Suicidi in carcere, la garante dei detenuti: «Continuare a prevenire atti di autolesionismo»
Nella casa circondariale di Brissogne 976 episodi critici e 10 tentativi di togliersi la vita sventati
«Occorre quindi continuare anche a Brissogne, da un lato, a prevenire atti di autolesionismo o ideazioni suicidarie con l’instancabile opera della Direzione carceraria, degli educatori, della Polizia penitenziaria, del personale medico e paramedico, dall’altro, a realizzare attività mirate alla rieducazione, con l’apporto, sempre presente, anche dell’Associazione valdostana volontariato carcerario, degli operatori della Caritas, delle cooperative sociali, del cappellano e degli altri ministri di culto». È quanto afferma, in una nota, la Garante valdostana delle persone private della libertà personale, Adele Squillaci. Nella casa circondariale di Brissogne non si sono verificati casi di suicidio. Sono però diversi gli eventi critici registrati.
«Continuare a prevenire»
L’appello della Conferenza nazionale dei garanti territoriali è di oggi, 18 aprile. Un mese fa aveva preso posizione anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Per i garanti territoriali è «necessario riempire di senso il tempo della detenzione, offrendo più attività trattamentali (culturali, lavorative, sportive e ricreative)».
Non solo. «Le relazioni familiari e col volontariato devono essere potenziate anche con l’aumento dei colloqui, delle telefonate, delle videochiamate». Per i garnati è necessario un maggior numero di misure alternative. La realtà valdostanaTra i detenuti del carcere di Brissogne non ci sono stati casi di suicidi. Ci sono stati, però, 976 episodi critici, come aggressioni, minacce, danneggiamenti. I tentativi di togliersi la vita sventati sono stati 10.
«Rafforzare l’impegno di presa in carico e reinserimento»
Per la Garante Squillaci, poi, è importante «rafforzare l’impegno comune di presa in carico e reinserimento socio-educativo del detenuto, mediante percorsi formativi e lavorativi interni ed esterni all’Istituto che possano davvero scongiurare e prevenire eventi tragici».
«Dalla Direzione carceraria, dall’Ufficio esecuzione penale esterna, dall’Associazione valdostana volontariato carcerario e dai vari soggetti che operano in favore dei ristretti sono emerse più volte la difficoltà – prosegue la nota -, la solitudine e l’abbandono di cui risentono non solo il detenuto, ma anche chi esce dal carcere, spesso senza una famiglia, una casa e un lavoro, possibili cause di recidiva. La Garante rammenta che, in questo momento, l’Amministrazione penitenziaria e l’Istituto di Brissogne risultano carenti di personale, soprattutto nel settore contabile, amministrativo ed educativo».
E ancora. «Per la Garante, non solo il personale dell’Istituto, ma anche tutti coloro che si relazionano con i ristretti (sanitari, docenti, avvocati, volontari, ministri di culto, garanti territoriali…) devono convergere nel rilevare “eventi sentinella” cogliendo per tempo segnali importanti e significativi, evitando così una sconfitta complessiva per la società che si traduce, purtroppo, nella perdita di una vita umana».
(t.p.)