Dà fuoco alla sua cella, il detenuto: «portatemi via dal carcere di Brissogne»
È accaduto domenica sera alla casa circondariale di Brissogne; il sindacato Sinappe chiede provvedimenti per il sovraffollamento e tutela per gli agenti di polizia penitenziaria
Dà fuoco alla sua cella, il detenuto: «portatemi via dal carcere di Brissogne».
Dopo una settimana di permanenza, ha distrutto la sua cella dandole fuoco e urlando di volere essere trasferito.
È successo nella serata di domenica 7 aprile, alla casa circondariale di Brissogne.
Fuoco alla cella dopo una settimana di detenzione
Un detenuto di origine sudamericana, trasferito da un altro istituto nel giorno di Pasqua, ha appiccato fuoco, distruggendo la camera di pernottamento.
Lo rende noto il vice segretario reginale del Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria Matteo Ricucci.
Rischio intossicazione, detenuti nelle aree passeggi
Il personale della polizia penitenziaria è intervenuto tempestivamente, mettendo in salvo il detenuto e spegnendo le fiamme.
Il personale ha poi fatto evacuare gli altri detenuti nelle aree passeggi per evitare danni fisici da intossicazione, considerata la quantità di fumo sprigionatasi dall’incendio.
«A rischio l’incolumità del personale di polizia penitenziaria»
Il Sinappe si dice «stanco di registrare ogni giorno eventi che mettono a serio rischio l’incolumità del personale di polizia penitenziaria».
Secondo Ricucci, «la gestione della popolazione detenuta diventa sempre più pericoloso alla casa circondariale di Brissogne che soffre particolarmente la mancanza dei trasferimenti dei detenuti che si rendono autori di aggressioni al personale di polizia penitenziaria».
Casi di difficilissima gestione e carenza di organico
«Attualmente, nell’istituto penitenziario valdostano, il più a Nord di tutto il distretto, arrivano solo detenuti di difficilissima gestione in una struttura che non riesce neppure a garantire una adeguata assistenza sanitaria e socio-riabilitativa, a causa dell’assenza di organico» precisa il vice segretario regionale Sinappe Ricucci.
Ricucci esprime rammarico per le condizioni del personale abbandonato a se stesso e si complimenta con le donne e gli uomini della polizia penitenziaria per la professionalità e competenza dimostrata in un fatto così delicato e pericoloso.
«Intervengano Governo e amministrazione penitenziaria»
Secondo il segretario nazionale Sinappe Raffaele Tuttolomondo «serve un intervento dell’amministrazione penitenziaria e del Governo per sanare la grave carenza organica e le figure di riferimento per il reinserimento socio-riabilitativo della popolazione detenuta che attualmente supera la reale capienza degli istituti penitenziari, tutti in sovraffollamento.
Rimpatrio dei cittadini stranieri
Secondo Tuttolomondo, «il problema del sovraffollamento si potrebbe risolvere anche con il rimpatrio dei detenuti stranieri, in modo che scontino la pena nei loro Paesi d’origine, tramite gli accordi con i Paesi esteri».
(c.t.)