Aosta, approvato il rendiconto, Nuti: «Ereditato un transatlantico oggi è una barchetta agile»
Il consiglio comunale ha dato il via libera a un documento che pareggi a 150.214.900 con un avanzo di amministrazione in netto calo a 30 milioni. Contraria la minoranza, astenuto Bruno Giordano
È stato approvato con i voti contrari della minoranza (astensione per il solo Bruno Giordano) il rendiconto 2023 del Comune di Aosta, che pareggia a 150.214.900 euro, con un avanzo di amministrazione in sensibile calo, un raddoppio di spese per investimenti e un crescente percentuale di impegno della parte corrente.
Nella seduta fiume del consiglio comunale, l’analisi del documento finanziario passa per la mani del consigliere Uv, Franco Proment, che ha snocciolato i dati già forniti in quarta commissione, parlando di un «andamento positivo», con un ente «non in dissesto».
Proment ha ricordato il crollo dell’avanzo di amministrazione, passato dai 49 milioni del 2022 ai circa 30 del 2023, con un avanzo non vincolato sceso da 21 milioni a 12,620 milioni.
Con spese di investimento raddoppiate (da 6 a 12 milioni di euro) e un costo del personale balzato poco oltre i 13 milioni di euro, Proment ha sottolineato come i dati testimonino «l’impegno dell’amministrazione nello spendere meglio i fondi», arrivando anche a snellire il documento contabile.
Il consigliere unionista ha ricordato il fondo cassa di circa 53 milioni di euro, residui passivi poco sopra i 19 milioni di euro, attivi poco oltre i 26 (contro gli oltre 27 del 2022) e i 7 milioni di euro di fondi bloccati per crediti di dubbi esigibilità, “crollati” rispetto ai 12 milioni del documento precedente.
Rendiconto: le cose fatte
La relazione di Proment, un po’ come avvenuto in commissione, inizia dalle cose fatte e parte dalla «valorizzazione delle iniziative più significative», passando per lo sviluppo delle collaborazioni con associazioni di categoria e vari enti, fino ad arrivare alle «tante manifestazioni nelle frazioni».
Riassumendo le varie modifiche al traffico, il rinnovo del sistema di ztl e l’avvio del progetto, gestito da Telcha, di sostituzione dell’illuminazione pubblica (1.600 i corpi illuminanti cambiati finora), Proment ha poi ricordato i passi avanti per il palaghiaccio e la «progettazione esecutiva per l’abbattimento dei grattacieli del Quartiere Cogne».
Superato il capitolo Pnrr, il consigliere Uv si è concentrato sul nuovo bando delle mense scolastiche in vista del nuovo anno e sul completamento dell’adeguamento energetico del Teatro Giacosa, insieme ai vari interventi “antincendio” su scuole ed edifici pubblici.
Le relazioni della minoranza
A relazionare per la minoranza, Paolo Laurencet e Sylvie Spirli.
Il consigliere forzista ha sostanzialmente ripreso i discorsi fatti in commissione.
Puntato ancora una volta il dito sull’aumento «della pressione fiscale», quando si sarebbe potuto «fare la scelta di non chiedere sforzi ulteriori ai cittadini», Laurencet ha chiesto ancora una volta la «rimodulazione dell’Imu», puntando poi sull’elevato «tasso di chiusura» degli esercizi commerciali, soprattutto in via Sant’Anselmo.
«La crisi sta mettendo in difficoltà chi è nella zona e le nuove modifiche all’Arco, che ci auguriamo definitive, sono state accolte farevolemente» ha ribadito.
Laurencet, poi, ha puntato ancora una volta il dito sulla «co-progettazione», che rischierebbe di minare «la concorrenza e non aiuta le attività economiche», salvo poi mettere nel mirino il Marché Vert Noël.
«È stata fatta confusione – ha tuonato -. Ci si aspetta che venga ricreata una situazione di “montagna”, ma è possibile che non si sia trovato il modo di utilizzare il Teatro in un periodo in cui i lavori edili sono praticamente fermi»?
In conclusione, una panoramica sul nuovo appalto per lo smaltimento dei rifiuti.
«Ci auguriamo che gli strumenti di controllo siano efficaci e corretti».
La relazione di Sylvie Spirli
La consigliera leghista ha chiesto alla maggioranza se possa ritenersi «soddisfatta degli obiettivi raggiunti – ha esordito -. Secondo noi no».
Spirli vede note dolenti nella mancata realizzazione dell’accordo con l’Espace Pila, nella mancata redistribuzione dei posteggi nei mercati cittadini e ha etichettato Aosta come «insostenibile».
Secondo Sylvie Spirli, infatti, le varie modifiche alla viabilità «hanno complicato la vita quotidiana di cittadini e turisti – ha sottolineato -. Con il Pums non avete voluto ascoltare e avete parlato di idee logiche, quando in realtà sono ideologiche».
E qui il solito cahier de doléances, fatto di minacciati aumenti dei parcheggi, gestione di quelli in struttura e decentramento del traffico «senza dare alternative concrete».
Con nuovi parcheggi in struttura «tramontati» e cerniere di mobilità «individuate solo sulla carta», Spirli ha ricordato che la «ciclabile vi seppellirà» e ha accusato la maggioranza di «non saper programmare a medio e lungo termine; andate avanti con la politica del rattoppo».
Colpendo sugli errori legati agli impianti sportivi e, in particolare, ai tentativi vani di applicare la co-progettazione, Spirli ha poi concluso evidenziando l’aumento della «rigidità del bilancio – ha aggiunto -. È un rendiconto gradevole alla vista, ma dà immagine di un governo senza vere priorità. Il tempo delle ammonizioni è terminato, questa squadra merita il cartellino rosso».
Il dibattito: l’opposizione
Lungo e spesso ripetitivo il dibattito sviluppato dai vari gruppi consiliari.
Sergio Togni, capogruppo della Lega, ha ricordato come la «programmazione è un impegno preciso da rispettare – ha detto -. Se si dicono delle cose, vanno fatte. Gli imprevisti accadono sempre, ma bisogna prevedere che qualcosa possa succedere».
Renato Favre, Forza Italia, ha fatto le pulci alle voci che hanno costituito l’avanzo di amministrazione da 30 milioni di euro, tirando in alcuni casi le orecchie ai vari assessorati.
«Vi consiglierei di far predisporre un tabulato della spesa assestata ogni mese – ha ironizzato -, così da consegnarlo a ogni assessore per rettificare in corso d’opera».
Eleonora Baccini, Renaissance, non è andata per il sottile, stigmatizzando la richiesta di «coerenza» da parte di una maggioranza che «boccia tutte le nostre iniziative, salvo poi ripresentarle quatro mesi dopo» e che si basa sulla co-progettazione, ma «a noi riserva solo schiaffi».
E ancora.
«Volevate una città più green? Lo è, ma non nel senso voluto – ha chiosato -. Sarà sempre più difficile da raggiungere».
Il capogruppo di Renaissance, Giovanni Girardini, ha ricordato come ai tempi del governo Grimod «si sarebbe sparato per un avanzo del genere – ha esclamato, facendo poi riferimento a una dichiarazione dell’omologo di Pcp, Paolo Tripodi -. Lei è un portatore sano di sfortuna. Se tutte le attività verranno chiuse, vorrà dire che rimarrà una produttività ridottissima; una persona normale farebbe i salti mortali per evitarlo».
«Siete andati avanti senza ascoltare noi e la cittadinanza scontenta» ha rintuzzato Cristina Dattola, colpendo forte sui malfunzionamenti della ciclabile e arrivando ai problemi del traffico.
«La città è un disastro – ha attaccato -. Percorsi assurdi, traffico mal gestito. Volete le auto fuori dalla città? Invece diminuite parcheggi, mancano i trasporti pubblici e fate le cose scollegate, partendo dal fondo».
Chiedendo una spinta per il turismo, Dattola ha chiamato in causa anche la recente chiusura del Wet Industry cocktail bar.
«Chi ha il coraggio di aprire un locale nuovo e innovativo si vede tarpate le ali – ha concluso -. Aosta la sera si spegne: chi avrà più voglia di investire»?
Bruno Giordano (Lega) ha puntato ancora una volta sulla «mancanza di scelte politiche e priorità – ha illustrato -. Avete un elenco interminabile e una politica che non sceglie non svolge il suo ruolo».
Rilanciata l’idea della cittadella del divertimento nella zona della Torre pizeometrica, Giordano ha sottolineato il passaggio da «una Giunta anoressica a una bulimica. Non esiste l’amministrazione perfetta, ma so cosa vuol dire impegnare il 92% di quanto stanziato; è un rendiconto fatto di ombre e poche luci».
La maggioranza
A guidare gli interventi della maggioranza la vice sindaca Josette Borre, che ha parlato del solito «gioco della parti», con la minoranza a portare alla luce «tutto quanto non fatto, tralasciando le tante cose portate avanti».
Ribadita la volontà di avere «obiettivi ambiziosi», ha ribadito che la politica «deve andare oltre l’ordinario».
E si è congedata.
«Espulsione? Ne prendiamo atto. E sui ritardi stiamo cercando di rispettare sempre più questa e altre scadenze; gli uffici hanno fatto il possibile e rilanciamo».
Paolo Tripodi, capogruppo di Pcp, ha definito la minoranza, più che “Rolling Stones”, «sassolini arrivati a fatica perché sgretolati lungo il percorso – ha esordito in tono acceso, puntando il dito sulla richiesta di ulteriore tempo che ha portato al rinvio del Consiglio -. Il giudizio sul rendiconto è positivo, le cifre dimostrano quanto di bono è stato fatto. Col Pnrr stiamo marciando spediti verso una grande opportunità. Siamo in un periodo difficile, entro il 2030, probabilmente, molte attività spariranno».
E sulla co-progettazione.
«È un nuovo modo di gestire – ha concluso -. Così responsabilizziamo i cittadini e promuoviamo solidarietà e integrazione».
L’assessora alle Politiche Sociali, Clotilde Forcellati, ha evidenziato di credere «in quanto fatto. Questo è il miglior rendiconto che abbia mai visto. Chiediamo almeno di portare testimonianze veritiere».
Loris Sartore, assessore all’Ambiente e mobilità, ha passato la palla agli elettori, unici in grado di decretare espulsioni e ha ribattuto: «Abbiamo cercato di cucire ad Aosta un abito e il Pnrr ci ha aiutati a dare un aspetto migliore – ha esclamato -. Il gioco delle parti? Si fa quando una non riconosce quanto fatto dall’altra».
Corrado Cometto, assessore ai Lavori pubblici, ha “rivisto” la narrazione della minoranza, ricordando come con la ciclabile siano stati ampliati anche gli spazi per i pedoni e ha ironizzato: «Bulimia? Meglio definirci come buone forchette».
L’assessora alla Promozione turistica, Alina Sapinet, ha riportato alla mente le oltre 100 manifestazioni organizzate e ha ringraziato la cittadinanza e le associazioni per il «brulicare» di nuove offerte e iniziative e anche l’apertura domenicale di molte attività, che hanno contribuito a «dare slancio al turismo».
Pietro Varisella, Av, ha parlato di un bilancio «sano» e del «grandissimo sforzo per raggiungere gli obiettivi del Pnrr», sottolineando come invece di pensare a sgravi Imu per case sfitte si dovrebbe ragionare «sulla mancanza di appartamenti».
Laurent Dunoyer, capogruppo dell’Uv, ha rimarcato una «città che non è solo il centro» e che ha visto «un avanzamento nelle periferie – ha detto -. Siamo dispiaciuti di non poter mettere la spunta ad alcuni progetti, ma spesso è più la risposta e il rapporto che contano».
Il sindaco: «Sostanziale buona amministrazione»
In chiusura il sindaco Gianni Nuti, a conclusione di un iter «un po’ accidentato – fa calare il sipario il primo cittadino -. Ringrazio chi ha favorito l’approvazione di un documento che segna un altro passo in avanti sensibile rispetto a una situazione di partenza con una serie di criticità evidenti».
Ricordate le grandi operazioni in termini di recupero crediti e flessibilità del bilancio, Nuti ha confermato come il rendiconto mostri «il livello di sanità del nostro bilancio e una sostanziale buona amministrazione».
Il primo cittadino non si è fatto mancare alcune stoccate.
«Tra dire cose vere e false c’è una differenza – ha continuato -. La città non è peggiore di quattro anni fa. Abbiamo ereditato un flusso e cerchiamo di lasciarlo migliore a chi verrà dopo. Grazie a questa squadra abbiamo provato a sfruttare tutte le opportunità. Bulimia? Forse ho condizionato i miei compagni di viaggio con l’iper-lavoro».
E ha concluso.
«Priorità? Non stiamo andando male, ci vuole una visione e le risorse per attuarla e noi abbiamo avuto opportunità di sviluppo storiche – ha chiosato -. Il verde? È una bugia, forse non vi ricordate cos’era prima la città. Abbiamo ereditato un transatlantico, difficile da governare, oggi non siamo al windsurf, ma a un’agile barchetta da pescatori».
(al.bi.)