Beni culturali ecclesiastici: il Tesoro della Cattedrale ha 28 opere fresche di restauro
Tra il 2018 e il 2023 è stato completato il restauro, grazie ai fondi dell'8x1000, della Soprintendenza ai Beni Culturali e della Fondazione CRT
Beni culturali ecclesiastici: il Tesoro della Cattedrale ha 28 opere fresche di restauro.
Sono 28 le opere del Tesoro della Cattedrale, restaurate e presentate ieri sera, in occasione della conferenza ‘Il tesoro della Cattedrale restaurato’, nell’ambito delle Giornate di valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico.
Gli oltre 70 partecipanti hanno potuto ammirare il restauro di 9 delle opere del tesoro della Cattedrale che erano state realizzate tra il XIII e il XVIII secolo.
Spiega Roberta Bordon, direttrice dell’Ufficio culturale dei Beni culturali ecclesiastici e edilizia di culto della Diocesi di Aosta: «Questa serata si inserisce nelle giornate di valorizzazione del patrimonio culturale ecclesiastico – spiega -. Quest’anno sono dedicate al tema dei 40 anni di intese e progetti per la promozione dei Beni Culturali Ecclesiastici seguiti al Concordato del 1984.
Il Museo del Tesoro è di interesse diocesano in quanto racchiude e conserva oltre 120 opere di chiese del territorio».
Restauri di 5 anni con i fondi dell’8×1000
Il restauro è stato realizzato tra il 2018 e il 2023 grazie ai fondi dell’8×1000, dalla Soprintendenza per i beni e le attività culturali e dalla Fondazione CRT e ha interessato 28 pezzi.
I ‘pezzi’ restaurati
Protagonisti della serata il Braccio di San Grato, il Busto di San Grato, il braccio di San Giocondo, il Busto di San Giocondo, la Testa reliquiario di San Giovanni Battista, la Cassa reliquiario di San Grato, la Cassa reliquiario di San Giocondo, il Busto di Sant’Anselmo e il Busto di San Francesco di Sales.
«Quando pensiamo al tesoro della cattedrale dobbiamo pensare a una serie di oggetti rari e preziosi utilizzati per adornare le chiese, per celebrare la liturgia e alle reliquie – ha proseguito Roberta Bordon prima di passare la parola al Vescovo, Monsignor Franco Lovignana per un intervento introduttivo.
Una riflessione incentrata sulla domanda ‘Il culto delle reliquie ha ancora diritto di cittadinanza nella vita della Chiesa di oggi o è qualcosa di assolutamente fuori dal tempo?’
Il Vescovo è intervenuto dicendo che «quando oggi ci occupiamo di reliquie lo facciamo per la bellezza e preziosità dei reliquiari e meno per il loro contenuto, ma quando sono nati non era così.
Il Cristianesimo considera reliquie in senso stretto il corpo dei beati e dei santi e in senso lato dei piccoli frammenti del corpo di un beato, del corpo di un santo o di oggetti che abbiano avuto con la sua persona».
La serata si è chiusa con gli interventi di Alessandra Vallet, funzionaria della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta, e di Valeria Borgialli, restauratrice di metalli.
In particolare, sono state presentate le varie tappe di restaurazione delle opere esposte, la loro origine storica, le nuove scoperte emerse grazie all’analisi e un parallelismo di ogni opera prima e dopo il restauro.
Nella foto in alto, da sinistra, Alessandra Vallet, Monsignor Franco Lovignana, Roberta Bordon e Valeria Borgialli.
(giulia calisti)