Omobitransfobia, Arcigay VdA: «basta monumenti illuminati, serve un impegno concreto»
In occasione della Giornata internazionale contro l'omobitransfobia che si terrà domani, 17 maggio, l'associazione valdostana chiede di illuminare le coscienze, non i monumenti e punta il dito sul disinteresse del disegno di legge contro le discriminazioni sepolto a Palazzo da due anni
«Illuminiamo le coscienze, non i monumenti», lo chiede l’associazione Arcigay Valle d’Aosta – Queer VdA.
I colori rainbow domani, 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omobitransfobia, non illumineranno la Porta Prætoria di Aosta, lo annuncia l’associazione valdostana che non ha richiesto l’illuminazione del monumento scegliendo di accendere i riflettori sulla necessità di un impegno concreto sulle questioni di orientamento sessuale e identità di genere.
«Non basta vedere gli splendidi monumenti aostani illuminati di arcobaleno: è urgente ed essenziale un impegno attivo da parte delle istituzioni per garantire pari dignità e diritti, senza distinzioni, secondo l’articolo 3 della Costituzione» scrive Arcigay Valle d’Aosta – Queer VdA in una nota.
L’associazione punta il dito sul silenzio calato sul disegno di legge contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere, «sepolto a Palazzo Deffeyes da due anni in V Commissione» e chiede al Consiglio regionale di ricalendarizzarne la discussione.
Arcigay chiede inoltre che il testo non sia modificato, «diventando una generica legge contro ogni discriminazione, in un timido tentativo di unire, ad esempio, omofobia e abilismo, senza considerare i differenti approcci di cui necessitano due importanti problematiche» sottolinea.
«La legge non può essere così vaga da non essere più efficace. Niente luci accese finché non si accenderanno le coscienze di cittadinanza e politica verso un problema, l’omobitransfobia, sempre più attuale, preoccupante e feroce» aggiunge l’associazione.
La situazione in Italia
Queer VdA coglie l’occasione inoltre per fare un punto sulla situazione in Italia, precipitata al 36° posto, su 48 paesi, nella classifica stilata da Ilga Europe, l’associazione Lgbt internazionale, che fotografa ogni anno lo stato dei diritti in Europa.
«Persino l’Ungheria di Orban ottiene un punteggio più confortante. Aumenta la paura, aumentano le aggressioni, aumenta la violenza anche istituzionalizzata: tutto questo costituisce quell’omobitransfobia, al cui contrasto è dedicata la giornata del 17 maggio» evidenzia l’associazione.
«Stereotipi, pregiudizi e atteggiamenti omobitransfobici vengono considerati normali e giustificabili, da chi li pratica e li agisce, anche perché ancora legittimati e protetti dalla società e da leggi anacronistiche che non riconoscono il matrimonio egualitario o le famiglie omogenitoriali oppure ostacolano o complicano l’affermazione di genere».
«Lo stigma e la violenza si rafforzano – conclude Arcigay Valle d’Aosta – Queer VdA – anche perché è assente una legge che protegga le persone dalle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere».
(re.aostanews.it)