Ski Expedition, The Big North: la sfida di Federico Colli in Alaska
Il preparatore atletico professionista, maestro di sci e allenatore federale pronto per una sfida di sci estremo
Ski Expedition, The Big North: la sfida di Federico Colli in Alaska.
Abbiamo già conosciuto sulle pagine di Gazzetta Matin le imprese di Federico Colli, preparatore atletico professionista di Federica Brignone, maestro di sci, allenatore federale, con un brevetto da paracadutista ma anche surfista e dive master.
La missione in Alaska
Allora vestiva una muta da sub per scoprire insieme a una equipe di scienziati le abitudini e la vita dello squalo tigre; oggi ritorniamo da lui perché è in procinto di affrontare insieme a un compagno americano una missione in Alaska dove scaleranno delle cime attorno ai 3.800 4.500 metri di altitudine per poi scendere a valle con gli sci su pendenze di 55-60 gradi.
La sfida rimandata dal periodo Covid
Federico, parliamo di sci estremo allora?
«Esattamente, questa impresa era programmata da tempo ma con il periodo del Covid è stata rimandata, finalmente si parte per questa zona protetta dell’Alaska dove abbiamo dovuto pagare alle autorità del luogo 8.000 dollari per potervi accedere una ventina di giorni.
Io e il mio compagno che non conosco ancora di persona, ma solamente via internet saremmo soli e isolati dal mondo, avremmo solamente la possibilità di comunicare con un telefono satellitare e le provviste, compresa l’attrezzatura la caricheremo su una Pulkas, slitta che verrà trainata da noi».
«Ci adatteremo, così come abbiamo fatto sull’Everest»
Una bella esperienza ma nello stesso tempo difficile e pericolosa…
«Non sarà di certo una passeggiata ma quello che mi preoccupa di più sono le batterie delle telecamere e delle macchine fotografiche che con il freddo si scaricano velocemente.
Abbiamo si dei pannelli solari per la ricarica ma ci vuole del tempo prima di completare la carica.
Ci adatteremo comunque come quando sono stato sulla catena dell’Everest».
Sci estremo su pendenze di 55-60 gradi
Da quanto tempo stai preparando questa impresa?
«Io e il mio compagno americano Christofer Martins prepariamo fin nei minimi termini questa avventura da un anno; una volta sul posto e piazzato il campo base tenteremo delle prime mondiali di sci estremo su pendenze di 55-60 gradi e, guardando le mappe le pendenze sono da vera paura.
Speriamo nel clima favorevole in quanto il meteo è una grande incognita in queste spedizioni di sci estremo».
Quindi scalerete queste vette e una volta in cima, calzati gli sci, scenderete in questi canaloni vertiginosi?
«Esatto faremo proprio questo e il nostro obiettivo è di sciare su pendenze veramente estreme sperando in un manto nevoso favorevole, non troppo ghiacciato ed è appunto questo periodo che abbiamo scelto in quanto favorevole per quello che abbiamo intenzione di fare.
Non ci sarà certamente neve appoggiata che favorisce le valanghe ma sufficiente neve solida per sciare questi pendii senza pericolo di ghiaccio».
Le pareti che affronterete sono simili a quelle dove hai sciato qui in Valle?
«Si sono pressappoco uguali, simili ad esempio allo Sperone della Brenva che ho affrontato insieme all’amico Edmond Joyeusaz o la Nord del Lyskamm, insomma saranno somiglianti alle grandi pareti nord delle nostre Alpi, unica differenza che verificherò in loco, è quella che su quelle montagne vi è più neve».
Sci da freerider e scarponi da sci alpinismo
Avete sci e scarponi speciali per affrontare questi pendii?
«Gli sci sono quelli da freerider, più larghi dei normali, mentre gli scarponi sono quelli da sci alpinismo per intenderci con una rotella che ruota per irrigidire o meno la struttura.
Porteremo due tipi di sci di lunghezza 179 cm, i Nordica Enforcer, a mio avviso i migliori per quello che abbiamo intenzione di fare».
(massimo altini)