExEat di Donnas «per la riapertura del rifugio Alpe Bonze e le scelte che ne caratterizzano la gestione (valorizzazione di materie prime e prodotti a km 0, inserimento di ragazzi con disabilità cui vengono fornite opportunità di formazione professionale) e gli obiettivi (creazione di occupazione giovanile e rispetto dell’ambiente)».
Infine premiato anche il progetto Samstag Märt dell’azienda agricola Paysage à Manger di Gressoney-Saint-Jean, «per la tutela e la coltivazione della biodiversità agricola. Per la centralità assegnata ai produttori di cibo anche nei territori alpini e per la costruzione di reti tra produttori di cibo in territori marginali».
Le Bandiere Nere in Valle d’Aosta
Bocciatura per Brusson, Gressoney-Saint-Jean, Regione e Cervino Spa.
Due le Bandiere Nere assegnate alla Valle d’Aosta.
La prima va ai Comuni di Brusson, Gressoney-Saint-Jean e all’amministrazione regionale «per il devastante progetto di strada poderale intervalliva attraverso il col Ranzola, in una zona naturale stupenda e fragile».
La seconda alla Cervino Spa «per il progetto “Matterhorn Cervino Speed Opening”, un’aggressione alla montagna fin sui ghiacciai per ampliare i domaines skiables ai fini di competizioni agonistiche».
(e.d.)