Salute: 11 ragazzi in cura al Ser.D per dipendenza da Internet
Salute: 11 ragazzi in cura al Ser.D per dipendenza da Internet. Ma non è solo la dipendenza da schermo ad affliggere i giovani ma anche le dipendenze da alcool o da cannabinoidi, associato a un uso problematico di device e social.
Sono attualmente 11 i pazienti in cura al Servizio per le Dipendenze Patologiche del Dipartimento di Salute Mentale dell’azienda Usl VdA per dipendenza da schermo. 8 sono maschi, 3 sono femmine.
L’intervista
«Il dato è riferito alla pura dipendenza da schermo – precisa il direttore del Ser.D Gerardo Di Carlo -. C’è un discreto numero di giovani che abbiamo in carico che non arriva qui esclusivamente per la dipendenza da schermo, ma che ha una dipendenza da alcool o da cannabinoidi, associato a un uso problematico di device e social. Sono una ventina circa».
Secondo quanto riferito dal dottor Di Carlo, sono spesso le famiglie a chiedere aiuto per i propri figli, talvolta su segnalazione della scuola. I pazienti hanno un’età media di 22 anni, ci sono ragazzi di 14 anni ma c’è anche un adulto di 46 anni.
Al Ser.D, l’approccio terapeutico parte da una valutazione multidisciplinare, come per qualsiasi dipendenza. Psichiatra, psicologo, educatore, assistente sociale, infermiere, se necessario, valutano il paziente e dopo la riunione d’équipe, impostano il piano terapeutico. «Può essere deciso un percorso di psicoterapia, un sostegno psicologico, un percorso residenziale, un ricovero in struttura. In tutto questo, teniamo in primo piano la relazione con la famiglia e con la scuola o le agenzie educative» aggiunge il direttore del Ser.D -.
Pillole di benessere
Le dipendenze dalla rete assumono forme differenti; a volte si configurano come manifestazioni delle crisi adolescenziali, nella stragrande maggioranza dei casi sono frutto di un intenso traffico di relazioni virtuali che arrivano a creare rapporti disfunzionali con la rete. Anche il contesto socio culturale impatta sull’utilizzo della rete. «
Ciò che circola in rete risponde a bisogni differenti ma si fonda su una modalità di gratificazione immediata, senza alcun sforzo che arriva dai social. Sono pillole di benessere, senza sforzo che arrivano da un mondo sommerso di stimoli, da un’alluvione di informazioni che alimenta la dipendenza» precisa il dottor Di Carlo.
La dipendenza da social ha meccanismi neurobiologici identici alle altre dipendenze: non si riesce a interrompere la connessione senza un disagio nonostante l’uso intensivo di schermi causi ansia, insonnia, depressione e altre alterazioni.
«Nei ragazzi la dipendenza toglie tempo alle relazioni con i coetanei e con la famiglia e allo studio; è importante anche ragionare sul fatto che le dipendenze da schermo, da alcool o da droghe sono epifenomeni che stanno accanto a malesseri sotterranei che bisogna individuare e trattare. Non si tratta solo di noia e scarsa volontà di fare».
(cinzia timpano)