Insegnanti di religione senza contratto da 16 e 10 anni, la Regione dovrà risarcire oltre 35 mila euro
Per anni e anni le docenti hanno avuto contratti a tempo determinato e non è mai stato bandito alcun concorso che permettesse loro di ottenere un contratto di lavoro a tempo indeterminato
Insegnanti di religione senza contratto da 16 e 10 anni, la Regione dovrà risarcire oltre 35 mila euro.
Il giudice del lavoro Luca Fadda ha riconosciuto le ragioni di due insegnanti di Religione cattolica che hanno presentato ricorso per la reiterazione dei contratti a tempo determinato.
Con il patrocinio dello Snals, lo scorso autunno, le insegnanti hanno presentato ricorso e il giudice ha riconosciuto loro il diritto al risarcimento del danno proprio per la ripetuta assegnazione di contratti a tempo determinato.
16 e 10 anni di contratti a tempo determinato
Le due insegnanti vantano 16 e 10 anni di servizio e durante questo periodo non è mai stato bandito alcun concorso che permettesse loro di ottenere un posto a tempo indeterminato.
Risarcimento del danno
Il giudice del lavoro ha riconosciuto un risarcimento del danno di circa 23 mila euro all’insegnante in servizio da 16 anni e circa 12 mila alla professionista precaria da 10 anni.
L’amministrazione regionale è stata condannata a rifondere le spese processuali sostenute dalle ricorrenti.
La soddisfazione del sindacato Snals Confsal
Il segretario regionale dello Snals Confsal Alessandro Celi è soddisfatto: «questa sentenza rappresenta un precedente importante per tutti gli insegnanti di Religione e ne conferma la pari dignità rispetto ai colleghi con i quali condividono il quotidiano servizio a scuola».
Precisa Celi: «la segreteria regionale dello Snals è a disposizione per fornire consulenza a tutti gli insegnanti di Religione che volessero valutare se intraprendere la strada del ricorso.
Auspico che questa ennesima decisione a favore dei lavoratori sia motivo di riflessione per l’amministrazione regionale e che si possa finalmente garantire ai docente il godimento dei propri diritti senza spese per i contribuenti».
(re.aostanews.it)