Rivolta al carcere di Brissogne, il Sappe: «Agenti hanno rischiato di essere sequestrati»
Momenti di alta tensione nell'istituto penitenziario valdostano nella serata di ieri, giovedì
Momenti di alta tensione, ieri sera, al carcere di Brissogne. Il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha denunciato una rivolta messa in piedi da un gruppo di detenuti. La situazione è stata riportata sotto controllo grazie all’intervento di agenti fuori servizio e rinforzi da fuori Valle.
Rivolta al carcere di Brissogne
Insomma, se nelle scorse settimane c’erano stati diversi episodi critici, ieri la tensione è salita alle stelle.
«Un gruppo di detenuti, capitanati da un extracomunitario, hanno devastato la rotonda di un piano costringendo i poliziotti ad uscire dal Reparto, rischiando di essere sequestrati – denuncia Massimo Chiepolo, segretario del Sappe -. Attimi di fortissima tensione che solamente il sangue freddo e la professionalità dei poliziotti, che hanno immediatamente isolato i facinorosi, ha evitato conseguenze drammatiche. Sono intervenuti numerosi agenti fuori servizio e rinforzi arrivati da altro Istituto piemontese per riportare la situazione sotto controllo».
E ancora. «Questo è solamente l’ultimo dei sempre più frequenti atti violenti messi in atto dai detenuti ed è grave che l’amministrazione non riesca a trovare rimedio e lasci il personale abbandonato a sé stesso – rimarca Chiepolo -. Forte e sentito è il ringraziamento a tutti i poliziotti intervenuti con grande sacrificio».
«Situazione aggravata dalla carenza di personale»
Il segretario nazionale per il Piemonte del Sappe, Vicente Santilli, rincara la dose. «Si tratta di eventi conseguenti ad una situazione di tensione carceraria nel Distretto piemontese-aostano-ligure già ampiamente evidenziata dal SAPPE, per altro aggravata dalla mancanza di personale: chiediamo un sopralluogo tecnico da parte del PRAP ed interventi concreti a favore dei colleghi del carcere di Aosta».
«Servono interventi urgenti e strutturali»
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria servono «interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti e regole d’ingaggio chiare, tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze».
Il leader nazionale del Sappe chiede «l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene e la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario».
Quindi l’aspetto del taser. «Potrebbe essere lo strumento utile per eccellenza in chiave anti aggressione (anche perché di ogni detenuto è possibile sapere le condizioni fisiche e mediche prima di poter usare la pistola a impulsi elettrici)».
La presa di posizione del SiNAPPe
Anche il SiNAPPe ha preso posizione sui fatti accaduti giovedì sera. «I detenuti oramai sono fuori controllo e senza freni inibitori – tuona Matteo Ricucci, segretario regionale -. Non c’è più la percezione per la popolazione detenuta di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Una causa è l’alta percentuale di detenuti psichiatrici e stranieri di seconda generazione che vivono in un contesto mentale fuori nel tempo e nello spazio».
Poi l’affondo. «La gestione della popolazione detenuta è diventata una bomba ad orologeria all’interno della Casa Circondariale di Brissogne che soffre particolarmente la mancanza dei trasferimenti dei detenuti che si rendono autori di gravissimi fatti all’interno dell’istituto valdostano».
(t.p.)