Sanità: in 700 in cura all’ambulatorio del sonno per le apnee ostruttive
Sanità: in 700 in cura per le apnee ostruttive all’ambulatorio del sonno . È quanto è emerso in Consiglio Valle nell’ambito dell’analisi dell’interrogazione del consigliere della Lega Paolo Sammaritani che chiedeva conto del numero dei pazienti assistiti.
Ha motivato: «La sindrome delle apnee notturne (Osas) spesso è associata a malattie riconosciute come le principali cause di morte: è frequentemente associata anche a una ridotta aspettativa di vita ed è causa di circa il 7% di tutti gli incidenti stradali. Può essere presente già in età pediatrica e tra i 40 e gli 85 anni».
L’assessore alla Sanità ha spiegato: «Sono 700 i pazienti attualmente in terapia per la sindrome delle apnee ostruttive del sonno. L’Ausl ha individuato un percorso diagnostico-terapeutico multidisciplinare che garantisce una presa in carico efficace dei disturbi del sonno, attivata a partire dalla diagnosi ed è operativo un ambulatorio del sonno in capo alla Struttura di pneumologia».
«L’insonnia, invece, viene normalmente diagnosticata e trattata – ha proseguito – all’interno degli ambulatori di neurologia generale, in quanto sintomo diffuso e traversale a tutte le patologie neurologiche, soprattutto quando a questa è associata una relazione emotiva ansiosa e depressiva. La sindrome delle gambe senza riposo è un disturbo specifico del movimento potenzialmente associato a malattia di Parkinson, viene quindi affrontata nell’ambito dell’ambulatorio dedicato alle malattie neurodegenerative. Le patologie neurologiche primitive del sonno hanno una bassa prevalenza, pertanto i pochi pazienti con tale sospetto di disturbo vengono messi in contatto con i centri di regioni limitrofe più popolate che trattano una maggiore casistica di tale rilievo».
La replica
Il Consigliere Sammaritani ha sottolineato: «l’importanza di individuare in maniera chiara e tempestiva l’Osas che spesso, invece, viene banalizzata anche da coloro che ne soffrono e che non sanno riconoscere i sintomi. Si tratta di una patologia che ha ricadute molto gravi sullo stato di salute delle persone e porta a pagare costi personali, sociali e sanitari molto ingenti. Nel 2016 si stimava che, a livello nazionale, i costi sanitari diretti (ricoveri ospedalieri, visite specialistiche e ambulatoriali, diagnostica strumentale, farmaci, cure e riabilitazioni) fossero di circa 9,2 miliardi di euro e quelli indiretti (danni da mancata produzione, danni alle persone, danni materiali, ecc) di quasi 17 miliardi».
(re.aostanews.it)