Artigiani in Valle d’Aosta, Pino Bettoni: «scolpisco emozioni per amore del legno»
L'artigiano di Perloz ha ricevuto il Prix Noces d'or avec la Foire; ha indagato il figurativo con il tuttotondo, l'alto e il basso rilievo con diverse essenza ma anche l'astratto
Artigiani in Valle d’Aosta, Pino Bettoni: «scolpisco emozioni per amore del legno».
Gazzetta Matin ha iniziato un viaggio per conoscere da vicino gli artigiani premiati in occasione della 1024ª Fiera di Sant’Orso.
Nadia Camposaragna curerà il tour nei laboratori degli artigiani che si sono distinti in questa edizione della Millenaria.
Dopo aver conosciuto Marcel Diemoz, Prix Don Garino; Aldo Bollon, Prix Jans con il corso di vannerie di Saint-Marcel; Michael Munari, Prix Enfanthéâtre; Luigi Marquis, Prix Berton; Ornella Crétaz, doppio premio a La Saint-Ours 2024: Prix Savt-Foire de Saint-Ours assegnato dal Savt all’opera o allo stand più originale o innovativo nel settore dell’artigianato tradizionale e che illustri meglio il mondo del lavoro e Prix Fidapa assegnato dalla Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari all’espositrice che ha realizzato l’opera più creativa e artistica, conosciamo Angelo Giuseppe Bettoni, ‘Pino’ per tutti, Prix Noces d’or avec la Foire.
Al villaggio d’arte di Chemp
Arrivare a Chemp, villaggio d’arte, è entrare in una ruralità d’altri tempi tra il bouquet di case in pietra e legno a ridosso dei castagni e le opere d’arte, qua e là, che accolgono meravigliando.
Qui da una decina d’anni ha scelto di risiedere Angelo Giuseppe Bettoni, per tutti Pino.
«Vivere a Chemp ha un suo lato paradisiaco, dove con mia moglie Paola la quotidianità scorre serena», dice il decano tra gli artigiani, fine inteprete ligneo e pioniere d’innovazione scultorea qual è stato fin dalle sue prime opere, al quale la Fiera ha riconosciuto la costanza espositiva.
La prima Fiera nel 1969 con la scuola di scultura di Donnas
La sua prima Fiera?
«Nel 1969 con la scuola di scultura di Donnas, da allievo dei compianti Lucio Duc e Cristiano Nicoletta e dal 1972 con il mio banco, i primi anni condiviso con l’amico scultore Silvano Ferretti.
Da metà anni ’80 e per ventina d’anni ho insegnato scultura e intaglio a Perloz. Ho esposto anche alla Fiera di Donnas, ma ora solo alla Millenaria di Aosta, in via Porta Praetoria».
Slip da donna e berretta da prete
Agli inizi la Sua era una scultura ritenuta troppo moderna e poco tradizionale …
«Già. Le prime cose che ho fatto sono stati vestiti, scarpe e scarponi, per rappresentare l’individuo tramite un oggetto che lo caratterizzasse o lo distinguesse socialmente, poi figure e cose mosse dal vento, ma anche lavori ironici e un po’ provocatori come l’opera con gli slip da donna stesi accanto a una berretta da prete. Venduta subito».
Attrezzista all’Olivetti di Ivrea, Donnas e poi Perloz
Nato a Carema il 20 marzo 1942 da papà bergamasco e mamma valdostana, passa l’infanzia a Pont-Saint-Martin.
In seguito è attrezzista all’Olivetti di Ivrea.
Con le nozze si trasferisce a Donnas, poi a Perloz da fine anni ’70, quindi a Chemp.
Papà di Davide e Silvia, è nonno di tre nipoti.
«A Donnas sono stato manutentore delle linee d’alta tensione per l’Enel, ma dopo un grave incidente, mi sono specializzato in meccanica di precisione. Ho sempre, però, avuto una passione per il legno, fin da bambino».
Una passione che porta Pino ad esporre in mostre collettive e personali in Italia e all’estero oltre che in Valle d’Aosta (Il vento nel legno alla Chiesa di San Lorenzo ad Aosta è del 2009), a partecipare a concorsi, a simposi, anche a Montreux (Svizzera) e a Philadelphia (Stati Uniti) e a trasmissioni Rai come Geo&Geo e Verde Mattina.
Nel 1998 Rai Vda gli dedica un documentario curato da Carlo Rossi e molti sono finora i riconoscimenti e premi ricevuti, tra cui due primi premi alla Fiera di Sant’Orso nel 1987 e 1989 e a Saint-Vincent nel 1991 al “Trofeo Baretti”.
Il museo a cielo aperto
«Tutti i simposi, a cui ho partecipato fino a due anni fa, sono state occasioni di incontro con artisti diventati amici che poi, ospitandoli qui a Chemp, hanno scolpito opere tra le oltre 80 di questo museo a cielo aperto, tra le altre di artisti valdostani e mie».
Chemp, infatti, è conosciuto anche per l’arte en plein air sognata e voluta da Pino da fine anni ’90, pioniere in Valle d’Aosta anche in questo.
«Oltre al Museo, qui ho sistemato alcune case tra cui il granaio del ‘600, ma anche la chiesetta e grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato e mi aiutano ancora».
Un’opera svetta sul promontorio attraversata dal respiro della Valle del Lys.
Ricordi ed emozioni
«Amo scolpire le emozioni e Vento portami con te è nata da un racconto di una giovane, ma ricordo anche l’emozione a un altro simposio – dice commuovendosi ancora al pensiero -.
In Svizzera a duemila metri con il pezzo di legno in attesa di un’idea, sfogliando un libro fui colpito da una fotografia a un bimbo.
Fu l’unica volta che scolpii un soggetto prendendo spunto da un’immagine e accadde l’incredibile.
Un signore vide la scultura ed estrasse dalla tasca la stessa fotografia. Il bimbo era lui, 80 anni prima».
Nel tempo ha indagato il figurativo con il tuttotondo, l’alto e bassorilievo in eterogenee essenze lignee, ma anche l’astratto…
«Cristiano Nicoletta aveva visto lungo: ‘con le qualità che hai, dovresti indagare l’astratto’, ma io, seppur curioso di scolpire in maniera moderna, non lo ascoltai.
Poi una ventina d’anni fa mi venne naturale fare forme astratte, come il Nastro di Möbius suggeritomi da mio figlio, che ho riprodotto anche in cirmolo».
Lei è stato il primo a riprodurre in legno, oltre ai mattoni, le foglie nel loro singolare accartocciarsi…
«…A inizio anni ’80. Vivendo in mezzo alla natura, un giorno fui attratto da alcune foglie cadute che cercai di riprodurre anche interpretandone le particolari forme.
La difficoltà è nello scavarle, nel renderle quasi trasparenti e quelle in scala 1:1 non hanno mai superato i 20 grammi».
Una vita in simbiosi con il legno, con la materia al di là della passione…
«Ho sempre e solo scolpito per amore del legno, mai per commissione».
Ci salutiamo con un arrivederci all’imbrunire di un prezioso pomeriggio, mentre Paola rifocilla i gatti che vivono liberi, il cagnone Lapo scodinzola felice e Briciola, la cagnolina, già sonnecchia accanto alla stufa.
(nadia camposaragna)